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No alla deriva

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28 luglio 2011

Cos'hanno in comune industriali, sindacati e banchieri ?

E' stato dato grande rilievo all' "appello" lanciato congiuntamente dai vertici industriali, sindacali (tranne la Uil di Angeletti che si è chiamata fuori: la fotografia è d'archivio e al posto di Angeletti immaginate ci sia il presidente di Abi e Mps Mussari) e dei banchieri per una "discontinuità" nella politica economica del Governo.
Cos'hanno in comune Marcegaglia e Camusso, Mussari e Bonanni ?
L'interesse all'intervento della "mano pubblica", cioè l'uso dei fondi del tesoro, derivante dalle nostre tasse, per gli interessi delle categorie che rappresentano.
Rottamazioni, agevolazioni fiscali, posti da statali sicuri e tranquilli, sono stati i gettoni pagati da sempre dalla sinistra alla "pace sociale".
In sostanza, noi contribuenti pagavamo tasse salatissime e questi soldi, invece di essere trasformati in servizi o utilizzati per ridurre lo stratosferico debito pubblico lasciatoci in eredità dalla prima repubblica della Dc e del pci, venivano utilizzati per favorire le rottamazioni di auto, frigoriferi, elettrodomestici vari.
Oppure venivano utilizati per consentire agevolazioni fiscali nelle acquisizioni bancarie.
O, anche, ad aumentare numero e stipendi di un personale pubblico tanto meno efficiente, quanto più privilegiato (ricordiamoci, ad esempio, le migliaia di dipendenti Olivetti dichiarati in esubero da De Benedetti e quindi piazzati nella pubblica amministrazione ... a spese nostre).
Nulla di nuovo, quindi, sotto il sole.
Marcegaglia cerca disperatamente di evitare di passare alla storia come colei sotto la cui presidenza si frantumò la Confindustria con l'uscita della Fiat e allora cerca di ottenere vantaggi per la categoria.
I sindacati cercano di difendere il cuore del loro potere (i dipendenti pubblici: un esercito di quattro milioni e mezzo di persone).
I banchieri cercano nuove strade per continuare a presentare bilanci da sogno e quindi percepire emolumenti milionari (in euro).
La loro discontinuità deriva solo dal fatto che, per quanto poco, timidamente e male, il Governo Berlusconi ha cominciato a tagliare dove c'era spreco di risorse pubbliche e questo ha toccato direttamente chi ne traeva vantaggio.
La loro discontinuità è, in realtà, un ritorno all'assistenzialismo di stato, pagato dalle tasse dei cittadini, per perpetuare una situazione di privilegio.
E in questo si trovano perfettamente d'accordo, del resto mi sembra che siano anche tutti orientati a sinistra.
Della Camusso non c'è dubbio: la cgil infila sempre una critica al Governo anche quando parla del sesso degli angeli.
I banchieri sono stati ripetutatamente e diligentemente in fila per votare alle primarie del pci/pds/ds/pd sin dal 2006 (come riportarono i quotidiani).
Marcegaglia ... non ha fatto nulla di così eclatante, ma il quotidiano della Confindustria non è certo amico del Governo Berlusconi.
Discontinuità ?
Meglio di no, troppo onerosa (per noi contribuenti).

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