La sinistra manovra socialista di Tremonti rappresenta il suicidio politico del Centro Destra e di Berlusconi.
Ben si capisce quindi perché, pronubo Napolitano, le opposizioni se ne siano ben guardate dal bloccarne la rapida approvazione, venendo meno, ancora una volta, ai loro doveri verso la Nazione.
Non riesco a comprendere perché il Governo abbia commesso un simile errore, tanto più che il suicidio politico è inutile, come dimostrano i Mercati, esattamente come lo sono i sacrifici chiesti agli Italiani.
Il Centro Destra ha tradito il suo solenne impegno con gli elettori di non mettere loro le mani in tasca, impegno che aveva sino ad ora onorato ed evidentemente non si ricorda che un analogo tradimento (il famoso "read my lips"della campagna vincente del 1988) costò nel 1992 al vecchio Bush, padre di George W., la rielezione a favore di Clinton.
In cambio è arrivata una manovra da 50 miliardi, di cui 30 in nuove tasse e solo 20 di taglio delle spese.
Se si considera che il debito pubblico è a 1900 miliardi, osserviamo come solo per un miserrimo un per cento si sia inciso sulle cause di tale disavanzo.
Come a dire un pannicello caldo quando occorre una amputazione radicale (delle spese).
Ogni famiglia, quando le spese superano le entrate, taglia giustamente le spese.
Altrettanto avrebbe dovuto fare il Governo.
Portare a 65 anni per tutti l’età della pensione e legarla all’aspettativa di vita con incrementi graduati nel tempo, abolendo le pensioni di anzianità e il sistema retributivo ancora fruibile da alcuni, finalizzando il tutto a privatizzare il sistema pensionistico.
Vendere le partecipazioni residue (tipo Finmeccanica) ma anche la Rai e se necessario qualche gioiello di famiglia (monumenti) tanto ne abbiamo a migliaia.
Terminare costose e inutili operazioni di guerra in Kossovo, Libano e Libia, per mantenere l’unica missione di interesse nazionale, Afghanistan, preparandosi peraltro a ritirarsi un minuto prima degli Americani per non rimanere con il cerino acceso in mano.
Far pagare i servizi, da privatizzare in modo che siano gestiti con criteri di economicità, almeno per quello che costano.
Dimenticare le elargizioni e le gratuità.
Incentivare, con sconti fiscali, le assicurazioni sanitarie private per finalizzarle alla abolizione di quel Moloch divoratore di soldi che è il servizio sanitario pubblico.
Poiché i costi per i cittadini aumenterebbero necessariamente (anche se così spetterebbe a noi scegliere cosa pagare e cosa no, in base alle nostre reali esigenze, rendendoci così responsabili nelle scelte, visto che pagheremmo direttamente di tasca nostra) doveva essere aumentata la capacità economica degli Italiani riducendo le tasse all’essenziale per il funzionamento della nostra Difesa, Sicurezza Interna, Giustizia (ma solo dopo una epocale riforma !), Diplomazia, lasciando agli enti locali, ridotti ai soli comuni e regioni, la possibilità di imporre tasse locali finalizzate a realizzare opere pubbliche di interesse generale (e non ad organizzare spettacoli in cui i soli a guadagnarci sono nani e ballerine).
Tremonti è clamorosamente mancato e Berlusconi avrebbe dovuto sostituirlo lanciando un messaggio preciso al Mercato con l’unico successore possibile: Antonio Martino.
Berlusconi, finchè è a Capo del Governo, può però ribaltare il destino negativo che si è costruito con questa manovra.
Dia il benservito a Tremonti, lo sostituisca con Martino e vari una nuova manovra consistente di soli tagli alle spese, vendita di proprietà statali e riduzione delle tasse.
Lo presenti comunque in parlamento mettendo deputati e senatori davanti alla scelta del sì o del no.
Se vincesse, farebbe il bene della Nazione che troverebbe in una manovra di stampo liberista la spinta per risolvere i problemi ereditati dalla prima repubblica.
Se perdesse, potrebbe radunare le sue truppe più fedeli e, come una Falange, sostenere una durissima campagna elettorale potendo legittimamente innalzare il vessillo della Libertà, contro l’invadenza e l’avidità dello stato.
Rebus sic stantibus, si avvierebbe solo ad un triste declino e finirebbe con il perdere le prossime elezioni che si svolgano nel 2012 o nel 2013.
Entra ne
Nessun commento:
Posta un commento