Nonostante l’età riesco ancora a stupirmi di come venga manipolata la Storia e la realtà degli accadimenti che ci hanno portato all’oggi e quanto ci si dimentichi di eventi passati da appena un decennio.
Giornalisti scrivono pomposi articoli, cavalcando demagogicamente la pancia dei lettori ma rendendo un pessimo servizio alla comuntà e soprattutto alla soluzione dei problemi, contro la cosiddetta “casta” (di cui peraltro sono, alla pari dei magistrati e dei sindacati, parte integrante) e denunciando la crescita dei prezzi in Italia e la conseguente “stangata” sui contribuenti.
Ma cosa potevamo aspettarci, quando, irretiti proprio da una campagna di stampa fuorviante, si rifiuta, per ben due volte, un programma nucleare che ci avrebbe regalato energia in quantità illimitata e a basso costo ?
Lacrime di coccodrillo, come quelle di chi ignora che alla vigilia dell’introduzione dell’euro, i più avveduti ricordavano la differenza tra i prezzi nel Nord europa e in Italia.
I più ottimisti e miopi, sbandieravano tale dato annunciando come tedeschi, inglesi e nordici, sarebbero venuti da noi a comprare i beni, preconizzando una nuova stagione di sviluppo.
I più assennati, subito tacitati dal coro degli officianti la moneta unica, con Ciampi e Prodi in prima fila, avvertivano che sarebbero stati i nostri prezzi ad adeguarsi a quelli del Nord e noi non avevamo certo gli stipendi e le retribuzioni adeguate a sostenere tale onere.
Ed era (ed è) impensabile un incremento delle retribuzioni tale da adeguarsi a quelle del Nord: ammazzerebbe le aziende più solide.
L’euro ha così compiuto la sua opera demoniaca, non solo sottraendo ai Popoli la Sovranità monetaria (e non solo), ma anche penalizzando il Sud (non solo geografico) dell’europa.
Infatti non è un caso che ad essere in crisi siano Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda con un attacco di dimensioni spropositate (pari a quello del 1992 che fu malamente gestito da Ciampi e Amato: il primo tentando una costosissima e vana difesa della lira nello sme, bruciando ingenti riserve monetarie e il secondo infilandosi nottetempo nei nostri conti correnti e sottraendoci lo 0,6 per mille dei nostri risparmi) anche all’Italia che si difende unicamente per la saggezza dei nostri Padri che fondarono la ricchezza di famiglia sul risparmio, tanto che, se possiamo andare avanti, lo dobbiamo ai risparmi del passato ed al fatto che oltre il 70% del debito pubblico è in mani italiane.
Di cosa si lamentano, allora, i giornalisti ?
Facciano autocritica, piuttosto, visto che le poche voci contrarie all’euro furono messe a tacere da schiamazzi ad alti decibel favoriti dalla messa a loro disposizione di gran parte della stampa italica.
Alcuni anime candide (o ipocrite) puntano il dito contro il Governo Berlusconi dell’epoca che non avrebbe “controllato” l’andamento dei prezzi.
Ma cosa avrebbe dovuto fare ?
Imporre un calmiere ?
Sin dai tempi dell'Imperatore Diocleziano il calmiere dei prezzi contro l’andamento del Mercato ha sempre provocato danni maggiori dei benefici immediati.
Ma anche i servizi di cosiddetta pubblica utilità non possono essere offerti a prezzi inferiori ai costi sostenuti per produrli o acquistarli dall’estero.
Per una tale politica occorrerebbe spremere in altro modo i cittadini con le tasse e in Italia siamo ben oltre il limite massimo accettabile e tollerabile.
Lo vediamo negli Stati Uniti, dove l’attuale amministrazione democratica, dopo aver inutilmente speso miliardi di dollari attivando una politica socialista di elargizioni cosiddette "sociali" e di interventismo pubblico nell’economia, adesso pretenderebbe che i Repubblicani accettassero l’aumento delle tasse per mantenere in piedi i servizi sociali dispensati senza criterio, per una mera volontà ideologica.
Mi auguro (anche se temo che la propaganda democratica, appoggiata dalla solita stampa liberal sempre prodiga con i soldi altrui ,possa condizionarne le scelte) che i Repubblicani tengano duro anche a costo di portare al fallimento gli Stati Uniti: sarebbe il giusto coronamento di una pessima amministrazione di stampo socialista.
Ma anche in Italia un parziale (proprio perché poco del nostro debito pubblico è in mano straniera) fallimento potrebbe essere utile, quel tanto che basterebbe per uscire dall’euro e riprendere la nostra Sovranità e Indipendenza Nazionale.
Con la possibilità di battere moneta, di svalutare, di agire sulla leva monetaria per fronteggiare i periodi di crisi, come è sempre stato e con il naturale adeguamento dei prezzi interni al tenore di vita della Nazione.
Un tenore di vita che dovrà necessariamente essere rivisto, che si rimanga all’interno o si riasca a liberarsi dell’euro, per riscoprire una vita sana che poggi sui solidi Valori della Tradizione nei consumi, nei comportamenti, nel modello di società.
Illusione ?
Forse, ma sognare non è ancora vietato, non costa nulla e, soprattutto, le società che hanno smesso di sognare sono civiltà morte, perché sono i sogni che forniscono gli obiettivi per la cui realizzazione vale la pena vivere e combattere.
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