Una bordata di Matteo Salvini contro Mattarella ha scatenato la canea delle dichiarazioni degli indignados de noantri.
Tutti senza titolo per criticare, visto che sono esponenti di quel partito, allora pci, oggi pd, che dell'insulto a prescindere ha fatto una sua cifra distintiva.
Ricordo brevemente quanti insulti furono subiti da tre presidenti della repubblica (Gronchi, Leone e Cossiga ... si salvò Segni solo perchè rimase in carica, prima dell'ictus che lo colpì nel 1964, solo due anni) e da innumerevoli presidenti delle camere e del consiglio (ricordo solo De Gasperi, Tambroni, Fanafani, Andreotti, Berlusconi ...).
Tutti sistematicamente bersaglio degli insulti e delle aggressioni verbali dei comunisti.
Quindi il pulpito da cui viene la predica è privo di credibilità per criticare.
Ma se poi andiamo a vedere la critica di Salvini, non possiamo che condividerla.
Diversamente da quanto cerca di far credere la stampa serva, unicamente per tirare la volata contro la Lega, le parole di Mattarella sulla eliminazione delle frontiere non solo sono comunque ambigue, ma non possono essere circoscritte alla sola libera circolazione dei vini.
Il concetto espresso è generale e arriva dopo innumerevoli esternazioni che hanno fatto di Mattarella uno dei tedofori dell'invasione dei clandestini.
Come quindi dare torto a Salvini quando stigmatizza un presidente della repubblica che, invece di difendere l'italianità, delle sue Radici e Identità, tesse le lodi delle frontiere aperte, con il mischiar delle razze, con l'inquinamento dei costumi, con la rinuncia alla nostra Sovranità ?
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