Qualche giorno fa, non ricordo esattamente su quale quotidiano, penso La Verità, ho letto un ritratto al vetriolo del sopravvalutato ministro di Renzi e Gentiloni, Carlo Calenda.
Un bel ritratto che, a mio parere, ha perfettamente colto nel segno rilevando come questo signore, logorroico all'inverosimile, sia considerato "bravo" senza aver realizzato nulla.
Peggio ancora, Calenda ha schifato l'opportunità di presentarsi agli Italiani per ottenerne il voto, forse pensando che lui, ministro o, nei suoi sogni, chissà cos'altro, non lo è per "volontà del Popolo", ma per "grazia di Dio", con la formula degli antichi sovrani assoluti.
Eppure ... cos'ha realizzato ?
L'Ilva è un buco nell'acqua, adesso si è fatto menare per il naso pure dai brasiliani della Embraco.
Parole tante, fatti pochi.
Ed è sempre ascoltato, in silenzio reverenziale, in ogni trasmissione televisiva.
L'impressione è che vorrebbe essere chiamato, senza aver ottenuto l'investitura popolare, come salvatore della Patria.
Come Monti prima di lui che, ben conscio che una cosa è elucubrare teorie come editorialista del Corsera, altra (come poi ha dimostrato il suo fallimentare governo) è sporcarsi le mani con le questioni concrete, si fece consegnare la ricompensa prima di eseguire il lavoro, diventando senatore a vita.
Ma ne abbiamo abbastanza dei geni incompresi (e non votati) che entrano da salvatori a palazzo Chigi dal portone principale e ne escono tra i fischi da quello della servitù.
E' ora di un governo politico, con una maggioranza politica che abbia un programma tale da invertire la rotta dell'Italia sull'immigrazione, sulle tasse, sul lavoro, sulle pensioni, sull'istruzione, sulla sanità, sulla sicurezza, sull'europa.
Un governo politico che faccia esattamente il contrario di quello che hanno fatto Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.
Un governo politico che, riappropriandosi della Sovranità e rilanciando l'Identità Italiana, fermi il degrado e la deriva promossi dalla sinistra.
Per realizzare ciò, non c'è bisogno della spocchia dei Calenda.
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