Renzi lo abbiamo provato.
E' quello che ha aumentato le tasse sui risparmi fino al 26%, quelle sui fondi pensione al 20%, quello che ha voluto salvare le banche interpretando questo salvataggio come un salvare i banchieri più dei risparmi dei correntisti, quello che ha raccontato il rosso e il nero, quello che ha aumentato a dismisura, con le sue mancette, il debito pubblico, quello che, alla fine, si è rifugiato nella abituale marcia antifascista.
L'unica cosa che ha fatto bene non è farina del suo sacco, ma il ripristino di un provvedimento del Centro Destra che era stato cambiato da Monti: l'abolizione dell'imu sulla prima casa.
Di Maio ... spero non lo proveremo mai.
Eletto senza un passato professionale o culturale (e si vede !) deve la sua fortuna politica alla cieca obbedienza al capo Grillo.
Ha una idea approssimativa della storia, della geografia e della sintassi.
E' il candidato premier di un movimento che non è nè carne nè pesce.
Ha eletti di estrema sinistra che votano per l'abolizione del reato di clandestinità e una base elettorale che comprende delusi (mi auguro temporanei e in via di ... guarigione) del Centro Destra che vorrebbero rispedire gli immigrati a casa loro a calci nel fondo schiena.
I due, Renzi e Di Maio, si contendono il ruolo di leader del primo partito.
Per fortuna c'è una pessima legge elettorale che, però, salvaguarda l'opportunità di una scelta migliore, quella della Lega, quella di Salvini, di un soggetto, cioè, che, magari, non sarà un fulmine di guerra, ma che le sue idee esprime ed espone con chiarezza.
E che siano idee buone ce lo dicono i centri sociali che si dannano per impedirgli di esprimerle.
Il miglior riconoscimento di una buona idea e di un buon politico è quando la sinistra cerca di farlo tacere.
Fu così per Almirante e per Berlusconi, oggi per Salvini.
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