Un immigrato che, per grazia ricevuta, ha avuto la cittadinanza italiana e un lavoro di responsabilità nonostante precedenti non edificanti, ha compiuto mercoldì, un atto di autentico terrorismo dirottando l'autobus che avrebbe dovuto condurre, con 51 studenti delle medie a bordo, con l'intenzione di fare una strage all'aeroporto di Linate.
Strage evitata grazie alla prontezza di uno studente e all'intervento dei Carabinieri.
L'immigrato avrebbe blaterato circa una sua ricerca di vendetta per i morti in mare di cui incolpa il Ministro Salvini (nel solco di una campagna denigratoria e istigatrice di odio che vede in Salvini e in chi lo vota il nemico da abbattere).
Il tutto mentre il comandante e l'armatore della nave ong sequestrata, rivendicano l'azione e minacciano di compierne altre, portandoci altri immigrati in casa.
Siamo inermi davanti a simili fatti criminali.
Anche l'immigrato che ci sembra più dimesso e innocuo mentre per le strade della nostra città ci chiede (con tanta insistenza ...) l'elemosina, può covare sentimenti di odio e di vendetta, per poi pensare di metterli in pratica.
E siamo inermi davanti un simile soggetto.
Va bene, quindi, il blocco dei porti.
Va bene il rimpatrio (sempre troppo lento).
Va bene il sequestro delle nevi ong (purchè non siano poi restituite, piuttosto che siano affondate).
Va bene anche una legge migliore sulla legittima difesa.
Ma non basta.
Occorre che ogni cittadino di nazionalità Italiana sia consapevole del pericolo e sia proattivo per sventarlo, prevenirlo e reprimerlo.
Ma non possiamo sempre contare sulla presenza tempestiva di Polizia e Carabinieri e la prima regola del soccorso è che il soccorritore agisca in una situazione di sua sicurezza.
Dobbiamo essere messi, ciascuno di noi, nelle condizioni di difendere efficacemente noi stessi e il prossimo.
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