Quota cento, quota Libertà

Il titolo, lo so, è eccessivo.

Anche perchè quota cento è ancora troppo alta.

Per me quando uno ha raggiunto i 65 anni di età o ha lavorato per 40 anni ha già fatto, ampiamente, il suo dovere verso la società e merita di andare in pensione, con una pensione dignitosa, tale da consentirgli di vivere serenamente tutti gli anni (auspicabilmente tanti) che mancano all'ultimo passaggio, quello definitivo.

Evidentemente c'è chi condivide, visto il successone della pur alta quota cento di Salvini. 

Probabilmente perchè sa cosa vuol dire lavorare (e lavorare non è solo questione di muscoli in miniera o nei campi, ma anche di tensioni logoranti stando pur seduti dietro una scrivania) mentre quelli che ostinatamente pretendono che si aumentino progressivamente i mesi e gli anni, non hanno mai lavorato veramente nella loro vita e, allora, fanno presto a tirare un paio di righe e dire che bisogna posticipare il ritiro.

Sono quelli che auspicano la trasformazione dei cittadini da persone in automi e, intanto, provano a sottometterci, considerandoci sudditi buoni solo per essere spremuti.

A tutti quelli che non sanno fare altro che incassare laute remunerazioni (pubbliche) da noi pagate, per prestare la loro opera a favore delle consorterie affaristico finanziarie internazionali, non possiamo che dare il benservito.

Una volta lo si sarebbe fatto con i forconi, oggi, che ci siamo evoluti, abbiamo a disposizione solo il voto.

Il 26 maggio votiamo contro la tirannia europea e per la Libertà dei Popoli e delle Nazioni d'Europa.

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