Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 luglio 2009

I diritti della maggioranza

Come ultimo post “programmato” (il prossimo sarà “in diretta”) una riflessione su un qualcosa che mi sembra una autentica iattura per ogni governo ed un limite illegittimo ai diritti della maggioranza.
Sto parlando di quella autentica “menata” che leggiamo, ogni tre per due, sui “diritti delle minoranze” e che fa il paio con i “diritti dei carcerati” quando agli assassini ed ai ladri è concesso ogni privilegio, mentre ci si dimentica (troppo spesso e troppo presto !) delle vittime, in quanto ambedue espressione di quel buonismo d'accatto e "politicamente corretto" che tanti danni provoca al nostro sviluppo sociale, civile, politico ed economico.
I “diritti delle minoranze” sono una derivazione diretta da quel progetto del presidente democratico Lindon Barney Johnson (forse pressato dalle aspettative che aveva creato il suo predecessore – sin troppo esaltato, forse perché morto prima che si potesse leggerne il bluff – J.F.Kennedy) e che è passato sotto il nome di “Grande Società”.
All’interno di tale costruzione trovarono posto anche le famigerate “quote”, per cui se vi erano un tot di posti disponibili, questi non venivano assegnati ai migliori, ma in base alla loro provenienza razziale, per rispettare, appunto, le “quote” e dare spazio anche alle “minoranze”.
Era la prima applicazione dei “diritti delle minoranze” e che tutti possiamo toccare con mano nei telefilm di produzione americana (e oggi anche francese, inglese e tedesca) dove vediamo che i gruppi dei protagonisti comprendono sistematicamente una o più donne, uno o più negri (o ispanici, o turchi, o magrebini …).
E’ evidente che il fatto di dover assegnare posti, prevalentemente nella pubblica amministrazione, in base al sesso o alla razza e non in base alle qualifiche, si è dimostrato un boomerang proprio sulla qualità dei servizi offerti.
Gli americani sembrava stessero ritornando sui loro passi quando hanno inopinatamente eletto un negro, rappresentante cioè di una minoranza contabilizzata al 10% della popolazione, alla presidenza.
Con le conseguenze che vediamo quotidianamente: dalle nomine di esponenti delle “minoranze” nei vari organismi (ultima la Nasa, penultima la Corte Suprema), al socialismo manifesto da cui l’interventismo statale e l’assistenzialismo che si prepara per i poveri americani.
Le “minoranze” che pretendono dei diritti – che si palesano poi come autentici ed immotivati privilegi – si sono così moltiplicate.
Da quelle religiose (ebrei, musulmani in primis) a quelle etniche (turchi, magrebini, pakistani, a seconda delle zone).
Da quelle razziali (negri, asiatici, indios), a quelle di genere (donne: veggasi la ancora non risolta questione delle “quote” rosa in politica) per finire persino agli omosessuali che pretenderebbero una legislazione di favore, ad hoc, considerandosi l’ennesima “minoranza” da proteggere (cioè da privilegiare).
E in tutto questo bailamme di vantati “diritti delle minoranze”, chi ci rimette, chi viene ad essere realmente conculcata nei suoi diritti, è la maggioranza.
Con l’obbligo di dover fare spazio a “quote” per le minoranze ognuna delle quali pretende un “diritto di veto”, ma anche con la spada di Damocle di venir tacciata di “razzismo” ad ogni manifestazione di quello che sarebbe un suo semplice ed inalienabile diritto: informare alle proprie concezioni ed idee lo sviluppo della società.
Perché questo è il contratto sociale posto a base di uno stato: la maggioranza decide come impostare l’azione del proprio governo e quali priorità affrontare.
Le “minoranze” hanno il diritto di parola, di diffondere le loro idee, di praticare la loro religione (purchè non sia contraria al comune senso del pudore ed ai costumi della società in cui vivono), di votare.
Non hanno un diritto di veto sulle decisioni della maggioranza.
Non hanno il diritto ad avere una nicchia di privilegio per il solo fatto di essere una minoranza.
Nel 1994 mi irritò molto la decisione di spostare la data delle elezioni politiche (importantissime) di quell’anno, perché la prima individuata non era gradita agli ebrei.
Però nessuno fa una piega se si vota di domenica – giorno dedicato al Signore per la Chiesa Cattolica – o se, sempre di domenica, si giocano i campionati sportivi.
Mi irrita leggere che certe maestre vietano le canzoni natalizie, perché c’è qualche extracomunitario e per la stessa ragione vengono modificati gli alimenti tradizionali delle nostre merende, a base di derivati dal maiale.
Per finire alla questione della sicurezza e dell’ordine che devono essere ripristinati nelle nostre città.
Le elezioni del 2008 (ma anche quelle precedenti nonostante risultati parlamentari altalenanti) hanno espresso una maggioranza di cittadini orientata a chiedere al governo un forte impegno verso la sicurezza e l’ordine.
Si è individuato negli extracomunitari e soprattutto nei clandestini, il maggior ostacolo al ripristino di ordine e sicurezza.
Il contratto sociale posto alla base della costituzione di tutti gli stati, vuole che ogni singolo partecipante, rinunciando ad una parte della propria libertà, si unisca ad altri per meglio godere della sicurezza e del benessere che derivano dalla possibilità di imporre il necessario ordine in base alla volontà comune che è la volontà della maggioranza.
Le elezioni politiche, i ripetuti sondaggi – anche effettuati da organi di stampa antiberlusconiani e di sinistra come Sky Tg 24 – dicono che la grande maggioranza degli italiani vuole ordine e sicurezza ed approva le misure assunte con il relativo provvedimento Maroni.
Anzi, vorrebbe una azione ancora più incisiva, della stessa portata che ha il respingimento dei barconi degli illegali, azione che ha ottenuto il risultato voluto e che ha un rating di approvazione da parte degli italiani superiore all’80%.
Le Associazioni per la Sicurezza, comunemente chiamate “Ronde”, così come sono organizzate, con tutti i limiti cui devono sottostare, non servono allo scopo voluto, anzi rischiano di diventare un boomerang per il governo perché, da un lato, le opposizioni hanno cavalcato il tema dei “diritti delle minoranze”, dall’altro le Ronde non otterranno di migliorare la sicurezza e l’ordine perché sono state private dei mezzi di coercizione necessari per imporre sicurezza e ordine ai riottosi.
E poiché sicurezza e ordine sono beni fondamentali per lo svolgimento delle attività quotidiane da ciascuno di noi, la loro imposizione è un atto dovuto da parte dello stato che, diversamente, verrebbe meno alla sua parte di obblighi del contratto sociale.
E poiché è la maggioranza degli italiani che vuole sicurezza e ordine, a nulla valgono i pronunciamenti (strumentali) dei partiti di opposizione, i sofismi giuridici dei magistrati che non dovrebbero discutere le leggi, ma solo applicarle, le litanie di presidenti delle istituzioni completamente avulsi dal contesto sociale e dalla volontà del Popolo.
L’ordine e la sicurezza devono essere ripristinati anche utilizzando le Ronde cui devono essere concessi anche i poteri coercitivi necessari per farsi rispettare.
E’ la maggioranza che lo vuole ed ogni cavillo teso a sottrarsi a questo obbligo è una violazione del legittimo diritto della maggioranza a vedere realizzato il proprio progetto di società.
Senza veti da parte di chicchessia.

Entra ne

27 luglio 2009

Montagna e riposo

Se blogspot funziona, questo post vedrà la luce quando io sarò già da tempo – salvo imprevisti – in montagna e, come sempre mi accade, comincerò ad avere voglia di rientrare, per godere la mia città che si svuota, il raro silenzio delle strade del centro e l’abituale tranquillità di quell’angolo di mondo in cui abito da quasi 50 anni.
La vacanza non può dirsi completa se, assieme alla cesura con la vita quotidiana (il lavoro, la televisione, il computer, gli obblighi vari) non abbia una sua specificità che si intoni con il carattere delle persone.
Così chi è comunque desideroso di compagnia, di fare nuove conoscenze, di ritmo, non può che scegliere il mare, dove si reca l’80% degli italiani che vanno in vacanza, in spiagge stipate, gomito a gomito (come nei mezzi pubblici al mattino quando si va a scuola o al lavoro), con la radio del vicino sempre accesa, i bambini che corrono e ti “spruzzano” di sabbia, mentre il vento ti impedisce di sfogliare le pagine del giornale per leggersele con calma.
C’è a chi piace.
E c’è chi, invece, si infila in un aereo, con orari impossibili, per raggiungere mete esotiche e torride capitali straniere.
C’è a chi piace.
Io preferisco la montagna che, anche se ha avuto un incremento di presenze, soprattutto in agosto, resta ancora la vacanza più tranquilla e rilassante, fuori dal circuito delle vacanze più gettonate.
Una passeggiata tranquilla, senza particolari difficoltà, un rifugio o una trattoria di paese dove mangiare bene e gustare i sapori forti dei nostri prodotti, un veloce saluto agli escursionisti che talvolta si incrociano.
Ma, se piove
Beh, negli anni in montagna, a luglio, io ho preso anche la neve.
Altri anni ho passato due settimane senza neppure una goccia d’acqua.
Se piove, comunque, un bel libro da mettere nello zaino.
Questo anno con me ho l’enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI, fresca di stampa, 2 euro, 130 pagine da leggere con attenzione, non certo come un romanzo di cui, pure, sono rifornito, portandomi dietro “Idi di marzo” di Valerio Massimo Manfredi e un paio di romanzi polizieschi di Kathy Reichs, di cui, tanto per dare un’idea, riporto alcuni titoli: Corpi freddi, Resti umani, Ceneri, Ossario, Carne e ossa, Skeleton, Le ossa del diavolo, Duecentosei ossa (l’ultimo, uscito nel 2009).
E cosa c’è di più riposante che leggere un avvincente romanzo “giallo”, sdraiato ai margini di un laghetto di montagna con un bel panino al salame che dice “addentami” e una borraccia di acqua fresca per dissetarsi ?

Entra ne

24 luglio 2009

Possiamo aver fiducia nella magistratura ?

Stefano Livadiotti è un giornalista dell’Espresso, quindi sicuramente non imputabile di faziosità filoberlusconiana.
Ha scritto un saggio, la cui immagine è qui riprodotta, che dovrebbe essere letto da tutti coloro che, ancora, hanno dubbi sul comportamento di alcuni nostri magistrati.
Come sempre, ovviamente, non si può generalizzare.
Livadiotti, da giornalista, ha citato casi eclatanti, quelli che facendo notizia, fanno anche “vendere” ciò che si scrive.
Debolezza umana che nei giornalisti è elevata all’ennesima potenza, anche perché devono rendere conto al loro editore che non è un Mecenate, ma un contabile che alla fine della giornata guarda il saldo tra entrate e uscite.
Ciò non toglie che i casi riportati dal Livadiotti hanno un filo conduttore: il silenzio sui comportamenti anomali.
Perché se ci sono, come ci sono sicuramente, molti magistrati che ogni giorno svolgono con correttezza e puntualità il loro lavoro, quei pochi che alzano i decibel e così finiscono sui giornali dando l’impronta all’intera categoria, non vengono messi a tacere dai più.
Forse perché, come illustra Livadiotti, tutti trovano beneficio in certi provvedimenti, come nel capitolo 4Una carriera a prova d’asino”, riassunto nell’occhiello iniziale: “Le paghe più alte d’europa. La pensioni d’oro. E 51 giorni di ferie l’anno. Sono i privilegi di un sistema unico al mondo. Dove si avanza in base alla sola anzianità. E dopo 28 anni tutti raggiungono lo status di magistrato di cassazione con funzioni direttive. Anche i brocchi rimasti sempre in un tribunale di provincia”.
Eppure l’Anm lamenta vuoti di organico che, magari, riducendo le ferie annue ai 25-30 giorni dei lavoratori “normali”, potrebbero non esserci.
Ultima riflessione per tutti.
Non so se qualche magistrato si sia sentito offeso dal saggio del Livadiotti, ma qualora così fosse lo avrebbe querelato e chi avrebbe dovuto giudicare nel processo ?
Un magistrato.
Esattamente come capiterebbe a chiunque di noi avesse un problema (di condomino, un incidente stradale, una qualsiasi vicenda della vita quotidiana) da finire in tribunale: se l’altra parte fosse un magistrato, sarebbe sempre un magistrato a decidere.
Chi scommetterebbe sulla nostra vittoria ?

Entra ne

20 luglio 2009

21 luglio 1969:l’Uomo conquista la Luna

Quaranta anni fa l’Uomo compì una impresa che resterà impressa per sempre in chi, quel giorno, c’era: un piede umano calpestò, per la prima volta, il suolo lunare.
Io non avevo ancora compiuto 13 anni ed ero, come tanti, appassionato della vicenda astronautica che si confondeva obbligatoriamente con i racconti di fantascienza che già da alcuni anni avevo cominciato ad apprezzare per il tramite di Urania.
La copertura, oggi si direbbe “mediatica”, fu completa e ricorderò sempre il duetto di Tito Stagno in studio con Ruggero Orlando da “Nuova” (sì, diceva proprio così) York.
Nomi divenuti oggi mitici e che si vanno ad aggiungere a tanti altri pionieri della nostra televisione.
Ero in montagna, per la precisione a Santa Caterina Valfurva.
Naturalmente con i miei genitori.
I moti studenteschi erano arrivati ancora attutiti in una Italia ancora del benessere, mentre i moti operai, con i devastanti scioperi generali organizzati dalla triplice e che avrebbero distrutto la nostra economia, erano ancora allo stato di minaccia.
Ma quel luglio 1969 eravamo tutti con la testa sulla … Luna.
Le vacanze scorrevano abitualmente in montagna e poi al mare, ma la parte migliore io l’ho sempre considerata quella a casa, a Bologna, con le interminabili partite con gli amici, nei giochi di società da tavolo, all’ombra di qualche albero o direttamente all’interno del vicino bosco durante le calde ore del giorno e a calcio, più sul tardi, quando cominciava a scendere il sole.
Quel 21 luglio eravamo in montagna.
In molti testi leggerete che l’Uomo è sceso per la prima volta sulla Luna il 20 luglio e non il 21 luglio 1969.
Questioni di fuso orario, per l’Italia era il 21 luglio.
Quel 20 luglio era trascorso nell’attesa.
Qualche giorno prima era partito l’Apollo 11, la missione che aveva come obiettivo il raggiungere la Luna, scendere, risalire e tornare a casa.
Tre astronauti a bordo del Columbia: Neil Armstrong, “Buzz” Aldrin e Michael Collins.
Due soli avrebbero avuto il privilegio di scendere con il modulo di esplorazione lunare, il LEM, denominato “Eagle”.
Così avvenne.
Già nel tardo pomeriggio del 20 luglio era programmata la discesa sulla Luna e mio padre ed io eravamo assieme a molti altri ospiti dell’albergo in sala televisione aspettando il momento sognato, temuto, immaginato.
Si susseguirono però i rinvii, a dimostrazione della delicatezza e della rischiosità di una impresa nella quale il Presidente Richard Nixon aveva giocato molto anche dell’autorevolezza degli Stati Uniti nel mondo, perché la discesa sulla Luna era l’epilogo di una “gara” lunga 12 anni con l’Unione Sovietica.
Che la missione Apollo 11 avesse un sapore decisamente fantascientifico lo dimostra anche come, per ingannare l’attesa, la televisione mettesse in onda alcuni film del genere, tra i quali mi ricordo “Il risveglio del dinosauro”.
Poco alla volta la sala si svuota.
Mia madre era già andata a dormire da tempo.
Ad un certo punto, mi ero addormentato, sento scuotermi.
Era mio padre che mi diceva: stanno atterrando (o forse usò il termine “allunando” …).
Era già, in Italia, la mattina del 21 luglio, ancora il 20 luglio per gli Stati Uniti.
Il Lem allunò nel Mare della Tranquillità.
Armstrong e Aldrin fecero la prima passeggiata lunare dell’Umanità.
Celebre la frase di Armstrong, il primo uomo in assoluto sulla Luna, che posando il piede disse: “Questo è un piccolo passo per uomo ma è un grande passo per l'Umanità”.
Ripartirono e ritornarono sani e salvi.
Mi ricordo di aver letto tanti articoli e libri celebrativi e critici.
In particolare alcuni critici sostenevano che, con la discesa dell’Uomo sulla Luna e la conoscenza scientifica del nostro satellite, si sarebbe persa tanta poesia che, nei millenni, era stata motivo di leggenda, di arte, di letteratura o anche, più semplicemente, di tante belle serate romantiche trascorse, tra un uomo e una donna, guardando la Luna e le stelle.
Credo che quei critici fossero completamente fuori strada.
La Luna ha conservato intatto il suo fascino misterioso, nonostante le successive missioni (tra le quali mi piace ricordare la “incompiuta” dell’Apollo 13 con la vicenda dell’equipaggio che rientrava a Terra, senza aver potuto toccare la Luna, per un guasto alla navicella e grazie alla riserva di aria del Lem) o forse perché, ad un certo punto, i costi erano talmente alti che la Nasa fu costretta e terminare l’invio di uomini sulla Luna per dedicarsi al progetto dello Shuttle.
Un progetto dal quale l’Uomo torna a partire per la Luna, per mettervi radici.
La Nasa, infatti, ha già inviato sonde intorno all’antica Selene per determinare la miglior località ove costruire la prima Base Lunare permanente dell’Uomo, prevista per il 2020 (ma non sarebbe più evocativo il 21 luglio 2019, nel cinquantesimo del primo passo ?).
Base Alfa , come in Spazio 1999 oppure semplicemente “Base Luna” come in Ufo ?
Comunque sia, come in Star Trek lo spazio resta la nostra “ultima frontiera”, che ci fa sognare e ci fa paura.
Ma ci fa anche pensare al grande cammino dell’Umanità e a quanto ancora, i nostri nipoti e pronipoti potranno fare e realizzare, perché tale è il destino dell’Uomo.
E mi piace chiudere questo breve ricordo dello sbarco sulla Luna, con il messaggio che Armstrong e Aldrin hanno lasciato, con una targa fissata nella parte inferiore del Lem rimasto sul nostro satellite e che sicuramente resiste al tempo: “Qui uomini del pianeta Terra per la prima volta scesero sul suolo lunare - luglio 1969 A.D. – Siamo venuti in pace in nome di tutta l'Umanità”.

Entra ne

16 luglio 2009

Lega Nord e Lega Sud

Questo post è scritto il 12 di luglio, quindi potrà non essere di attualità, e affidato al sistema automatico di programmazione di blogspot.
I quotidiani di oggi (12 luglio) riportano la notizia di una riunione che il governatore della Sicilia Lombardo ha tenuto a Roma.
Il suo partito, il Movimento per l’Autonomia che ha cercato di superare – non riuscendovi – lo sbarramento del 4% assieme a La Destra di Storace, Pensionati di Fattuzzo e Centristi di Pionati, si propone di lanciare una “Lega Sud”, minacciando di non votare la fiducia al governo Berlusconi (cui deve la rappresentanza parlamentare, almeno quella alla Camera) e di approvare solo quei provvedimenti “a favore del Sud”.
Lombardo scherza con il fuoco.
Cerca di ripetere in chiave meridionale il successo che Bossi con la Lega Nord ha ottenuto nel Nord.
C’è però una differenza che è obbligo rimarcare – anche se non farà piacere ad alcuni amici - per evidenziare la diversa natura delle due proposte.
Il Sud ha ricevuto, nei decenni, migliaia di miliardi di sovvenzioni con “provvedimenti a favore del Sud”.
Volatilizzati.
E quei soldi provenivano tutti dalle tasche dei cittadini del Nord, per questo è nata ed ha avuto successo la Lega di Bossi (e, prima ancora, la Liga Veneta).
Con molti meno soldi, l’Alto Adige ed il Trentino sono diventati quel paradiso delle vacanze che sono oggi e che arricchisce, ogni giorno, i suoi abitanti.
E’ un problema di amministratori che sono scelti dai cittadini del luogo.
Per questo il Federalismo è la giusta risposta, perché costringe gli amministratori, anche del Sud, a governare bene.
Se torniamo a foraggiarli con trasferimenti di fondi dal Nord, allora sarà tutto inutile e l’unica soluzione sarà la secessione pura e semplice.
Perché la differenza tra la Lega Nord e quella Sud di Lombardo è che la Lega Nord non chiede trasferimenti di fondi, bensì solo di poter amministrare quelli che produce.
La Lega Sud, invece, non si accontenta di ciò che produce, ma vorrebbe continuare con il circolo vizioso dei trasferimenti dalle tasche dei cittadini del Nord.
Per questo se la Lega Nord ha una funzione positiva, quella Sud, Lombardo, è da lasciare al suo destino e mi auguro che Storace non ripeta l’errore di quella alleanza, ma torni a percorrere la strada dell’unità a Destra.


Entra ne

13 luglio 2009

Vacanze

Luglio, il mese delle vacanze.
Da sempre il “mio” mese delle vacanze estive è luglio.
Da piccolo al seguito dei miei genitori e anche se qualche giorno al mare in agosto “mi toccava”, per me “la” vacanza era quella di luglio, in montagna.
So che, bambino, andammo anche nei paesi della montagna bolognese e modenese, ma il primo ricordo è legato a Sella in Valsugana.
Una vacanza alla quale prendevano parte anche amiche di mia madre, forse un qualcosa di organizzato, ma ero troppo piccolo per ricordare.
Più forte il ricordo che inizia con l’anno successivo e che, nelle fotografie di famiglia, appartiene al luglio 1962, Selva di Val Gardena.
I primi due anni non avevamo l’automobile, per cui il viaggio si snodò tra due o tre cambi di treno e un viaggio in corriera che a me parve interminabile.
Arrivammo a Selva nel tardo pomeriggio e scendendo dalla corriera, mi ricordo mia madre che disse a mio padre: ma dove siamo capitati ?
Chi ha in mente la località per le vacanze estive ed invernali che è Selva oggi, se la dimentichi.
In quell’anno – e in quelli successivi con qualche piccolo ritocco – Selva era solo il centro vicino a quello che oggi è il magnifico Oswald (ma l’insegna allora recitava: Osvaldo ed era alquanto malmesso), qualcosa intorno all’Hotel Stella (tra cui il forno, bakerei, credo, in tedesco, dove facevano una focaccia con l’uvetta squisita e dove, in tempi recenti, ho scoperto uno strudel eccezionale) e basta.
Bisognava poi avviarsi verso Plan per trovare qualche raro edificio.
A Selva le stalle erano in paese e al mattino avevamo il latte fresco di mungitura che ci portava la signora dalla quale avevamo affittato per tutto il mese un appartamento.
Latte fresco di mungitura: nonostante non fosse trattato con tutta la cura maniacale e le certificazioni di oggi, non mi ricordo problemi per averlo bevuto.
C’era una sola edicola che era in uno tabaccheria, libreria, oggettistica varia dove trovai alcuni dei più rari fumetti che all’epoca mi interessavano e, negli anni successivi, anche libri in edizioni mai viste a Bologna, soprattutto di Salgari.
C’erano spazi che, oggi, sono tutti occupati da garnì, alberghi e locali vari.
Ancora nel dicembre del 1972 imparai a sciare (beh, forse riferita a me “imparare a sciare” è una espressione troppo impegnativa …) là dove oggi (o almeno fino a tre anni fa) c’è il minigolf.
Per i primi anni eravamo l’unica famiglia italiana assieme ad una di Genova.
Ricordo che nel 1966, campionati del mondo di calcio in Inghilterra, i bambini del luogo con cui giocavamo si unirono ai tedeschi per sfotterci dopo la Corea.
L’Inghilterra ci vendicò e dopo la finale ci divertimmo noi … forse è anche per quell’episodio che sono fortemente filoinglese e non ho grande simpatia per i tedeschi.
Ogni giorno speravo che piovesse: preferivo giocare con gli altri bambini che arrancare sui sentieri al seguito dei miei genitori e dei loro amici.
Nel corso degli anni sono tornato più e più volte a Selva, in estate ed in inverno.
L’ho vista crescere, ma ho sempre ritrovato un posto dove è bello trascorrere alcuni giorni in tranquillità.
La montagna non è legata solo a Selva, anche se ne è la parte maggiore, infatti ci fu anche il luglio 1969 a Santa Caterina Valfurva, ma per quel ricordo ho già preparato un post che, se la programmazione di blogspot funziona, vedrà la luce automaticamente il 20 alle 18,30 (e qualche altro ancora, tanto per non perdere l’abitudine) …
Adesso che sono cresciuto continuo ad amare la montagna e … la pioggia in montagna …
Così, anche questo anno il periodo “lungo” delle vacanze estive sarà dedicato alla montagna.
Da domani, martedì.
Buone vacanze a chi sfrutta il mese di luglio per godersi poi la permanenza in agosto nella città vuota e buona permanenza a chi resta.

Entra ne

12 luglio 2009

Quando il presunto stupratore è di sinistra

Un giovane trentenne di Roma è stato fermato con l’accusa di essere lo stupratore “seriale” dei garages.
E’ il segretario di una locale cellula del pci/pds/ds/pd.
Qui non voglio prendere parte, colpevolista o innocentista, perché sin troppe volte si è visto il presunto “mostro” sbattuto in prima pagina, per poi imparare che era totalmente innocente e la mia fiducia nella magistratura italiana è tale che mi rimarrà sempre il dubbio, a meno che il colpevole non confessi sponte sua.
Qui volevo affrontare il dibattito politico sulla “moralità” della politica.
Una dubbia moralità se sfrutta vicende private che in nessun modo possono essere generalizzate per “bollare” una parte, o per impedire il legittimo esercizio di governo voluto democraticamente da una maggioranza di elettori.
A ben guardare ad agitare in questo modo strumentale la “questione morale” è sempre e solo la sinistra.
Immaginate cosa sarebbe accaduto se il fermato fosse stato un coordinatore di Forza Italia.
Beh, ci vuole poca immaginazione, perché basta guardare la canea che si solleva quando ad essere sotto accusa è un sacerdote !
Invece sotto i riflettori è finito uno “dei loro” e cosa accade ?
Garantismo della stampa che avrebbe taciuto dell’appartenenza politica del sospettato non fosse stato per la voglia di riflettori di uno dei candidati alla guida del pci/pds/ds/pd che ha rilasciato una dichiarazione veemente, nella quale denuncia la necessità di affrontare la “questione morale” nel suo partito, riuscendo ad avvicinare i due maggiori duellanti che non dimostrano altro che di essere due facce della stessa medaglia.
Chi denuncia una presunta "questione morale grande come una montagna" prendendo spunto dal fatto che il presunto stupratore è anche dirigente di partito, è colui che sostiene una legge (sul "testamento biologico") molto più "spinta" di quella proposta e che porterebbe, nei fatti, a lasciar morire un malato momentaneamente incurabile.
Ho letto che si dichiara “cattolico”, anche se pone al centro il problema della "laicità" e naturalmente sarà un cattolico, come piace loro definirsi ?, ah, sì, “cattolici adulti”.
Tanto “adulti” da non battere ciglio quando a Bologna il loro partito ha eletto come capogruppo in comune un omosessuale dichiarato e mezza giunta è andata ad ossequiare gli omosessuali in una loro manifestazione.
Cosa non si farebbe per un pugno di voti ?
Sommessamente, ma decisamente, voglio far rilevare la discrezione con la quale a Destra affrontiamo questo episodio, senza speculare sull’appartenenza politica del presunto stupratore “seriale”, perché non è vicenda politica, bensì tristemente umana.
E questo dimostra anche da che parte è la “superiorità” morale che non è quella delle vicende private, bensì del modo in cui si affrontano i problemi politici.
E la tre giorni del G8 docet.

Entra ne

10 luglio 2009

G8: Berlusconi trionfa, vince l’Italia

Gufi ed avvoltoi risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Così potremmo riferirci all’opposizione interna e alla stampa – interna ed estera – asservita ai poteri forti delle lobbies finanziarie e burocratiche che da un paio di mesi, archiviata con perdite la stagione dei teoremi giudiziari, hanno cercato di abbattere un governo liberamente e democraticamente votato dagli italiani con le sbirciate sotto le lenzuola, il catastrofismo economico, la demagogia populista e le maldicenze varie.
Un vertice cui hanno partecipato 40 capi di stato e di governo, in una zona colpita, poco più di tre mesi prima, da un disastroso terremoto, dopo una crisi finanziaria mondiale e con partecipanti che erano in gran parte neofiti, si è svolto con ordine, con ottimismo, aprendo grandi prospettive per il futuro.
Il merito principale è da attribuire a chi, questo vertice, ha organizzato ed ha condotto con amabilità e competenza: Silvio Berlusconi.
L’Italia, grazie a Berlusconi, esce rafforzata nel suo ruolo globale, spazzando via le infamie che, con spirito antitaliano, sono state propinate anche al nostro interno, senza alcun riguardo per l’interesse nazionale.
Il successo delle visite “guidate” nei luoghi del disastro in Abruzzo rende improprie le manifestazioni – ugualmente “guidate” – di alcuni aquilani contro il governo.
Perché se è comprensibile che ognuno consideri il suo personale problema il più importante, è innegabile che la capacità di Berlusconi di convincere i propri interlocutori si è espressa anche nel presentare le necessità della zona e non c’è dubbio che, per la prima volta, nel giro di pochi mesi tutti i cittadini colpiti dal sisma potranno tornare ad abitare in case e non più in tende.
Ma non solo Abruzzo, anche i temi più rilevanti dei rapporti internazionali politici ed economici sono stati affrontati, per alcuni si è definito già un programma, per altri si è aperta una strada per la soluzione dei problemi sul tavolo.
L’Italia ha mostrato al mondo il suo volto migliore, una guida consolidata negli anni, capace di interpretarne le passioni e il carattere, ma anche di porsi come abile mediatore tra i nuovi leaders che si sono affacciati alla ribalta.
Silvio Berlusconi, al suo terzo summit (un G7 e due G8) ha acquisito ulteriore prestigio internazionale e si potuto permettere, in piena conferenza stampa, davanti al penoso intervento di un giornalista di Repubblica che gli poneva una domanda sulle polemiche interne da loro stessi agitate invece di interloquire intelligentemente sui temi del G8, di dire che il tentativo di rovinargli il vertice è fallito.
Aggiungerei che il tentativo della stampa sinistrata di rovesciare il Premier non solo è fallito, ma si è rivelato un boomerang.
C’è solo, in ultimo, da annotare il patetico e stanco revival dei no global che non hanno saputo fare altro che inneggiare al loro lanciatore di estintori: ognuno ha gli eroi che si merita.

Entra ne

09 luglio 2009

Cattolico o pagano, basta che pigli i topi

In un paio di precedenti post Jetset e J.C. Falkenberg hanno sollevato la “questione cattolica” e una presunta contrapposizione con un’anima liberale.
Nel commento che leggo oggi, addirittura, JCF parla di Fini come uno che dice cose di destra.
Allora voglio ripetere per estrema chiarezza la mia posizione.
A me non interessa nulla se uno è cattolico o laico, pagano o buddista.
Per parafrasare una frase attribuita a Mao, a me basta che pigli i topi.
E i topi chi sono ?
Sono alcune direttive di carattere morale ed etico, fondamentali per il vivere civile e, soprattutto, per il futuro della nostra Umanità, unite ad alcune questioni pratiche, molto concrete, che rappresentano il dovere di uno stato perché sono il motivo per cui ci si riunisce in organizzazioni statuali, per vivere meglio.
Ed ecco un elenco che, come tutti gli elenchi, è necessariamente parziale, esemplificativo e non esaustivo, senza dilungarsi in spiegazioni.
Fondamenti morali ed etici:
- la tutela della Vita degli innocenti e di chi non può difendersi;
- la valorizzazione della Famiglia, nucleo fondamentale della società umana, tale solo se composta da un Uomo e da una Donna;
- la difesa della libertà di parola, di opinione, di diffusione delle idee, di religione;
- la intangibilità della proprietà privata;
- la sussidiarietà dello stato;
- la valorizzazione e la difesa delle nostre Tradizioni sotto ogni profilo ed in ogni aspetto.
Questioni concrete:
- la realizzazione dell’ordine nelle strade;
- la tutela della sicurezza nelle città;
- l’applicazione senza sconti di pene proporzionate al crimine commesso;
- i pubblici ministeri eletti dal Popolo;
- i giudici nominati tra giuristi, avvocati, docenti di esperienza;
- la difesa dalle invasioni dei clandestini;
- l’ammissione nella cittadinanza solo in misura proporzionale a quanti la nostra società può sopportare e di chi è e vuole assimilare la nostra cultura ed esserne assimilato;
- l’espulsione di tutti coloro che non rispettano le norme di accesso alla nostra nazione;
- la riduzione delle tasse;
- l’indipendenza energetica con la costruzione di tutto ciò che serva ad ottenerla
.
So perfettamente che a volte mi trovo con cattolici anche oltranzisti, altre dalla stessa parte di anticlericali mangiapreti.
Non mi interessa, a me interessa che ciò che ho elencato sia realizzato.
E ciò che ho elencato è sicuramente di Destra.
Il Gianfranco Fini di oggi predica il contrario, quindi non è di Destra, bensì potrà trovare la sua collocazione migliore nel pci/pds/ds/pd.
A suo confronto, Carlo Giovanardi mi rappresenta meglio, nonostante l’assurda proposta di sanatoria.


Entra ne

08 luglio 2009

Perché Berlusconi è così indigesto ai poteri forti ?

L’apertura del G8 dimostra come la stampa internazionale, prona ai potentati finanziari ed industriali, non rappresenti la realtà dei fatti, bensì solo una speranza dei suoi padroni.
L’attacco portato addirittura alla organizzazione ed all’agenda del G8, con la richiesta di sostituire l’Italia con la Spagna (dimenticando che mentre l’Italia ha affrontato con successo la crisi internazionale, la Spagna è stata affondata dai colpi della crisi e mentre Berlusconi ha stravinto le europee con 12 punti di vantaggio sui secondi, Zapatero le ha perse) è stato sbugiardato dallo stesso personaggio che avrebbe dovuto infliggere il colpo di grazia a Berlusconi.
Sì, proprio lui, quello “giovane, bello (?) e abbronzato” che ha elogiato l’organizzazione italiana.
E come potrebbe essere altrimenti ?
Chi mai avrebbe avuto il coraggio, per lanciare e portare all’attenzione di tutto il mondo la situazione dell’Abruzzo dopo il terremoto (una idea geniale !) di organizzare un simile vertice proprio a L’Aquila ?
E’ la prima volta ed è la prima volta anche di ben 40 capi di stato e governo, con le rispettive delegazioni e consorti, in arrivo o arrivati e gestiti, con le ovvie difficoltà, in una area che, per colpa dei soliti teppisti, deve essere protetta militarmente.
Eppure il vertice è iniziato bene, l’agenda è fitta di accordi già definiti o in via di definizione dalle rispettive delegazioni e Berlusconi si dimostra il miglior anfitrione possibile, dando prestigio e rilievo all’Italia.
Nonostante gli squallidi attacchi che gli sono stati portati in questi mesi e che sono destinati a rafforzare il sostegno degli Italiani, anche di colore che, davanti ad una normale opposizione, gli voterebbero contro.
Come il sottoscritto.
Ma perché Berlusconi è così indigesto ai poteri forti che decidono cosa e quando pubblicano i giornali ?
Probabilmente perché è un personaggio indipendente.
Ha soldi, tanti, per cui non è corruttibile.
Ha avuto successo negli affari e in politica con i suoi mezzi e non per grazia ricevuta, per cui non è debitore di nulla a nessuno, quindi non è obbligato a restituire i favori.
Le campagne elettorali se le finanzia da solo.
I voti che ottiene sono voti personali, non di partito (il “partito di centro, moderato e liberale” si squaglierà come neve al sole appena Berlusconi non se ne occuperà più).
Ma, soprattutto, Berlusconi sta governando l’Italia.
Con difficoltà con passi molto piccoli rispetto a quel che avremmo desiderato, ma la sta governando e questo è un pericolo per chi ha sempre considerato la nostra Patria uno zerbino, un caudatario, un ascaro che doveva solo adeguarsi a decisioni altrui.
Non lo apprezzano le altre grandi nazioni europee, non apprezzano l’attivismo globale di Berlusconi, i suoi rapporti e gli affari che riesce a concludere a beneficio dell’Italia e scavalcando tutti i “grandi” che si stanno dimostrando piccoli, piccoli.
Per questo il miglior biglietto da visita che può mostrare Berlusconi è l’ostilità dei poteri forti e la simpatia che ottiene dai suoi pari che, ben in quaranta, sono arrivati in Italia e non certo per fare una scampagnata.

Entra ne