Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

05 novembre 2010

Dentro o fuori

La persecuzione contro il Premier ha ormai raggiunto i livelli più alti dal 1994, quando Silvio Berlusconi, scendendo in campo, impedì la vittoria comunista alle elezioni.
Il Cavaliere è sempre stato fortemente osteggiato dai “poteri forti”, la “sovrastruttura” citata dall'ex portavoce della Marcegaglia, che mal digerisce indipendenza di azione e sovranità per l'Italia, che hanno avuto come alleati almeno quattro categorie:
magistrati, giornalisti, squali della finanza e burocrati (siano essi di partito, sindacato o di stato).
Uomo del fare, si è trovato invischiato nei levantinismi della politica italiana.
A quasi 17 anni dalla sua discesa in campo possiamo solo rimpiangere per quello che sarebbe potuto essere se non ci fosse stato l'ostruzionismo della caste oligarchiche i cui privilegi erano messi in pericolo dalla politica del Premier.
Ciononostante i governi Berlusconi sono stati i migliori dell'Italia repubblicana, i più produttivi, quelli che hanno consentito una autentica svolta rispetto alla piccola politica della prima repubblica.
In questo il Premier è stato aiutato da un alleato che dal 2001 si è rivelato fedele e coerente: la Lega.
Grazie alla Lega si è impedita una deriva morale della nazione, bloccando le leggi più perverse e grazie alla Lega si sono imposti al centro dell'agenda politica i tre temi più rilevanti: immigrazione, federalismo e fisco.
Piuttosto Berlusconi ha sbagliato a lasciare il partito nelle mani di moderati o di arrampicatori.
Ha sbagliato nello scegliere la cospicua dote che gli portava Fini, invece di quella più ridotta ma leale di Storace e Santanchè e adesso ne paga le conseguenze.
Pesantissime conseguenze, perchè se nessuno può mettere in dubbio che il voto del 2008 ha significato la vittoria di Berlusconi e la volontà degli elettori di mandare in parlamento non questo o quel deputato o senatore, ma un gruppo il cui unico compito era (ed è) sostenere Berlusconi, l'aver ceduto a Fini troppo e per troppo tempo ha consentito al trasformista ex delfino di Almirante di rappattumare un numero sufficiente di deputati per mettere in minoranza il governo.
Perchè il punto è proprio questo.
Non che Fini sia uscito dal Centro Destra (io uscii da An nel 2003 appena Fini si pronunciò per il voto agli immigrati e da allora sono state innumerevoli le prese di posizioni che attestano l'estraneità di Fini al Centro Destra) ma che adesso possa mettere in minoranza Berlusconi sia pur alleandosi con una variegata e composita compagnia che va da Di Pietro, Vendola e Bersani, a Casini, Montezemolo e Lombardo.
E' una realtà: non c'è più alla camera la maggioranza voluta dal Popolo nel 2008 e confermata in tutte le elezioni nel 2009 e nel 2010.
In quello cui aspira “il più intelligente” della sinistra, cioè in un “paese normale”, questo porterebbe alle urne senza ritardi.
In Italia invece si discute di “governi tecnici” per cambiare la legge elettorale.
Cioè imbrogliare i cittadini sostituendo il governo e la maggioranza che hanno scelto con un governo e una maggioranza imperniata sugli sconfitti.
E cosa sarebbe mai la legge elettorale che vorrebbero ?
Un marchingegno tale da impedire a Berlusconi di governare.
Sì, perchè l'alleanza Pdl+Lega avrebbe ancora la maggioranza.
Tutti gli altri, quindi, preferiscono ritornare all'epoca in cui si chiedevano i voti al Popolo e poi li si usava come pareva.
Quando non c'era una maggioranza, quando non c'era stabilità.
I burocrati di partito vogliono riportare l'Italia ad essere uno staterello a guida di un re Travicello e con un governo soggetto ai veti di chiunque, e tutto per poter mettere le mani nelle tasche degli italiani con la scusa della crisi, o di un terremoto, o del deficit, o delle disposizioni europee.
Mettere le mani nelle tasche degli italiani per perpetuare situazioni di assistenzialismo e di privilegio, per pagare le clientele con la scusa del mantenimento della “pace sociale”.
Sarebbe un gigantesco passo indietro.
Pur con tutte le difficoltà del suo cammino, Berlusconi ha fatto giustizia di quella Italia e ne abbiamo guadagnato tutti (tranne le caste e chi viveva sulle spalle – grazie alle tasse – altrui).
Ma, dicono, Berlusconi è impresentabile per le sue avventure con le donne e anche gli oppositori meno invasati lo invitano a farsi da parte per godersi gli ultimi anni di vita nelle sue ville.
Certo, a tutti piacerebbe avere un Premier giovane, ingessato, con una vita famigliare perfetta da Mulino Bianco.
Ma non c'è.
L'alternativa a Berlusconi, a meno che non esca un misterioso “Mister X” che non si profila tra i (tanti) nomi in primo, secondo e anche terzo piano, è peggiore di Berlusconi, perchè rappresenta l'Italia peggiore.
L'aspirazione a sostituire il Premier (senza averne le capacità) è infatti più o meno espressa da ruderi comunisti, “maggiordomi” di potenti famiglie industriali, omosessuali, burocrati della finanza e dei partiti, ex magistrati giustizialisti che, in quanto tali, con la Giustizia hanno poco a che spartire, comici in ribasso, professionisti della politica che in tutta la vita non hanno mai fatto nulla di produttivo in campo lavorativo.
Non ce n'è uno che sia uno in grado di “dare del tu” agli altri grandi della Terra.
Non ce n'è uno che sia uno in grado di presentarsi con forza e autorevolezza propria ai vertici mondiali e così rappresentare la presenza dell'Italia.
Non ce n'è uno che sia uno che possa interpretare il sentimento popolare degli Italiani e non ce n'è uno che sia uno che prescinda dal guardare con cupidigia i soldi degli Italiani
per utilizzarli per i suoi progetti.
Per questo non c'è alternativa alcuna a Berlusconi, né come leader del Centro Destra, né come Statista.
Per questo tutti i lillipuziani della politica italiana, messi assieme, potranno solo ostacolarne l'azione con danno per tutti noi, ma non riusciranno mai a creare un progetto positivo, utile per tutti noi.
I nodi stanno venendo al pettine.
Berlusconi ha posto l'aut aut a Fini: dentro o fuori.
Speriamo che stia fuori e che si vada presto al voto
.

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04 novembre 2010

I finioti eredi di Democrazia Nazionale

I giornali di osservanza antiberlusconiana (la quasi totalità) strombazzano con evidente soddisfazione la transumanza di altri due parlamentari eletti per sostenere Berlusconi con il gruppo finiota che a sua volta preannuncia di rappattumarne altri.
Ho letto che uno dei due avrebbe dichiarato che adesso potrà rappresentare i cittadini che lo hanno eletto senza doversi inginocchiare.
Peccato che i cittadini lo avessero eletto perchè sostenesse lealmente Berlusconi Premier, passando con Fini ha violato il mandato ricevuto e si dovrà, prima o poi, meglio prima, affrontare la questione del tradimento del mandato elettorale da parte dei parlamentari che, eletti con una formazione, si esercitano nel salto della quaglia.
Parlamentari che dovrebbero essere immediatamente dichiarati decaduti non appena cambiassero casacca o votassero contro le disposizioni del partito con cui sono stati eletti.
E’ evidente la voglia di “tirare a campà” di certi parlamentari e la reazione a presunti accantonamenti o mancati riconoscimenti.
Pur di vendicarsi farebbero persino un governo con i comunisti, alla faccia del rispetto del mandato conferito dagli elettori (e chi ha votato Centro Destra tutto vorrebbe, tranne un accordo con il pci/pds/ds/pd e dintorni).
I giornali tentano di accreditare il gruppo finiota come una destra “pulita” da contrapporre a quella “sporca” che sostiene Berlusconi e vedo nelle tabelle anche di “grandi” (o supposti tali) quotidiani la proiezione (artatamente ricercata) di una linea di continuità con l’Msi per arrivare al nuovo soggetto.
Naturalmente sono tentativi di manipolare le menti più deboli, perchè chiunque, a Destra, quella vera, non riconoscerebbe come figlio (nè legittimo, nè naturale) un movimento che:
- voglia tassare risparmi e casa
- riconosca i “valori” della resistenza
- assecondi i capricci degli omosessuali
- proponga accoglienza, cittadinanza e voto per gli immigrati
- proponga l’eutanasia sia pur, per estrema pudicizia, sotto le mentite spoglie di una legge permissiva sul “fine vita”
- prenda in considerazione una normativa sulla manipolazione genetica, anche qui partendo da un apparentemente asettica definizione della fecondazione assistita eterologa.
Ma, soprattutto, nessuno di Centro Destra prenderebbe mai e poi mai in considerazione un qualsivoglia passaggio, anche momentaneo, in collusione con i comunisti ed i loro caudatari.
Quella di Fini non è Destra e non è Centro Destra è mero trasformismo che dovrebbe ripugnare agli animi “liberi e forti” di qualunque cittadino che si riconosca nei Valori e nei Principi della Destra.
Infatti la manovra di Fini ricorda sempre più quella posta in atto da un gruppo di notabili dell’MSI nel 1977, quando, subornati da pressioni esterne, misero in piedi, dopo le elezioni, un gruppo, Democrazia Nazionale, pieno di colonnelli, che sottrasse oltre la metà dei parlamentari all’MSI di Almirante.
I finioti di allora, i demonazionali, morirono, come meritarono, alle elezioni del 1979 quando, pur con un sistema elettorale che favoriva la frammentazione in gruppuscoli, non riuscirono neppure ad ottenere quei pochi voti necessari ad entrare in parlamento.
Il movimento finiota è degno erede del movimento demonazionale e sono certo che otterrà anche lo stesso risultato elettorale.

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4 novembre nella memoria

Nonostante ritenga personalmente che l'Italia sia irrimediabilmente divisa e che la scelta migliore non possa prescindere da una separazione consensuale e pacifica, non solo tra Nord e Sud, ma anche e soprattutto tra cittadini di Centro Destra e quelli di sinistra, mi piace ricordare l'anniversario del 4 novembre 1918.
Oggi definito "Festa delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia" ma che io continuo a definire "Festa della Vittoria" ricorrendo l'anniversario della Vittoria nella prima guerra mondiale, unica Vittoria degna di questo nome, dopo Roma, delle Armi Italiane unitamente alla conquista dell'Impero nel 1936.
Quel 4 novembre 1918 dimostrammo che siamo un Popolo, una Nazione, che quando riesce a remare verso un unico obiettivo, senza furbizie, ottiene risultati eccellenti perchè unisce forza alla fantasia che, oggi, da sola ci consente di restare nel gruppo dei primi.
Una giornata che più di tante altre meriterebbe di essere Festa a tutti gli effetti e che oggi possiamo onorare semplicemente apponendo un Tricolore al bavero della giacca.


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02 novembre 2010

Vogliono eliminare Berlusconi:per poi far cosa ?

Mi interesso di politica da lungo tempo, ma non ho mai visto un accanimento così animalesco contro una persona.
Gli esponenti di quelle caste che hanno in odio la presenza di Berlusconi in politica perché ne limita i privilegi dando maggior rilevanza e spazio ai sentimenti e alle esigenze del Popolo, schiumano come una muta di cani idrofobi ogni volta che tentano di azzannare definitivamente il Cavaliere.
E’ dal 1996 che “il berlusconismo è finito” e, stando a quello riconosciuto, dalla piaggeria giornalistica, come “il più intelligente” della sinistra", non sarebbe mai dovuto iniziare, visto lo scherno con il quale accolse nel 1994 la discesa in campo del Premier, recordman di durata a Palazzo Chigi.
In questi giorni ci stanno riprovando con le pruderie da guardoni lamentando le feste nella villa del Premier alla presenza di avvenenti e disponibili fanciulle.
Forse perché vorrebbero essere loro stessi invitati e invece devono limitarsi a guardare dal buco della serratura.
Non ho però ascoltato nessuna voce scandalizzata nei confronti di un soggetto che ha sbandierato la sua convivenza con una persona del suo stesso sesso.
La qual cosa meriterebbe ben maggiore riprovazione che non il piacere che può provare un arzillo anzianotto di 74 anni nel ricevere procaci fanciulle.
Eppure quello viene tenuto in considerazione come candidato premier (ovviamente della sinistra …) e a questo si vorrebbe togliere la presidenza del consiglio ottenuta a suon di voti senza prima chiedere al Popolo Sovrano se è o meno d’accordo nella sostituzione.
Ma contro Berlusconi si accanirebbero anche se fosse un asceta casto e puro.
Giustamente Berlusconi stesso raccontò una volta una barzelletta che lo vedeva protagonista assieme a Gesù Cristo e che più o meno suonava così.
Berlusconi è su una barca con Gesù Cristo che tiene in mano un libro.
Inavvertitamente, nella foga del discorso, colpisce il libro che cade in acqua.
Berlusconi scende dalla barca e, camminando sulle acque, raccoglie il libro e lo riconsegna a Gesù Cristo.
Il giorno dopo i giornali di sinistra (l’85% della stampa italiana) e le trasmissioni televisive montano un caso ignorando che Berlusconi ha camminato sulle acque e chiedendo le sue dimissioni perché ha buttato a mare un libro di Gesù Cristo.

Quanto di più vero !
Ammesso e non concesso che Berlusconi sia tutto quello che la sinistra dice che sia: per fare cosa volete sostituirlo ?
Per aumentare le tasse sui risparmi e ripristinare le gabelle sulla casa ?
Per aprire le porte all’immigrazione cedendo i nostri diritti agli ultimi arrivati cui concedere cittadinanza e voto ?
Per spingere l’Italia su una deriva morale senza fine ?
Per mettere l’Italia sotto la tutela di una casta togata ?
Per rinunciare a sovranità e indipendenza ?
Per continuare ad alimentare clientele e assistenzialismo improduttivo sottraendo risorse al Nord produttivo e ai singoli cittadini ?
Per nuove rottamazioni che finanzino con soldi pubblici una Fiat sempre pronta a socializzare le perdite e privatizzare i guadagni ?

Se è così, ci teniamo stretto Berlusconi che, pur faticosamente, si è incamminato sulla strada giusta.
Meglio un presidente puttaniere di uno gabelliere.

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29 ottobre 2010

Il re del quartiere

Mi ricordo che da piccolo mi colpì il racconto di un vecchio cane, da sempre il più forte del quartiere, al quale tutti gli altri animali, anche i più giovani, cedevano il passo ed al quale le cagne, anche le più viziate, si concedevano.
Ogni tanto qualche cane lo sfidava per subentrare, ma il vecchio mastino vinceva sempre.
E così giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Un giorno uno dei più giovani cercò di ribellarsi.
Il vecchio mastino si limitò a scacciarlo dal branco.
Gli altri animali lessero negli occhi del vecchio mastino la stanchezza per le tante battaglie combattuta e l'approssimarsi della fine e lo attaccarono tutti assieme.
Di questa storia lessi più finali.
Uno diceva che il vecchio mastino lottò con tutte le sue forze e riuscì, per l'ultima volta, a sopraffare i nemici, ma fu talmente ferito che dopo il combattimento morì anche lui.
Un'altra raccontava che il branco sopraffece il vecchio mastino e, subito dopo, cominciò una feroce lotta intestina per chi dovesse prenderne il posto che uccise tutti gli animali, disperdendo il branco i cui componenti furono prede di altri branchi più organizzati.
Ambedue i finali portano alla morte di tutto il branco.
Provate a sostituire il branco con l'Italia.
Il vecchio mastino con Berlusconi.
E i vari cani con i funzionari di partito e delle varie altre caste ostili al Premier ed avremo una morale.
I deboli possono anche riuscire, unendosi, a sconfiggere il più forte, ma non possono sostituirsi alla sua guida perchè non ne sono all'altezza.
E nell’anarchia che seguirebbe perderebbero tutti a beneficio di chi arrivasse dall’esterno ... immigrati o “sovrastrutture” politico-economiche non farebbe, per noi trasformati in sudditi, grande differenza.


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27 ottobre 2010

La fronda degli "importanti"

La Francia ha avuto un processo di unificazione e di costituzione dello stato unitario completato e consolidato molto prima di quello italiano.
L’unità amministrativa fu garantita da una figura, quella del re, cui, poco alla volta, si inchinarono tutti i pari del regno, anche quelli che, discendendo direttamente dai feudatari di Carlo Magno, potevano vantare “sangue” ancor più nobile del monarca.
Non fu un processo pacifico, ma fu aiutato dalla presenza sulla scena politica francese di due grandi politici, entrambi cardinali, che caratterizzarono il XVII secolo, consentendo a Luigi XIV di passare alla storia del mondo come “il Re Sole”.
Quei due signori furono Armand Jean du Plessis de Richelieu, piccola nobiltà di provincia francese, divenuto per tradizione di famiglia vescovo di Lucon, che affiancò prima il Maresciallo Concini sotto la reggenza di Maria de Medici, quindi riuscì ad evitare di essere travolto dalla caduta dei Concini e fu il primo ministro di Luigi XIII dal 1624 alla morte avvenuta nel dicembre 1642.
Più statista che cardinale, nonostante l’immagine negativa che ne diede Dumas nei suoi romanzi, Richelieu merita di essere ricordato dai francesi per aver assoggettato i nobili di Francia al re e aver eliminato tutte le città-stato, le fortezze, come La Rochelle, che minavano l’autorità del monarca.
Ma fu un grande statista anche per essere stato capace di preparare e poi suggerire al sovrano il suo sostituto, il Cardinale italiano Giulio Raimondo Mazzarino che lo sostituì, divenne in sostanza il mentore del futuro re Luigi XIV e, alla morte di Luigi XIII avvenuta neppure un anno dopo quella di Richelieu, si dice prese il suo posto anche nel letto della vedova Anna d’Austria che a lui si affidò completamente per difendere il trono del piccolo figlio, futuro Re Sole.
Mazzarino oltre ai nemici esterni dovette affrontare anche le ribellioni interne che passarono sotto il nome di “Fronda”.
Una, di carattere nobiliare cioè con la testa rivoltaalpassato, fu definita, dai suoi stessi promotori, degli “importanti” ma furono solo mezze figure dietro alle quali si celavano ben altri e più imponenti interessi.
Erano i vecchi nobili, potenti, tra loro imparentati, che cercarono l’ultimo assalto per riprendersi ciò che Richelieu aveva loro tolto per conferirlo al sovrano.
Pagarono la sconfitta, perchè Mazzarino alla fine vinse e impose la sua legge, solo le mezze figure.
Se passiamo a quasi quattro secoli dopo, in Italia,vediamo che gli “importanti” sono una unione di due o tre caste che vorrebbero tornare a fare il bello e brutto tempo in Italia, espropriandoci dei nostri soldi per i loro disegni e impedendoci di pensare con la nostra testa e promuovere le nostre idee perchè vogliono che si pensi tutti allo stesso modo.
Questi “importanti” in realtà fanno, più o meno coscienti, il gioco di una “sovrastruttura”, la cui esistenza è stata svelata in una intercettazione dall’ex portavoce della Marcegaglia, che ha tutto l’interesse a non consentire che il Popolo comandi e possa scegliere da chi farsi governare.
Questi “importanti” trovano però un ostacolo troppo alto per le loro sole forze anche riunite e il Mazzarino odierno ha il nome di Silvio Berlusconi.
Ecco che, una volte leccate le ferite delle precedenti batoste elettorali, si ripresentano, più sfrontati che mai, per reclamare il diritto a conculcare il diritto del Popolo a scegliersi il Capo.
D’alema, nella pomiciata di sabato con Fini, l’ha detto senza vergogna che il Lodo Alfano sancirebbe una “aberrazione”: l’investitura popolare del Premier.
Non sia mai !
Come potrebbero giustificare i loro ribaltonismi ?
Ricordiamoci tutti che se questi qua raggiungessero il loro scopo, per tutti noi significherebbe la trasformazione da cittadini in sudditi.
Avremmo le loro avide mani nelle nostre tasche un giorno sì e l'altro pure con la scusa oggi dei conti da risanare, domani di un evento naturale cui far fronte e, per trovare questo genere di scuse, la loro fantasia non fa difetto e dovremmo anche tacere per evitare la punizione che spetta ai servi ribelli e sgamati … magari con una opportuna intercettazione di comunicazioni private che si potrebbe sposare a breve con una legge liberticida che punisca le opinioni.
Per questo se Berlusconi non sarà “il” migliore, sicuramente è migliore di qualsiasi funzionario della politica che aspira a prenderne il posto.

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25 ottobre 2010

Ignorare i sermoni di Napolitano

Travalicando dal suo compito che è quello di valutare e firmare (o non firmare) le leggi approvate, Napolitano supplisce al ruolo di opposizione e partecipa al momento formativo di una legge.
Con la pessima figura, come ciliegina, di dover in meno di ventiquattro ore precisare i termini di un intervento che rappresenta al meglio il proverbio: un bel tacer non fu mai scritto.
Con lui, inutile dirlo, anche un altro signore che dovrebbe fare della terzietà rispetto alla lotta politica uno specifico suo dovere istituzionale e che, come aggravante, ha il fatto di essere stato eletto con i voti di chi vuole vedere Berlusconi governare e, invece, capeggia platealmente alcuni suoi seguaci per ostacolare l’azione delPremier, sposando tutte le più devastanti tesi della sinistra (dalla cittadinanza breve e voto agli immigrati, all'elevazione a dignità di legge dei capricci omosessuali e perfino l'aumento della tassa sui risparmi dal 12,5 al 25 %).
Di Fini ho detto tutto ciò che è possibile dire, di quello che serve a completare il mio pensiero su di lui (e questo ancora non è reato) lascio libera la fantasia di chi mi legge.
Anche su Napolitano ho scritto tutto ciò che è possibile, anche col rispetto dovuto a qualunque persona di età avanzata comunque meritevole, per il solo fatto dell'età, di sedersi in poltrona, davanti al caminetto e sonnecchiare ascoltando la radio.
Ma nel suo ruolo non si può ignorarne la storia personale che ci dice che è un comunista non pentito.
Non solo ha aderito per tutta la vita ad una ideologia malsana e aberrante, ma non l’ha abbandonata se non dopo il crollo del muro e la caduta dell’Unione Sovietica, seguendo scrupolosamente il percorso del suo partito: pci – pds – ds – pd.
Non lo si può quindi considerare un “faro” che illumina la nostra strada politica e, quindi, i suoi sermoni non sono la “voce saggia” che alcuni millantano, ma è voce di parte che rappresenta solo una fazione.
A maggior ragione se ricordiamo le circostanze con le quali fu eletto.
Un parlamento sulla cui composizione gravavano forti dubbi per situazioni mai chiarite in certe regioni dove la lista di sinistra ottenne quel pugno di voti che le fece raggiungere una maggioranza insufficiente a portare a termine la legislatura, ma sufficiente a interrompere il buon governo del Centro Destra.
Dubbi mai chiariti perché la sinistra fu talmente debole da riconsegnare in due anni il governo a Berlusconi che, quindi, non ebbe più interesse a rimestare il passato per chiarire quei dubbi.
Ma di quel passato ci è rimasto Napolitano.
Una volta acclarato che quel che Napolitano dice è viziato da una volontà di parte, non resta che darvi il giusto peso.
Ascoltarlo con il rispetto dovuto ad una persona anziana e poi proseguire sulla nostra strada.
Napolitano potrà non firmare una legge, ma alla seconda approvazione, senza modifiche, persino la vigente costituzione gli impone: firmare o dimettersi.
E’ un processo più lungo, non senza scontri istituzionali, ma la maggioranza e il governo espressione di tale maggioranza hanno una responsabilità politica e morale nei confronti dei cittadini perché sono la maggioranza degli azionisti cui appartiene l’Italia.
Gli Italiani vogliono essere governati da Berlusconi.
Lo hanno detto alle politiche del 2008 e confermato in due elezioni amministrative ed una europea nel corso del 2009 e del 2010.
Tutto il resto non conta.


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22 ottobre 2010

Giustizia: che sia la volta buona

Si torna a parlare di riforma della giustizia.
Lodo Alfano, intercettazioni, rivisitazione dell’organizzazione dei magistrati.
Personalmente ritengo che più che una riforma occorrerebbe una rivoluzione, però mi accontenterei anche di molto meno: di quel che propone Berlusconi, tanto per cominciare a dare una svolta.
Il Lodo Alfano è utilissimo per sottrarre gli eletti dal Popolo Sovrano ai condizionamenti di inchieste ideologizzate, quindi restituendo a chi è stato scelto dal Popolo il pieno potere legislativo.
Le intercettazioni sono un abbruttimento della nostra società informatica che hanno non solo ridotto poliziotti e magistrati alla stregua di guardoni, ma forniscono materiale per pettegolezzi privi di qualsivoglia connessione con una seria indagine, utili solo per soddisfare i pruriti morbosi di qualcuno.
Tra l’altro consentire le intercettazioni nel momento in cui si propongono leggi liberticide contro la libera manifestazione di idee non conformi rispetto alla vulgata “politicamente corretta” o ai voleri di potenti lobbies mondiali, significa renderci tutti ancora più oppressi, perchè con la possibilità di intercettare ed agire in base a quel che si ascolta, potremmo essere perseguiti per aver espresso, in casa nostra, in privato, per telefono con un amico, idee anticonformiste.
I magistrati, infine, sono coloro che dovrebbero amministrare la giustizia ed essere percepiti dal Popolo come terzi, indipendenti e autorevoli.
Così oggi non accade e anche i tanti magistrati seri sono coinvolti dalla ideologizzazione causata dai loro colleghi politicamente schierati.
Così sarebbe necessario che i pubblici ministeri fossero eletti dal Popolo per svolgere l’azione penale su quei temi che maggiormente disturbano i cittadini, invece di mirare a inchieste spettacolari, con titoli da prima pagina che poi si concludono solo con spese a carico dei contribuenti e un nulla di fatto verso i veri criminali.
Sarebbe necessario che i giudici fossero scelti tra persone esperte di diritto, già professionalmente affermate e non con un banale concorso pubblico.
Sarebbe opportuno che ai giudici venisse inibita l’attività politica per tutto il loro mandato e per almeno dieci anni dopo l’abbandono della toga.
Inizialmente ci si potrebbe comunque accontentare della separazione delle carriere, con due collegi che giudichino pubblici ministeri e giudici, con una valutazione professionale più stringente, una riduzione degli emolumenti in linea con quella generale degli impiegati statali, l’attivazione della responsabilità personale dei magistrati e la dipendenza gerarchica dei pubblici ministeri dal dicastero della giustizia.
Infine le corti, a cominciare dalla corte costituzionale.
Una rivisitazione dei poteri in tema di incostituzionalità che, per ovviare alle maggioranze che vengono a cambiare nel tempo, preveda, come già proposto, un quorum qualificato di almeno i 2/3 del collegio (non dei votanti).
Analogamente sarà opportuno restringere i casi in cui si possa ricorrere in cassazione, restringendo anche le previsioni di intervento di tale corte.
Ma su tutto quel che è importante è che questa volta, Fini o non Fini, Bongiorno o non Bongiorno, quel che uscirà dal Consiglio dei Ministri sia portato in parlamento, senza compromessi, senza tentennamenti, senza modifiche, ponendo la fiducia e, se i finioti voteranno contro, andando al voto.


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21 ottobre 2010

A mani protese verso le nostre tasche

Il parlamento europeo ha votato una direttiva che prevede due settimane di “paternità” pagata al 100%.
Non ho letto se tale norma dovrebbe estendersi anche a chi non è cittadino comunitario, stante il becero buonismo imperante risponderei affermativamente.
Chi paga ?
Nella rai pubblica si sprecano denari di tutti per lauti compensi ad agit-prop (con la scusa che sarebbero “artisti” o “intellettuali”) di parte, chiamati da conduttori di parte e pure loro pagati con i nostri soldi e difesi da un presidente di minoranza che evidentemente ha un ruolo di parte e non terzo e non ha ancora capito che non è lui il padrone della rai, ma noi cittadini che esprimiamo la nostra volontà con la nostra maggioranza elettorale, perchè siamo noi che paghiamo.
A Terzigno, in Campania, non vogliono che si apra una discarica per i rifiuti.
Ma dove vorrebbero sistemare i loro rifiuti ?
Vorrebbero forse che venissero trasportati estero, come fece Prodi, con costi enormi ?
E ... chi paga ?
Perchè poi dovremmo pagare per smaltire i rifiuti campani, quando il problema da noi non si pone, quindi significa che è sufficiente volere (ed eleggere amministratori competenti) perchè non si parli più di questa vicenda ?
Non sarebbe ora che ogni regione gestisse i propri rifiuti nel suo territorio e pagasse con propri fondi se volesse sbarazzarsene altrove ?
Tre esempi di come l’assalto demagogico alle nostre tasche assume contorni sempre più decisi.
A ciò si aggiunga che a fronte di una dichiarazione del Ministro Tremonti che conferma essere contraria alla filosofia del Governo l’idea di aumentare le tasse sui risparmi, la cgil di Epifani non si dice d’accordo e vorrebbe una forte svolta (cioè un forte aumento) della tassazione sui nostri risparmi.
E’ facile essere generosi con i soldi altrui !
Perchè non cominciamo a ridurre i costi della rai all’interno di quanto l’azienda pubblica ricava con la pubblicità, quindi sopprimendo il canone e ogni trasferimento da parte dello stato ?
Perchè non proseguiamo con il sopprimere ogni contributo per nani e ballerine (film e produzioni varie) ?
Che si mantengano con l’incasso al botteghino !
Perchè non andiamo avanti con la soppressione di ogni contributo ai quotidiani, che devono vivere se vendono, ma anche morire se non attraggono lettori ?
Perchè non sottraiamo agli enti locali dai trasferimenti centrali gli importi che quegli enti locali dissipano per iniziative ideologiche come mostre di parte, concerti di presunti artisti di parte o addirittura donando (facile la beneficenza con i soldi altrui !) all’estero per gli ospedali di Cuba invece di finanziare i nostri ?
Una autentica cultura della buona amministrazione inizia quando si capisce che non si devono più mettere le mani in tasca ai cittadini per finanziare demagogia allo stato puro, per far pagare diffusamente errori o anche capricci di una parte.
Siamo tutti capaci di proporre iniziative di grande colore e di grandi agevolazioni, ma dovremmo anche dire come intendiamo finanziarle senza ricorrere al sin troppo spremuto contribuente e risparmiatore italiano.
Quando andremo a votare, dovremo prima di tutto valutare chi è che vorrebbe toglierci altro denaro da spargere clientelarmente in giro per l’Italia (e non solo) e chi, invece, si è sempre astenuto dal ravanare nelle nostre tasche.

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20 ottobre 2010

Ridendo castigat mores

Abitualmente le catene che mi arrivano, terminano la loro corsa nel mio computer.
Eccezionalmente ve ne sono alcune che meritano di essere diffuse.
Quella che segue mi è arrivata ieri.
Qualcuno potrebbe definirla “qualunquista”, ma a me piace perchè dimostra come si possa fare dell’ironia senza volgarità e senza indirizzarla a senso unico, sempre e comunque contro Berlusconi come fanno i nani e le ballerine della rai purtroppo pubblica che, tra l’altro, si lamentano se i rappresentanti di quella maggioranza che è il loro editore decidono di contenerne la faziosità e gli emolumenti stratosferici e ingiustificati, soprattutto quando si tratta di qualche comparsata.
Ironia non volgare, dunque e indice della percezione che si ha dei vari personaggi politici.
Buona lettura.

Minatori in Cile ... e in Italia

Se
fosse successo in una miniera italiana, le cose sarebbero andate così:
1° giorno: tutti uniti per salvare i minatori, diretta tv 24h, Bertolaso sul posto.
2° giorno: da Bruno Vespa plastico della miniera, con Barbara Palombelli, Belen e Lele Mora.
3° giorno: prime... difficoltà, ricerca dei colpevoli e delle responsabilità:
BERLUSCONI: colpa dei comunisti;
DI PIETRO: colpa del conflitto d'interessi;
BERSANI: ... ma cosa ... è successo??
BOSSI: sono tutti terroni, lasciateli la';
CAPEZZONE: non è una tragedia è una grande opportunità ed è merito di questo governo e di questo premier;
FINI: mio cognato non c'entra.
4° giorno: TOTTI: dedicherò un gol a tutti i minatori.
5° giorno IL PAPA: faciamo prekiera a i minatori ke in qvesti ciorni zono vicini al tiavolo!!
6° giorno: cala l'audience, una finestra in Chi l'ha visto e da Barbara d'Urso che intervista i figli dei minatori: "dimmi, ti manca papà?'"
dal 7° all 30esimo giorno falliscono tutti i tentativi di Bertolaso, che viene nominato così capo mondiale della protezione civile. Dopo un mese, i minatori escono per fatti loro dalla miniera, scavando con le mani.
Un anno dopo, i 33 minatori, già licenziati, vengono incriminati per danneggiamento del sito minerario.

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