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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

05 novembre 2010

Dentro o fuori

La persecuzione contro il Premier ha ormai raggiunto i livelli più alti dal 1994, quando Silvio Berlusconi, scendendo in campo, impedì la vittoria comunista alle elezioni.
Il Cavaliere è sempre stato fortemente osteggiato dai “poteri forti”, la “sovrastruttura” citata dall'ex portavoce della Marcegaglia, che mal digerisce indipendenza di azione e sovranità per l'Italia, che hanno avuto come alleati almeno quattro categorie:
magistrati, giornalisti, squali della finanza e burocrati (siano essi di partito, sindacato o di stato).
Uomo del fare, si è trovato invischiato nei levantinismi della politica italiana.
A quasi 17 anni dalla sua discesa in campo possiamo solo rimpiangere per quello che sarebbe potuto essere se non ci fosse stato l'ostruzionismo della caste oligarchiche i cui privilegi erano messi in pericolo dalla politica del Premier.
Ciononostante i governi Berlusconi sono stati i migliori dell'Italia repubblicana, i più produttivi, quelli che hanno consentito una autentica svolta rispetto alla piccola politica della prima repubblica.
In questo il Premier è stato aiutato da un alleato che dal 2001 si è rivelato fedele e coerente: la Lega.
Grazie alla Lega si è impedita una deriva morale della nazione, bloccando le leggi più perverse e grazie alla Lega si sono imposti al centro dell'agenda politica i tre temi più rilevanti: immigrazione, federalismo e fisco.
Piuttosto Berlusconi ha sbagliato a lasciare il partito nelle mani di moderati o di arrampicatori.
Ha sbagliato nello scegliere la cospicua dote che gli portava Fini, invece di quella più ridotta ma leale di Storace e Santanchè e adesso ne paga le conseguenze.
Pesantissime conseguenze, perchè se nessuno può mettere in dubbio che il voto del 2008 ha significato la vittoria di Berlusconi e la volontà degli elettori di mandare in parlamento non questo o quel deputato o senatore, ma un gruppo il cui unico compito era (ed è) sostenere Berlusconi, l'aver ceduto a Fini troppo e per troppo tempo ha consentito al trasformista ex delfino di Almirante di rappattumare un numero sufficiente di deputati per mettere in minoranza il governo.
Perchè il punto è proprio questo.
Non che Fini sia uscito dal Centro Destra (io uscii da An nel 2003 appena Fini si pronunciò per il voto agli immigrati e da allora sono state innumerevoli le prese di posizioni che attestano l'estraneità di Fini al Centro Destra) ma che adesso possa mettere in minoranza Berlusconi sia pur alleandosi con una variegata e composita compagnia che va da Di Pietro, Vendola e Bersani, a Casini, Montezemolo e Lombardo.
E' una realtà: non c'è più alla camera la maggioranza voluta dal Popolo nel 2008 e confermata in tutte le elezioni nel 2009 e nel 2010.
In quello cui aspira “il più intelligente” della sinistra, cioè in un “paese normale”, questo porterebbe alle urne senza ritardi.
In Italia invece si discute di “governi tecnici” per cambiare la legge elettorale.
Cioè imbrogliare i cittadini sostituendo il governo e la maggioranza che hanno scelto con un governo e una maggioranza imperniata sugli sconfitti.
E cosa sarebbe mai la legge elettorale che vorrebbero ?
Un marchingegno tale da impedire a Berlusconi di governare.
Sì, perchè l'alleanza Pdl+Lega avrebbe ancora la maggioranza.
Tutti gli altri, quindi, preferiscono ritornare all'epoca in cui si chiedevano i voti al Popolo e poi li si usava come pareva.
Quando non c'era una maggioranza, quando non c'era stabilità.
I burocrati di partito vogliono riportare l'Italia ad essere uno staterello a guida di un re Travicello e con un governo soggetto ai veti di chiunque, e tutto per poter mettere le mani nelle tasche degli italiani con la scusa della crisi, o di un terremoto, o del deficit, o delle disposizioni europee.
Mettere le mani nelle tasche degli italiani per perpetuare situazioni di assistenzialismo e di privilegio, per pagare le clientele con la scusa del mantenimento della “pace sociale”.
Sarebbe un gigantesco passo indietro.
Pur con tutte le difficoltà del suo cammino, Berlusconi ha fatto giustizia di quella Italia e ne abbiamo guadagnato tutti (tranne le caste e chi viveva sulle spalle – grazie alle tasse – altrui).
Ma, dicono, Berlusconi è impresentabile per le sue avventure con le donne e anche gli oppositori meno invasati lo invitano a farsi da parte per godersi gli ultimi anni di vita nelle sue ville.
Certo, a tutti piacerebbe avere un Premier giovane, ingessato, con una vita famigliare perfetta da Mulino Bianco.
Ma non c'è.
L'alternativa a Berlusconi, a meno che non esca un misterioso “Mister X” che non si profila tra i (tanti) nomi in primo, secondo e anche terzo piano, è peggiore di Berlusconi, perchè rappresenta l'Italia peggiore.
L'aspirazione a sostituire il Premier (senza averne le capacità) è infatti più o meno espressa da ruderi comunisti, “maggiordomi” di potenti famiglie industriali, omosessuali, burocrati della finanza e dei partiti, ex magistrati giustizialisti che, in quanto tali, con la Giustizia hanno poco a che spartire, comici in ribasso, professionisti della politica che in tutta la vita non hanno mai fatto nulla di produttivo in campo lavorativo.
Non ce n'è uno che sia uno in grado di “dare del tu” agli altri grandi della Terra.
Non ce n'è uno che sia uno in grado di presentarsi con forza e autorevolezza propria ai vertici mondiali e così rappresentare la presenza dell'Italia.
Non ce n'è uno che sia uno che possa interpretare il sentimento popolare degli Italiani e non ce n'è uno che sia uno che prescinda dal guardare con cupidigia i soldi degli Italiani
per utilizzarli per i suoi progetti.
Per questo non c'è alternativa alcuna a Berlusconi, né come leader del Centro Destra, né come Statista.
Per questo tutti i lillipuziani della politica italiana, messi assieme, potranno solo ostacolarne l'azione con danno per tutti noi, ma non riusciranno mai a creare un progetto positivo, utile per tutti noi.
I nodi stanno venendo al pettine.
Berlusconi ha posto l'aut aut a Fini: dentro o fuori.
Speriamo che stia fuori e che si vada presto al voto
.

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