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16 ottobre 2005

Pinochet,Generale e Presidente: l'antefatto

Alcuni giorni fa La buona battaglia ha scritto un bel post nel quale riprendeva quella che non è una tesi nuova, quella dell’ omicidio di Allende perpetrato da uno dei suoi “consiglieri” cubani, perchè fu sin dall’inizio la versione (ignorata) del Governo Cileno e confermata dall’unico giornalista italiano presente in quei giorni a Santiago (Giancarlo Zanfrognini de “Il Resto del Carlino”: chissà perchè nessuno ha mai pensato di raccogliere in volume i suoi articoli sul Cile prima e dopo l’11 settembre 1973).

Più recentemente anche A Conservative Mind ha fornito una buona documentazione per seppellire il mito di Allende

Così, questa spolveratina ad un episodio negato dal politically correct, mi offre il destro per ricordare quello che fu un altro avvenimento, strumentalizzato, manipolato e travisato dalla vulgata comunista: l’11 settembre 1973 e la cacciata del governo socialcomunista di Allende che aveva distrutto l’economia del Cile e si accingeva a sopprimerne la libertà.

Il Cile è, da sempre, un paese nel quale la democrazia non è cosa sconosciuta: un piccolo miracolo nell’America Latina.

Al governo del paese si erano alternati democristiani e destra.

Nel 1970 erano previste le elezioni presidenziali.

Il presidente uscente (il democristiano Eduardo Frei) era ineleggibile, così i democristiani scelsero un esponente della loro sinistra interna Rodomiro Tomic.

La Destra scelse un ex presidente Jorge Alessandri.

La sinistra, unita con l’estrema filoterrorista e con i partiti socialista e comunista, optò per il socialista Salvador Allende.

Il 4 settembre 1970 il voto popolare non diede la maggioranza a nessuno del tre candidati:
Allende ottenne il 36,3%, Alessandri il 34,9%, Tomic il 27,8%.

Risulta evidente come la maggioranza dei cileni (nella misura di quasi i 2/3 ) bocciasse l’ipotesi di un governo di sinistra.

Ciononostante, quando il parlamento si riunì per scegliere il presidente tra i due candidati più votati, la sinistra democristiana (che non è nuova – veggasi la situazione italiana – a tirare la volata ai comunisti) dirottò i suoi voti su Allende che fu eletto.

Cominciò così l’agonia del Cile, durata 3 anni.

Allende si circondò degli elementi più estremisti (i socialisti guidati da Carlos Altamirano erano di gran lunga più radicali dei comunisti di Luis Corvalan e trovarono una intesa con gli estremisti del MIR, Movimento de la Isquierda Revolucionaria).

Nazionalizzazioni, inflazione e, soprattutto, infiltrazione di “consiglieri” cubani, anche armati, delineavano una deriva castrista di Allende e del suo governo che affrontava con cipiglio tipicamente stalinista gli scioperi popolari.

In una situazione così tesa, la democrazia cristiana il cui controllo, nel frattempo, era stato ripreso dall’ala moderata capeggiata dall’ex presidente Frei, tolse la fiducia ad Allende, chiedendo ripetutamente le sue dimissioni.

Il 22 agosto 1973 , con un documento che rappresenta un pesantissimo atto di accusa contro Allende e il suo governo, la Camera dei Deputati del Cile vota un appello alle istituzioni e alle Forze Armate del Cile perchè intervenissero per ripristinare la legittimità costituzionale, sfiduciando Allende.

L’11 settembre 1973 – 20 giorni dopo il voto del Parlamento - le Forze Armate intervengono a destituire Allende e insediando un Giunta provvisoria guidata del Generale Comandante delle Forze Armate Augusto Pinochet Ugarte.


(1-continua)

4 commenti:

Otimaster ha detto...

Che il seguito non si faccia attendere molto, colmerà molte mie lacune... : ))

Anonimo ha detto...

Sì, sono proprio curioso di vedere dove andiamo a parare.

Massimo ha detto...

Il seguito è di altri due post.
Entro domenica :-)
Dove andiamo a parare ?
A fornire una versione diversa da quella, interessata, propagandata dalla sinistra.
Mi sono spesso trovato a discutere sul Cile con persone che non sapevano quel che era accaduto e che sapevano solo ripetere la liturgia "antifascista", imparata a memoria.

Massimo ha detto...

Grazie. La seconda parte penso domani sera e la terza (e, per ora, ultima) domenica o lunedì ...