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10 marzo 2008

Identità e Tradizione patrimonio de La Destra/Fiamma Tricolore

Se i programmi elettorali sono un libro dei sogni impossibili, buoni solo a far discutere e magari a diventare … carta straccia, cionondimeno possono dare una idea dell’ indirizzo della lista che li propone.
Così la somiglianza tra i programmi pdl e pci/pds/ds/pd trova in quel “ma anche” che incautamente Berlusconi ha inserito tra le radici giudaico cristiane e la parte migliore dell’illuminismo, il suo momento apicale perché in quella frase c’è tutta l’ipocrisia di un politicamente corretto che speravamo di non vedere mai in Berlusconi e che sembra proprio una forzatura alla sua stessa natura, come dimostra il gesto, autenticamente berlusconiano, del vero Berlusconi, di strappare pubblicamente il programma di Veltroni.
Ma carta canta (e villan dorme, dice il proverbio …).
E il “ma anche” dimostra come il tentativo del pdl sia quello di annacquare principi e valori che, una volta, appartenevano alla comunità del Centro Destra, per essere inclusivo di realtà che, con il Centro Destra, c'entrano come il cavolo a merenda.
Ma la bandiera di quei valori non viene ammainata, perché il testimone viene raccolto da La Destra/Fiamma Tricolore, che ha fatto dell’Identità e della Tradizione le sue colonne portanti.
Quando nel programma de La Destra/Fiamma Tricolore si parla di Sacro e Bello, ci si rifà ad una Tradizione umanistica che ha la sua culla nella nostra Patria e, quindi, la Tradizione non può essere disgiunta dalla Identità Nazionale, da un concetto di sovranità che travalica ogni e qualsivoglia trattato, per rimettere la decisione ultima sulle sorti di una nazione al suo Popolo e non ad una congrega di burocrati monetari.
Sono Principi, sono Valori che trovano una difficile attuazione in una società inquinata dal mercantilismo estremo (liberista, non liberale) e dal materialismo relativista (socialista, non progressista) che, non a caso, sono ovunque contrapposti all’Ideale Conservatore.
Sono Principi e sono Valori che possono dare una idea del come un partito, inserendoli nel proprio programma, voglia proporre un progetto di stato che non sottragga risorse ai cittadini nel nome di imposizioni di ragioneria da banche centrali.
Nessuna nazione è mai cresciuta con il pallottoliere e nessuna nazione è mai progredita se ha fatto prevalere le ragioni di bilancio a quelle dello sviluppo.
Ce lo hanno insegnato Francia e Germania che stanno uscendo meglio di noi dalla crisi perché se ne sono bellamente infischiate dei parametri di Maastricht.
E lo hanno potuto fare perché considerano la propria nazione, il benessere del proprio popolo, superiore alle parole scritte in un trattato, che oggi c’è e domani sarà diverso.
La Destra/Fiamma Tricolore, nella solidità della storia dei propri esponenti, garantisce che quei Principi, quei Valori saranno al centro dell’azione politica.
Queste petizioni di principio, non sono quindi fini a se stesse, perché rappresentano l’anima di un’azione politica, quell’anima che il pdl ha perso rifiutando l’apparentamento con La Destra.
Acquista quindi ancor più valore il richiamo, nel programma de La Destra/Fiamma Tricolore a Identità e Tradizione, tanto più quanto altri si sovrappongono nel dare prevalenza a semplici equazioni matematiche.
E’ un motivo in più per considerare con favore il voto a La Destra/Fiamma Tricolore.

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel post. C'è bisogno di ricordare che la politica è anche ideali e principi, non solo tasse e contabilità.
Tradizione e identità sono pilastri per ogni società che sia degna di continuare ad esistere.

Freeman ha detto...

in generale condivido, ma il caso italiano è particolare perchè prima di tutto un popolo deve esistere e gli italiani sono sempre meno, c'è un cortocircuito che porta alla denatalità ed è costituito da reddito insufficiente, dall'entrata tardi nel mondo del lavoro, da uno Stato Sociale che concentra la spesa sugli anziani e non ha risorse per le famiglie, quindi i numeri ed i modelli economici in questo caso non sono solo una fissazione secondaria; poi c'è anche un modello culturale post sessantottino ed edonista che vede nei figli una scocciatura inutile, ma per cambiare la testa della gente (ammesso che sia possibile) e convincerli a mettere su famiglia ci vogliono tempi lunghi, forse è più semplice aiutare coloro che un figlio (o uno in più) lo vorrebbero ma non possono permetterselo. Una rinascita italiana, anche morale, sarà difficile disgiunta dai freddi numeri della contabilità pubblica.

Massimo ha detto...

Ciao Freeman. Mi sembra che il tuo commento pecchi di pessimismo. Ne sento sin troppo in giro. Il vecchio Berlusconi avrebbe detto che non bisogna essere pessimisti, perchè se uno parte già prostrato, non raggiungerà mai nessun traguardo. Altrettanto dicasi sui grandi temi che portano alla politica più nobile. Trascurarli per mettersi davanti al pallottoliere di Visco o di Tremonti è già abdicare al nostro futuro.

Anonimo ha detto...

Ma siete assolutamente sicuri che Storace sia davvero quel campione dei valori e non abbia agito da burocrate monetario, non abbia mai fatto mercantilismo estremo?

Avete idea del perché la sanità nel Lazio versa nelle condizioni in cui si trova? Di come è stata gestita la Regione e di come sono stati gestiti i fondi della comunità europea (soprattutto quelli per l' innovazione e la ricerca...)

Credete davvero che le persone che hanno costruito questo partito (non la base, ma i dirigenti) abbiano così a cuore i vostri valori, da anteporli al tornaconto economico loro e dei loro amici?

Forse vi sfugge che costoro, come tutti gli altri, sono stati consapevoli se non corresponsabili di tanti piccoli e grandi inciuci come minimo degli ultimi 10 anni... ora si stanno solo rifacendo una verginità come tutti gli altri, cercando di prendersi anche loro ancora una volta la loro fettina di torta !!

Massimo ha detto...

Nel Lazio Storace ha aperto due ospedali. E' intervenuto sui tempi delle visite. Ha cercato di farla funzionare. E' stato Governatore solo un anno.
Poi che Storace abbia le sue colpe nessuno lo nega. Però parla di quei valori che gli altri cercano di nascondere. Soprattutto Storace e Santanchè avrebbero potuto garantirsi una legislatura al caldo di un seggio parlamentare sicuro (come hanno fatto in tanti da Dini a Giovanardi, dalla Mussolini a Rotondi, ma anche i radicali con l'accordo con Veltroni) ma hanno preferito mettersi in gioco con un partito che ha solo 4 mesi di vita. Meritano il voto solo per questo, perchè rischiano, hanno accettato il rischio di non essere eletti pur di non cancellare dalla scheda elettorale un simbolo che rappresenta quei valori.