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No alla deriva

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05 agosto 2013

Nel nome di Berlusconi

L'abisso di ignoranza e malafede dei comunisti e affini continua a sorprendermi e nonostante da decenni li combatta, persevero nell'errore accreditandoli di più quoziente intellettuale e onestà di quanta in realtà non abbiano.
La decisione di rimuovere per via giudiziaria Berlusconi dall'attività politica, ha scatenato un coro infame di insulti che, se solo fossero indirizzati alla loro Chienge, solleverebbero continue manifestazioni e ondate di sdegno.
L'epiteto più gettonato, sdoganato dai capi mandria degli ignoranti è "delinquente".
Nella Storia decine, centinaia di "delinquenti" furono condannati in base alle leggi al loro tempo e territorio vigenti.
GANDHI, nume tutelare di tutti i pacifisti, fu ripetutamente condannato e imprigionato degli Inglesi per la sua attività sovversiva, tendente cioè a sovvertire l'ordine dell'Impero Britannico.
La TIMOSHENKO, bionda ex premier dell'Ucraina libera, pasionaria della "rivoluzione arancione", è stata condannata ed è in prigione, guarda un po', per frode fiscale, come voluto dal suo eterno avversario il comunista di osservanza sovietica Yanukovic.
MANDELA fu arrestato e imprigionato per le sue attività antinazionali e i magistrati locali lo condannarono definitivamente all'ergastolo da cui poi uscì dopo oltre venti anni per governare il Sud Africa divenendo poi un Padre della Patria.
ERDOGAN per attentato alla laicità della Turchia, fu privato preventivamente dei diritti politici dai militari turchi che gli impedirono di candidarsi alle elezioni in cui il suo partito era dato per sicuro vincitore. Poco male, il partito mise Gull come candidato premier, vinse le elezioni, cambiò le leggi, sciolse il parlamento e alle elezioni successive Erdogan si candidò, vinse, divenne primo ministro carica che ricopre tuttora.
HAVEL era un letterato, drammaturgo ceco che ambiva alla libertà di opinione. Fu condannato e imprigionato negli ultimi rigurgiti comunisti. Con la caduta del muro, cambiarono le leggi e Havel divenne presidente della Repubblica Ceca che aiutò a dividersi pacificamente dalla Slovacchia ed ora è ricordato anche lui come Padre della Patria.
CAIO GIULIO CESARE che osò rivolgere le armi (e non a parole come Bondi) contro Roma e le sue magistrature che lo condannarono ma furono costrette alla fuga e poi alla sconfitta.
I PARTIGIANI. Sì, delinquenti pure loro secondo le leggi vigenti nel territorio sul quale operavano contro il governo della RSI e dell'Armata Tedesca e condannati fino ad ottenere una riabilitazione ex post avendo vinto, la loro parte politica, la guerra.
Quanti "delinquenti", allora che fanno compagnia al Cavaliere e dimenticavo il "delinquente" più importante della Storia, quello che i sacerdoti e magistrati della sua stessa gente preferirono crocifiggere, liberando un vero ladrone.
Comunisti e affini, nella loro ignoranza e malafede (per i più è la prima, ma per alcuni la seconda) credono alla condanna basata su un teorema "non poteva non sapere".
Ma non c'è una registrazione, una ripresa filmata, un documento che provi la personale e diretta  partecipazione o addirittura l'ideazione di un reato da parte di Berlusconi.
Hanno tolto di mezzo, con i mezzi ampiamente usati nel corso della Storia, un nemico politico, cucendogli addosso un vestito per poterlo qualificare "delinquente".
I precedenti ci dicono che simili "delinquenti" hanno sempre conseguito la vittoria  finale sui loro nemici, pur patendo violenza e limitazione della libertà personale e politica come accadrà al Cavaliere che spero rifiuti ogni compromesso e non vada nè ai domiciliari, nè ai servizi sociali, nè richieda alcuna grazia.
La Storia ci dice anche che la bandiera che viene strappata dalle mani di chi è perseguitato dal regime, viene spesso raccolta dai suoi eredi anche di sangue.
Vediamo quindi in paesi lontani come India e Pakistan che la famiglia Nehru-Gandhi è salita al rango di dinastia governante, mentre in Pakistan questo doloroso percorso è toccato ai Bhutto.
E per arrivare al massimo livello della democrazia, ricordiamo alle labili menti di comunisti e affini, le grandi dinastie politiche degli Stati Uniti d'America.
I Bush che hanno governato per dodici degli ultimi venticinque anni con padre e figlio, i Clinton con marito e moglie e i loro (dai comunisti e affini) amatissimi Kennedy, la cui dinastia partecipa a determinare le scelte degli Stati Uniti sin da prima della presidenza di John, grazie al vecchio patriarca Joseph.
Non ci sarebbe quindi nulla di strano, nulla di anomalo, nulla di antidemocratico se, come negli Stati Uniti, anche in Italia una dinastia politica desse l'impronta al partito più votato negli ultimi venti anni.
Se il Cavaliere andrà in prigione o gli verrà impedito di candidarsi, di fare campagna elettorale, ci sono cinque figli e un fratello pronti per "l'uso", abbiamo solo l'imbarazzo della scelta.
Bene dunque le manifestazioni di solidarietà, male l'assenza dei ministri, ma comunque, dopo il momento della commozione deve esserci il momento dell'azione che può significare solo: nuove elezioni !
Ribaltare quindi il governo per rivoltare l'Italia come un guanto, fregandosene di Napolitano e dell'europa.
Vincere la maggioranza assoluta per cambiare le leggi, liberare Berlusconi e trasformare i "delinquenti" di oggi nei Padri della Patria di domani, nel solco della Tradizione storica.


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