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15 novembre 2013

Spese, tasse e confusione

L'amica Nessie nel mio precedente post ha lasciato un commento in cui, condividendo la critica alla Trimurti, bastona il PdL per la proposta della tassa unica comunale, TUC.
Ora, il gioco delle sigle crea solo sconcerto, confusione e sembra fatto apposta per tendere dei trappoloni ai cittadini che, nel caos, finiscono per pagare di più e magari sbagliare consentendo agli uomini delle Sceriffo di Nottngham, Befera, di depredarli con ulteriori sanzioni.
Ma la proposta del PdL, se non inquinata dall'assalto statalista, è una buona proposta perchè:
1) riduce ad una sola la tassa del comune, cioè elimina ogni altra voce creando chiarezza;
2) esclude esplicitamente la prima casa.
Poi ci si può lavorare per migliorarla, ad esempio:
a) considerare come TUC anche l'irpef comunale e la tassa sui rifiuti, in pratica escludendo ogni ulteriore tassazione comunale e, così facendo, giustificando con un sottostante (cioè il corrispettivo stesso ad un servizio), la esistenza della tassa;
b) escludere anche le seconde case in quanto seconde (o decime o centesime) case, quindi facendo pagare solo ed esclusivamente in quanto utilizzatori di servizi comunali come quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Il punto da affermare, non è la cancellazione delle tasse (impossibile a meno di riprodurre il sistema dell'Impero Romano per cui tutto gravava sulle spalle dei territori conquistati e degli schiavi) ma chiarire che le imposte, magari con una flat tax al 10%, devono essere utilizzate unicamente per i servizi essenziali dello Stato (Forze Armate, Forze dell'Ordine, giustizia, diplomazia) e tutto il resto che consiste in servizi offerti (illuminazione, rifiuti, strade ...) deve essere pagato con apposite tasse, ma non con una miriade di balzelli che alla fine servono solo a mantenere un esercito di clientele che non forniscono quei servizi per i quali, a parole, si paga,


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6 commenti:

Nessie ha detto...

Mi spiace, ma io negli avvoltoi del PdL che vogliono tassarci la ricchezza privata, io non ci credo più. Mi hanno fregato in passato, ora non più. Padronissimo di farti tutte le pie illusioni che vuoi. Io dopo questo articolo su Romani non ho più dubbi e per me possono andare a ramengo. E del resto, ci andranno :

http://lespediente.blogspot.it/2013/11/gli-avvoltoi-al-governo.html#!/2013/11/gli-avvoltoi-al-governo.html

Massimo ha detto...

Romani ha ragione. Il debito pubblico è tale perchè di tutti, anche di chi non solo non ha contribuito a crearlo, ma si è opposto alle spese che lo hanno formato. Adesso tocca a tutti noi ripianarlo, in un modo o in un altro. Il fatto che la nostra ricchezza privata superi quattro volte quel debito pubblico è garanzia di solvibilità dell'Italia, esattamente come il fatto che il patrimonio personale dei soci di una società personale sia di quattro volte superiore ai debiti della società stessa. Dobbiamo poi considerare che almeno la metà del debito pubblico è rivolto verso gli stessi Italiani e questo aiuta la nostra solvibilità. Il problema non è coprire quel debito pubblico, ma avere la garanzia che, una volta pagato per saldarlo, non ricominciano di nuovo a formarne un altro. Per questo, prima di pagare, vorrei avere la ragionevole certezza che non debba nuovamente mettere mano ai miei risparmi per coprire spese altrui e di cui io non ho mai beneficiato nè mai beneficerò. Prendei ad esempio il debito "contabile" dichiarato dall'inps: 10 miliari quando l'anno scorso, prima di incorporare gli enti dei dipendenti pubblici, aveva un attivo di quasi due miliardi. Questo significa che i dipendenti pubblici ci costano, improduttivamente, anche da pensionati. Allora sarebbe così peregrina l'idea di chiedere loro di sacrificare le LORO tredicesime per coprire il LORO debito ?

Nessie ha detto...

Allora sarebbe così peregrina l'idea di chiedere loro di sacrificare le LORO tredicesime per coprire il LORO debito ?

In questo caso, No. Ma sai bene che non avverrà e che si attaccheranno a noi virtuosi. Romani ha torto come ha avuto torto Tremonti. Il privato e personale è privato e personale. Presentarlo a garanzia agli strozzini, serve solo ad essere presi in ostaggio dai medesimi. Per il tramite del governo.

Massimo ha detto...

Purtroppo, Nessie, il debito pubblico è il NOSTRO debito, anche di chi vi si oppose, perchè abbiamo permesso che i rappresentanti eletti l'abbiano formato. Dobbiamo quindi saldarlo. Se possibile addebitando chi ne ha beneficiato, salvando chi, invece, non ne ha usufruito. Ma che sia di tutti noi è un fatto oggettivo e che ci obbliga a saldarlo.

Nessie ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Nessie ha detto...

Non sono del tuo parere, Massimo. Di questo passo, giustifichi la soluzioni alla cipriota. Il debito si è gonfiato a dismisura con l'entrata nell'euro, per colpa di un'imposizione valutaria da rapina. Ogni volta che la BCE emette banconote (dal nulla) addebita gli interessi passivi a noi. Per questo occorre uscire da questo Gulag di strozzini.