In tutto quel tempo i sindacati, al di là di qualche dichiarazione retorica il primo maggio, sono stati funzionali alle scelte governative che hanno portato le retribuzioni degli Italiani a perdere potere di acquisto, rinunciando a tutelare i lavoratori fino al punto di disinteressarsi dell'aberrante scelta di Draghi di estromettere dal lavoro e dallo stipendio i renitenti alla puntura.
Di Landini, in quel lungo periodo, si ricorda solo una fotografia con Draghi che gli mette affettuosamente un braccio sulle spalle.
Ma, come nelle fiabe, ecco arrivare sul suo cavallo, nero ovviamente, la Principessa Giorgia, la cui sola presenza ha un effetto rivitalizzante su Landini che si sveglia in preda ad una improvvisa voglia di spaccare tutto e, con il suo italiano approssimativo, come la sua conoscenza della costituzione pur nata dalla resistenza antifascista, proclama scioperi e annuncia che tutto va male, che il Governo fa solo marchette elettorali e che l'aumento della occupazione, soprattutto a tempo indeterminato, non basta, lui vuole tutto quello che non aveva richiesto negli undici anni precedenti, quelli in cui si accontentava del bonario abbraccio di Draghi.
In quella fotografia c'è tutta la parabola discendente di un sindacato che, dopo essersi imposto negli anni della Trimurti Lama-Storti-Vanni e poi Benvenuto, Carniti e altri, dopo aver in quel modo, grazie alla debolezza di imprenditori e politici, con pesanti ripercussioni, che paghiamo ancora oggi, sui conti pubblici italiani, si è prestato al consociativismo con i governi espressione della sua stessa parte politica, salvo risvegliarsi quando quella stagione è finita, accorgendosi tardivamente non solo di essere rimasto con un pugno di mosche morte in mano, ma che il nuovo Governo sta facendo per gli Italiani, in termine di salari, occupazione e sicurezza, tutto quello che lui non ha fatto in undici anni.
Contrariamente a quanto si possa pensare, io sono un sostenitore del sindacato, ma di un sindacato ripulito dalle incrostazioni ideologiche e partitiche, che non abbia la pretesa di intervenire nelle scelte di politica economica della Nazione perchè per quello c'è già il parlamento eletto dagli Italiani.
Un sindacato quindi che difenda il lavoro, faccia accordi aziendali e di categoria e li faccia rispettare, che non abbandoni i lavoratori nei periodi difficili quando un governo, anche se guidato da uno che paternalisticamente abbraccia il segretario del sindacato, li estromette dal lavoro e dallo stipendio.
Un sindacato che non pensi di diventare azienda con i caf ed i patronati, ma rientri nei suoi ambiti per dare una rappresentanza contrattuale a chi, individualmente, non avrebbe la forza per trattare con la sua azienda.
Un sindacato che non faccia politica, ma faccia contratti.
Un sindacato che in Italia non c'è più e non credo che sia sufficiente il bacio della Principessa Nera (semprechè lei si presti a baciarlo ...) per trasformarlo in un Principe Azzurro.
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