Con il fiuto che nessuno – neppure il nemico – gli può negare, Vittorio Feltri, direttore di Libero , ha proposto con il quotidiano in edicola il primo maggio, il 17° volume dei “Manuali di conversazione politica”, dedicato ai sindacati.
Contestualmente lancia (prima volta in edicola domani 3 maggio) LiberoMercato, quotidiano economico.
Come tutti gli altri manuali della stessa serie, anche quello dedicato ai sindacati è di agevole lettura e contiene anche tabelle e dati a sostegno delle tesi esposte.
Interessante la contestualità con la quale nel numero di Libero sempre del 1° maggio, viene pubblicata una indagine dalla quale risulta come nel Nord produttivo e sindacalizzato, la maggioranza dei lavoratori (e dei pensionati) abbia votato per il Centro Destra e per Forza Italia in primis.
Allora ritorno su un argomento che già ho toccato altre volte: quale rappresentanza si ritrovano questi elettori della CdL nel momento in cui si trovano nel luogo di lavoro ?
Il panorama sindacale italiano è desolante.
Anche se non rappresentano la maggioranza dei lavoratori, grazie a tutta una serie di opportunità legislative e di pubblici finanziamenti, ben descritti nel volumetto di Libero, la trimurti sindacale ha il monopolio quasi totale della visibilità e agibilità nei luoghi di lavoro.
Con tutto ciò che ne consegue in termini di propaganda, diffusione di notizie (spesso, durante il Governo Berlusconi, ben manipolate), sostegno alla sinistra (veggasi la camera di compensazione operata dai sindacati quando i lavoratori si sono viste le buste paga decurtate dalla finanziaria di Prodi) e agibilità sotto forma di distacchi e permessi sindacali a carico delle aziende che, se dovrebbero essere utilizzati per le attività proprie sindacali, nelle occasioni topiche vengono sfruttati a piene mani per avere squadre operative di propagandisti a favore di una ben determinata ed esclusiva parte politica: la sinistra.
A questi si contrappongono i sindacati autonomi che, per la loro natura, hanno sviluppo essenzialmente di categoria e, quindi, operano nell’ambito di quella che è la naturale funzione del sindacato: tutelare esclusivamente il lavoratore, indipendentemente da chi è al governo.
Manca una rappresentanza sindacale organizzata che dia voce e corpo a tutti quei lavoratori che, nonostante la propaganda della sinistra per il tramite della triplice, votano per il Centro Destra.
Non un sindacato che sia cinghia di trasmissione, ma una organizzazione che da un lato, come scrive Feltri al termine della prefazione al volumetto sui sindacati, torni “alle sane origini: tutelare il lavoro, incrementare gli stipendi con trattative serrate e ragionevoli”, ma anche, smettendo di regalare opportunità al nemico, sfrutti quelle leggi che consentono agibilità e penetrazione nei luoghi di lavoro per contrapporre informazione alla manipolazione sinistra.
Oggi, se uno volesse diffondere nei luoghi di lavoro un comunicato, ad esempio sulla riforma del mercato del lavoro, non avrebbe altra alternativa che sottoporsi alla linea ideologica della sinistra perché solo i sindacati organizzati e rappresentativi hanno la possibilità di usufruire di diritti di assemblea, bacheche, di passare tra i lavoratori regolarmente e in permesso retribuito.
Nessuna ipotetica sezione ambientale di un partito del Centro Destra, ancorché costituita in ambito lavorativo, avrebbe tali agibilità.
Un sindacato della CdL avrebbe tali opportunità, oltre a poter tornare ad operare come autentico sindacato e non come holding affaristica (veggasi sempre nell’opuscolo di Libero la parte riservata ai finanziamenti pubblici dei sindacati).
Non sarebbe facile, anzi sarebbe difficile in prima battuta trovare il personale sindacale tra i lavoratori, visto che è sicuramente più gratificante (anche e soprattutto economicamente) impegnarsi sul lavoro e magari dedicarsi alla politica in un circolo o in un partito.
Sarebbe anche difficile smuovere la consolidata apatia degli elettori del Centro Destra che sono da anni iscritti a determinati sindacati, perché “tengono famiglia” o per i rapporti interpersonali instaurati: in un primo momento opterebbero per stare fermi.
Ma iniziare ad organizzare i lavoratori che, come dicono le indagini, votano per il Centro Destra si deve.
C’è lo spazio per fare sindacato, farlo bene nell’interesse specifico dei lavoratori riportando al centro dell’interesse la trattativa sul lavoro e sugli stipendi e nell’interesse generale utilizzando gli strumenti di garanzia a tutela dell’attività sindacale per fornire quelle informazioni che la triplice non vuole fornire o le fornisce dopo averle confezionate ad uso e consumo della sinistra.
E’ inutile compiacersi delle critiche e delle lacune dei sindacati che emergono da manuali come quello edito da Libero, se poi non si fa nulla per incidere e cambiare quella realtà.
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Contestualmente lancia (prima volta in edicola domani 3 maggio) LiberoMercato, quotidiano economico.
Come tutti gli altri manuali della stessa serie, anche quello dedicato ai sindacati è di agevole lettura e contiene anche tabelle e dati a sostegno delle tesi esposte.
Interessante la contestualità con la quale nel numero di Libero sempre del 1° maggio, viene pubblicata una indagine dalla quale risulta come nel Nord produttivo e sindacalizzato, la maggioranza dei lavoratori (e dei pensionati) abbia votato per il Centro Destra e per Forza Italia in primis.
Allora ritorno su un argomento che già ho toccato altre volte: quale rappresentanza si ritrovano questi elettori della CdL nel momento in cui si trovano nel luogo di lavoro ?
Il panorama sindacale italiano è desolante.
Anche se non rappresentano la maggioranza dei lavoratori, grazie a tutta una serie di opportunità legislative e di pubblici finanziamenti, ben descritti nel volumetto di Libero, la trimurti sindacale ha il monopolio quasi totale della visibilità e agibilità nei luoghi di lavoro.
Con tutto ciò che ne consegue in termini di propaganda, diffusione di notizie (spesso, durante il Governo Berlusconi, ben manipolate), sostegno alla sinistra (veggasi la camera di compensazione operata dai sindacati quando i lavoratori si sono viste le buste paga decurtate dalla finanziaria di Prodi) e agibilità sotto forma di distacchi e permessi sindacali a carico delle aziende che, se dovrebbero essere utilizzati per le attività proprie sindacali, nelle occasioni topiche vengono sfruttati a piene mani per avere squadre operative di propagandisti a favore di una ben determinata ed esclusiva parte politica: la sinistra.
A questi si contrappongono i sindacati autonomi che, per la loro natura, hanno sviluppo essenzialmente di categoria e, quindi, operano nell’ambito di quella che è la naturale funzione del sindacato: tutelare esclusivamente il lavoratore, indipendentemente da chi è al governo.
Manca una rappresentanza sindacale organizzata che dia voce e corpo a tutti quei lavoratori che, nonostante la propaganda della sinistra per il tramite della triplice, votano per il Centro Destra.
Non un sindacato che sia cinghia di trasmissione, ma una organizzazione che da un lato, come scrive Feltri al termine della prefazione al volumetto sui sindacati, torni “alle sane origini: tutelare il lavoro, incrementare gli stipendi con trattative serrate e ragionevoli”, ma anche, smettendo di regalare opportunità al nemico, sfrutti quelle leggi che consentono agibilità e penetrazione nei luoghi di lavoro per contrapporre informazione alla manipolazione sinistra.
Oggi, se uno volesse diffondere nei luoghi di lavoro un comunicato, ad esempio sulla riforma del mercato del lavoro, non avrebbe altra alternativa che sottoporsi alla linea ideologica della sinistra perché solo i sindacati organizzati e rappresentativi hanno la possibilità di usufruire di diritti di assemblea, bacheche, di passare tra i lavoratori regolarmente e in permesso retribuito.
Nessuna ipotetica sezione ambientale di un partito del Centro Destra, ancorché costituita in ambito lavorativo, avrebbe tali agibilità.
Un sindacato della CdL avrebbe tali opportunità, oltre a poter tornare ad operare come autentico sindacato e non come holding affaristica (veggasi sempre nell’opuscolo di Libero la parte riservata ai finanziamenti pubblici dei sindacati).
Non sarebbe facile, anzi sarebbe difficile in prima battuta trovare il personale sindacale tra i lavoratori, visto che è sicuramente più gratificante (anche e soprattutto economicamente) impegnarsi sul lavoro e magari dedicarsi alla politica in un circolo o in un partito.
Sarebbe anche difficile smuovere la consolidata apatia degli elettori del Centro Destra che sono da anni iscritti a determinati sindacati, perché “tengono famiglia” o per i rapporti interpersonali instaurati: in un primo momento opterebbero per stare fermi.
Ma iniziare ad organizzare i lavoratori che, come dicono le indagini, votano per il Centro Destra si deve.
C’è lo spazio per fare sindacato, farlo bene nell’interesse specifico dei lavoratori riportando al centro dell’interesse la trattativa sul lavoro e sugli stipendi e nell’interesse generale utilizzando gli strumenti di garanzia a tutela dell’attività sindacale per fornire quelle informazioni che la triplice non vuole fornire o le fornisce dopo averle confezionate ad uso e consumo della sinistra.
E’ inutile compiacersi delle critiche e delle lacune dei sindacati che emergono da manuali come quello edito da Libero, se poi non si fa nulla per incidere e cambiare quella realtà.
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4 commenti:
lavoratori disposti ce ne sono a favore di un sindacato della Cdl, anche se l'ugl dovrebbe essere gia' un sindacato di destra. il problema e' se l'iniziativa interessa davvero alla cdl. Data la scarsa rappresentativita' di cgil-cisl -uil, gli spazi ci sono.
Creare un sindacato non è così facile, ci si scontra con il timore di chi "tiene famiglia" anche tra i lavoratori di orientamento CdL.
Ho poi molti dubbi sul fatto che dal 2002 l'Ugl possa essere considerata un soindacato di Destra, visto che si è accucciata davanti a tutti gli scioperi generali voluti dalla triplice contro il Governo Berlusconi.
"Art. 39. COSTITUZIONE ITALIANA
L'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o
centrali, secondo le norme di legge.
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a
base democratica.
I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in
proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce."
Chiediti perché non è attuato questo articolo della Costituzione e avrai la risposta sul perché è impossibile costruire un sindacato vero al di fuori della trimurti CGIL-CISL-UIL.
Ciao
Quanto oggi l'UGL possa essere interprete delle necessità dei lavoratori vicini al Cdx è pressochè indefinibile.
Anzi, la Polverini è sempre più allineata alle richieste della triplice.
Parliamone se la comunanza di idee fosse solo con la Cisl o magari la Uil, ma Epifani come mentore davvero mi fa venire l'allergia.
Ciao Massimo
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