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No alla deriva

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31 maggio 2007

Alitalia come Telecom


E così, con l’uscita di scena della terza cordata, a contendersi Alitalia ne sono rimaste due: una appoggiata da Intesa Sanpaolo e una che fa riferimento a Unicredit.
Bazoli/Passera da una parte e Profumo dall’altra.
Tutti e tre rigorosamente e disciplinatamente in coda il 14 ottobre 2005 per votare la miss della sinistra.
Come per Telecom i silenzi, le dichiarazioni, le leve del potere politico usate legittimamente ma miratamene, hanno di fatto costretto i competitors indipendenti a gettare la spugna.
Del resto quando un governo si appresta a mettere ai voti provvedimenti finalizzati unicamente a danneggiare l’impresa del Presidente Berlusconi, incuranti delle conseguenze su occupazione e possibilità di stare sul mercato –senza aiuti di stato – da parte di una delle principali aziende italiane; quando viceversa un governo, sempre di sinistra, ha aiutato con rottamazioni e agevolazioni un’altra grande azienda italiana in cambio della stampa favorevole da parte dei giornali dipendenti da tale proprietà, non è possibile sbagliare.
Se Telecom o Alitalia fossero state messe liberamente sul mercato e acquistate da aziende che non avevano amicizie politiche a sinistra, avrebbero subito ogni sorta di ritorsione.
Presumibilmente avrebbero avuto ripetute ispezioni ai libri contabili, avrebbero subito leggi che le danneggiavano e avrebbero visto revocati da subito tutti i benefit e i contributi che nel tempo erano stati concessi.
Quindi una sinistra che è nettamente minoritaria nel paese, si appresta a ingoiare due succulenti bocconi economici e noi ci dobbiamo attendere di essere chiamati ad ulteriori sacrifici per consentire l’erogazione di nuovi contributi a fondo perduto ai due giganti malati.
Dobbiamo nei fatti dire basta e abbiamo uno strumento molto semplice q nello stesso tempo molto efficace: il boicottaggio.
Chi ha abbonamenti telefonici con Telecom Italia passi ad altra compagnia.
Chi deve viaggiare in aereo, scelga una qualsiasi compagnia tranne Alitalia.
Personalmente ritengo che le due banche di sinistra, per quanto si siano ingrandite, non sono cieche e la partecipazione all’acquisto di Telecom o Alitalia verrebbe dismessa se si dimostrasse passiva.
Le due banche di sinistra sono dirette da manager che non sono i proprietari delle aziende.
Se vogliono continuare a godere delle ricche prebende e stock option che accumulano ogni anno, devono presentare bilanci con numeri sempre in costante crescita.
Numeri che verrebbero compromessi da una onerosa partecipazione in aziende decotte.
Basterebbe una “spintarella” e quelle aziende decotte diventerebbero una voragine anche per i conti bancari, al punto da costringere gli amici di Prodi a liberarsene, vanificando tutta la strategia di acquisizione (con soldi altrui e senza rischi) messa in atto dalla sinistra.
Ognuno di noi può portare il suo contributo al fallimento della strategia di Prodi e della sinistra.

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