… a candidarsi che saranno i primi a ritirarsi.
Mentre ancora, scaramanticamente (non dire quattro se non l'hai nel sacco, dice il Saggio), non abbiamo organizzato il brindisi che accompagnerà il taglio della mortadella e degli insaccati di contorno, è arrivata la notizia che si è ritirato Fred Thompson, il candidato che avevo eletto come preferito nella rosa dei Repubblicani per la successione a George W. Bush alla Casa Bianca.
Mi dispiace perché i motivi che me lo avevano fatto preferire a McCain e ad Huckabee restano tutti, in quanto questi due candidati, pur esprimendo una posizione conservatrice e “muscolare”, manifestano alcune defaillance rispetto all’identikit del mio candidato ideale, che deve avvicinarsi il più possibile ad una sorta di clone del Presidente in carica, che reputo uno dei migliori che gli Stati Uniti e l’Occidente abbiano avuto.
Un candidato autenticamente Conservatore nei Valori, Liberale in economia, determinato nella politica estera e nell'uso della forza militare.
A tutto questo rispondeva Fred Thompson.
Solo parzialmente rispondono McCain (di cui non apprezzo il silenzio/complicità sui temi cari ai radicali italiani) e Huckabee (di cui invece non apprezzo il distacco dalla politica estera di Bush).
Anche la scelta di Thompson di ritirarsi ora, me lo fa apprezzare per dignità e intelligenza.
I voti fino ad ora espressi lo indicavano chiaramente fuori dai giochi.
Insistere avrebbe portato a tre fattori negativi:
- un inutile spreco di denaro;
- il frazionamento del voto conservatore che, invece, ha bisogno di unità per scongiurare la candidatura di Giuliani;
- l’accumulo di tossine e di litigiosità nel campo Repubblicano.
Vorrei sottolineare proprio questo ultimo punto, con una vena di ottimismo.
Allo stato attuale tra i candidati Repubblicani non c’è nessun mattatore.
McCain, Romney e Huckabee hanno alternativamente vinto o perso con onore nelle prime votazioni e sono sostanzialmente alla pari, con un vantaggio in delegati per il candidato mormone e con un vantaggio nei sondaggi per il Veterano del Vietnam.
Deve però ancora entrare in campo Giuliani e la sua poderosa (non so se gioiosa) macchina da guerra.
Gli altri sono ormai out e farebbero bene a prendere esempio da Fred Thompson.
Il 6 febbraio, dopo il super tuesday, probabilmente i giochi saranno fatti, ma se, per caso, come potrebbe accadere, i candidati arrivassero alla Convention di agosto, senza un dominatore, allora ci starebbe anche una soluzione che possa rappresentare l’unità del partito, dietro una figura che possa raccogliere stima, consensi trasversali e la non ostilità, magari derivante dall’animosità della campagna elettorale, degli altri candidati.
Ecco che la scelta di Fred Thompson potrebbe risultare vincente.
La cara amica Lontana è stata l’animatrice del blog Italiani per Fred Thompson e adesso stiamo riflettendo sul suo utilizzo nel prosieguo di questa interessante ed importante campagna presidenziale americana.
Una campagna che, indipendentemente dalla presenza del candidato da noi reputato migliore per rappresentare quella parte politica nella quale ci riconosciamo, segna un momento decisivo anche per il futuro della nostra Patria perché il Presidente degli Stati Uniti è anche il Capo dell’Occidente, l’uomo da cui non possiamo prescindere per qualunque, efficace politica estera.
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Mentre ancora, scaramanticamente (non dire quattro se non l'hai nel sacco, dice il Saggio), non abbiamo organizzato il brindisi che accompagnerà il taglio della mortadella e degli insaccati di contorno, è arrivata la notizia che si è ritirato Fred Thompson, il candidato che avevo eletto come preferito nella rosa dei Repubblicani per la successione a George W. Bush alla Casa Bianca.
Mi dispiace perché i motivi che me lo avevano fatto preferire a McCain e ad Huckabee restano tutti, in quanto questi due candidati, pur esprimendo una posizione conservatrice e “muscolare”, manifestano alcune defaillance rispetto all’identikit del mio candidato ideale, che deve avvicinarsi il più possibile ad una sorta di clone del Presidente in carica, che reputo uno dei migliori che gli Stati Uniti e l’Occidente abbiano avuto.
Un candidato autenticamente Conservatore nei Valori, Liberale in economia, determinato nella politica estera e nell'uso della forza militare.
A tutto questo rispondeva Fred Thompson.
Solo parzialmente rispondono McCain (di cui non apprezzo il silenzio/complicità sui temi cari ai radicali italiani) e Huckabee (di cui invece non apprezzo il distacco dalla politica estera di Bush).
Anche la scelta di Thompson di ritirarsi ora, me lo fa apprezzare per dignità e intelligenza.
I voti fino ad ora espressi lo indicavano chiaramente fuori dai giochi.
Insistere avrebbe portato a tre fattori negativi:
- un inutile spreco di denaro;
- il frazionamento del voto conservatore che, invece, ha bisogno di unità per scongiurare la candidatura di Giuliani;
- l’accumulo di tossine e di litigiosità nel campo Repubblicano.
Vorrei sottolineare proprio questo ultimo punto, con una vena di ottimismo.
Allo stato attuale tra i candidati Repubblicani non c’è nessun mattatore.
McCain, Romney e Huckabee hanno alternativamente vinto o perso con onore nelle prime votazioni e sono sostanzialmente alla pari, con un vantaggio in delegati per il candidato mormone e con un vantaggio nei sondaggi per il Veterano del Vietnam.
Deve però ancora entrare in campo Giuliani e la sua poderosa (non so se gioiosa) macchina da guerra.
Gli altri sono ormai out e farebbero bene a prendere esempio da Fred Thompson.
Il 6 febbraio, dopo il super tuesday, probabilmente i giochi saranno fatti, ma se, per caso, come potrebbe accadere, i candidati arrivassero alla Convention di agosto, senza un dominatore, allora ci starebbe anche una soluzione che possa rappresentare l’unità del partito, dietro una figura che possa raccogliere stima, consensi trasversali e la non ostilità, magari derivante dall’animosità della campagna elettorale, degli altri candidati.
Ecco che la scelta di Fred Thompson potrebbe risultare vincente.
La cara amica Lontana è stata l’animatrice del blog Italiani per Fred Thompson e adesso stiamo riflettendo sul suo utilizzo nel prosieguo di questa interessante ed importante campagna presidenziale americana.
Una campagna che, indipendentemente dalla presenza del candidato da noi reputato migliore per rappresentare quella parte politica nella quale ci riconosciamo, segna un momento decisivo anche per il futuro della nostra Patria perché il Presidente degli Stati Uniti è anche il Capo dell’Occidente, l’uomo da cui non possiamo prescindere per qualunque, efficace politica estera.
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5 commenti:
Davvero ci sarà il taglio della mortadella?
Ho letto di Cossiga che suggerisce a Prodi di lasciare il Senato dopo il discorso, non chiedendo la fiducia.
Ora, sono poco esperto di politica, ma mi sentirei preso in giro... Chiedi la fiducia in Parlamento dove hai i numeri, e non in Senato dove ti tolgono quasi sicuro la sedia da sotto il deretano? La nostra non dovrebbe essere una Repubblica a bicameralismo perfetto?
A casa, grazie
Al contrario di te, Massimo, apprezzo la presa di distanza di Huckabee dalla politica estera di Bush. Nonostante qualche gaffe, mi sembra il candidato più vicino alle mie idee.
Su una questione invece concordo con te: bisgona fermare Giuliani. Il fronte conservatore ha bisogno di compattezza, e a parte Huckabee, McCain e Romney gli altri non hanno reali chances.
Emanuel
Viva Rudy!!!
Come mai tutta questa contrarietà per Giuliani?
Potrebbe essere in realtà il candidato con maggiori possibilità di vittoria, anche se neppure io condivido le sue posizioni estremamente "liberal" in fatto di aborto, diritti dei gay, etc....
Mah, gli ultimi sondaggi non danno Giuliani tanto bene.
Sicuramente se sarà lui il candidato Repubblicano, in mancanza di meglio, mi augurerò che possa vincere. Ma se fosse possibile un candidato più serio, che non si esibisca con amici omosessuali o con travestimenti di dubbio gusto, mi sentirei più coinvolto, ancorchè nessun voto io possa esprimere.
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