Il Berlusconi IV ha emesso il primo vagito e si contano i morti che lascia sul tappeto.
L’ordalia che ha caratterizzato il periodo dal 14 aprile al 7 maggio è degna di essere annotata negli annali.
Ci hanno lasciato le penne personaggi del calibro di Martino (mai entrato nelle liste di governo), Pera (ex presidente del senato che sembrava dovesse, con 7 anni di ritardo, sedersi sulla poltrona della giustizia), Lucio Stanca, un tecnico che si è prestato alla politica pensando che fosse sufficiente il proprio – validissimo – curriculum, Formigoni, rimasto a presidiare il fortino lombardo, Pisanu, scomparso da ogni organigramma, Adriana Poli Bortone che ha dovuto sacrificarsi davanti ad Andrea Ronchi (no, dico, ad Andrea Ronchi, portavoce di Fini !!!).
Roberto Castelli, ottimo ministro della giustizia nel Berlusconi II e III, deve accontentarsi di un posto da vice ministro.
Fuori – probabile vice ministro – anche Michela Vittoria Brambilla, nonostante la fedeltà dimostrata a Berlusconi e la caparbietà con cui, nei momenti peggiori, ha sempre sostenuto il premier, questo a dimostrazione di quanto sia cambiato Berlusconi, una volta ben noto – e stimato – per sostenere sempre gli amici e riconoscere i meriti acquisiti sul campo.
Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Bonaiuti, che invece di diventare ministro, tornerà a fare il sottosegretario alla presidenza e portavoce.
Naturalmente i quotidiani sono pieni di retroscena e di gossippate che lasciano il tempo che trovano.
Ogni costituzione di governo porta in se i semi per la futura crisi.
E non ci meraviglieremmo se, nel più classico degli stili democristiani, i trombati di oggi stessero già preparando la rivincita, “affilando nell’ombra le spade”.
Alla prima occasione faranno sentire il potente segnale di insoddisfazione, soprattutto se un governo oggettivamente deboluccio, dovesse mostrare i segni dell’inesperienza davanti a problemi che avrebbero richiesto una compagine forte e qualificata in ogni dicastero, anche in quelli senza portafoglio.
A ben guardare pochi sono i ministri sui quali Berlusconi potrà fare affidamento.
Frattini è un fedele esecutore, ma sicuramente Berlusconi vorrà metterci molto del suo nella politica estera.
Tremonti, con le ultime sbandate stataliste, è divenuto una incognita, soprattutto se nutre, come nutre, l’ambizione di ereditare la leadership del “partito di centro, moderato e liberale”.
Calderoli è il ministro che mi è più simpatico e che sento maggiormente in sintonia con il mio modo di pensare, per questo lo ritengo sprecato alla semplificazione legislativa, perché a lui doveva essere attribuito il compito di portare ordine davanti all’invasione degli illegali ed alla diffusione senza reciprocità di costruzioni delle moschee.
Naturalmente sono alquanto apprezzabili Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, poi le giudicheremo all’opera …
A proposito: ma non dovevano essere cinque le “ministre” ?
In ogni caso, aspettiamo anche la lista dei vice e dei sottosegretari e vedremo quale sarà la compagine che dovrebbe salvare la Patria.
Buon lavoro e ricordatevi: abolizione dell’Ici sulla prima casa alla prima riunione di gabinetto …
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L’ordalia che ha caratterizzato il periodo dal 14 aprile al 7 maggio è degna di essere annotata negli annali.
Ci hanno lasciato le penne personaggi del calibro di Martino (mai entrato nelle liste di governo), Pera (ex presidente del senato che sembrava dovesse, con 7 anni di ritardo, sedersi sulla poltrona della giustizia), Lucio Stanca, un tecnico che si è prestato alla politica pensando che fosse sufficiente il proprio – validissimo – curriculum, Formigoni, rimasto a presidiare il fortino lombardo, Pisanu, scomparso da ogni organigramma, Adriana Poli Bortone che ha dovuto sacrificarsi davanti ad Andrea Ronchi (no, dico, ad Andrea Ronchi, portavoce di Fini !!!).
Roberto Castelli, ottimo ministro della giustizia nel Berlusconi II e III, deve accontentarsi di un posto da vice ministro.
Fuori – probabile vice ministro – anche Michela Vittoria Brambilla, nonostante la fedeltà dimostrata a Berlusconi e la caparbietà con cui, nei momenti peggiori, ha sempre sostenuto il premier, questo a dimostrazione di quanto sia cambiato Berlusconi, una volta ben noto – e stimato – per sostenere sempre gli amici e riconoscere i meriti acquisiti sul campo.
Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Bonaiuti, che invece di diventare ministro, tornerà a fare il sottosegretario alla presidenza e portavoce.
Naturalmente i quotidiani sono pieni di retroscena e di gossippate che lasciano il tempo che trovano.
Ogni costituzione di governo porta in se i semi per la futura crisi.
E non ci meraviglieremmo se, nel più classico degli stili democristiani, i trombati di oggi stessero già preparando la rivincita, “affilando nell’ombra le spade”.
Alla prima occasione faranno sentire il potente segnale di insoddisfazione, soprattutto se un governo oggettivamente deboluccio, dovesse mostrare i segni dell’inesperienza davanti a problemi che avrebbero richiesto una compagine forte e qualificata in ogni dicastero, anche in quelli senza portafoglio.
A ben guardare pochi sono i ministri sui quali Berlusconi potrà fare affidamento.
Frattini è un fedele esecutore, ma sicuramente Berlusconi vorrà metterci molto del suo nella politica estera.
Tremonti, con le ultime sbandate stataliste, è divenuto una incognita, soprattutto se nutre, come nutre, l’ambizione di ereditare la leadership del “partito di centro, moderato e liberale”.
Calderoli è il ministro che mi è più simpatico e che sento maggiormente in sintonia con il mio modo di pensare, per questo lo ritengo sprecato alla semplificazione legislativa, perché a lui doveva essere attribuito il compito di portare ordine davanti all’invasione degli illegali ed alla diffusione senza reciprocità di costruzioni delle moschee.
Naturalmente sono alquanto apprezzabili Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, poi le giudicheremo all’opera …
A proposito: ma non dovevano essere cinque le “ministre” ?
In ogni caso, aspettiamo anche la lista dei vice e dei sottosegretari e vedremo quale sarà la compagine che dovrebbe salvare la Patria.
Buon lavoro e ricordatevi: abolizione dell’Ici sulla prima casa alla prima riunione di gabinetto …
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4 commenti:
E' il fatto del giorno. Condivido la valutazione sulla piacevolezza di vedere la Carfagna e la Prestigiacomo :-)))
Pensate che a sinistra stanno sparando a zero sulla Carfagna perché ha avuto un passato in TV, e forse perché troppo bella. Sapete, essere abituati alla Bindi...
Concordo in buona parte con il post.
Spiace pure a me di non vedere Martino. Ma se dovevano metterlo alla Difesa invece che all'economia, tanto vale resti fuori.
Concordo sulla valutazione di Tremonti. Chiaro che la gente che resta fuori rimane delusa. Ma i posti sono 60, di cui solo 12 saranno ministri con portafoglio. Qualcuno scontentato resta sempre. Non me ne preoccuperei.
Su Calderoli, concordo con la tua valutazione. Ma non credo che sia sprecato. In Italia, il dicastero della Semplificazione avrà un ruolo talmente centrale, con 40000 leggi, che sarà il ministro più impegnato.
Prescindendo dal fatto che il mortazza aveva fatto una legge con il massimo di 12 ministri,poi meno ministri ci sono e meglio è....
Che non ci sia Pisanu beh questa è una fortuna...dopo i casini che ha combinato con gli islamici:vedi i terroristi dell'ucoii....
staremo a vedere
ho l'impressione che sb abbia imparato la lezione: chi fa da sè fa per 3.
ciao
Sarcastycon
http://sarcastycon.wordpress.com
L'unica personalità di spessore rimasta è Tremonti. Mi spiace per la Poli Bortone, Martino, Pera e Stanca, ma non dimentichiamoci di MANTOVANO. La Brambilla, tutto sommato, può anche accontentarsi di stare alla Sanità.
Trovo invece inquietanti le presenza di Bondi, Elio Vito (i campani, ancora una volta, sono i peggiori!) e Angelino Alfano che, se non altro, è almeno iscritto al Napoli club Montecitorio:-(
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