Dal 25 aprile 1945 in poi (magari anche prima visto quello che ha combinato tra il 1919 e il 1922 !) la sinistra ha sempre rappresentato la palla al piede della nostra nazione.
Ma fosse solo una palla al piede, la si potrebbe anche tollerare, il peggio è che è “proattiva” per portare danno, per gettare benzina sul fuoco, per distruggere senza offrire alcuna alternativa concreta ma solo chiacchiere e distintivi.
Lo videro, quelli che c’erano, nel 1948 con il fronte popolare, un tentativo rivoluzionario di conquistare l’Italia per portarla in dono a Stalin.
Lo videro, quelli che c’erano, nel 1953 con la propaganda sulla “legge truffa” che ci ha portato decenni di governicchi di compromesso, invece di un proporzionale con premio alle alleanze che, come si dimostra oggi, garantisce la governabilità.
Lo videro (io c’ero, ma non posso ricordarlo) nel 1960 con i fatti di Genova, una aperta ribellione ad una legittima maggioranza parlamentare, sfociata con il tentativo (riuscito) di impedire il Congresso di un partito, cioè la massima espressione di libertà e democrazia, conculcata da una piazza agitata dalla sinistra.
Lo vedemmo nel 1969 e anni seguenti, con “il salario è una variabile indipendente”, con le occupazioni nelle scuole e con gli anni di piombo che ne seguirono.
Lo vedemmo nel 1984/5 con l’opposizione alla abolizione di quell’anacronismo che era la scala mobile e con i moti di piazza organizzati per opporsi all’installazione dei missili Pershing e Cruise.
Erano gli anni del “meglio rossi che morti”, slogan agitato dalla sinistra, ancora una volta, per portare acqua al mulino della decadente tirannia comunista sovietica.
Lo vedemmo ancora nel 1992 e seguenti, quando la “gioiosa macchina da guerra” tentò di impossessarsi del potere, legittimandosi con un voto dopo l’assist fornito dalla magistratura che indagava su quella che fu definita “tangentopoli”.
Lo vedemmo nel 1994, con tutte le manifestazioni organizzate per impedire a chi era stato eletto dagli Italiani di governare e con le manovre di palazzo che ne determinarono la caduta e la spaccatura con la Lega, altro assist alla sinistra che riuscì ad andare al potere.
E cosa fece la sinistra al potere ?
Lotte interne a parte, si intende.
Tasse, tasse e ancora tasse.
Sulla sanità, per l’europa, l’aumento degli estimi catastali (che paghiamo ancora), l’aumento delle percentuali Ici a disposizione dei comuni, l’aumento delle aliquote fiscali.
Diventammo tutti più poveri.
Gioco forza che nel 2001 la sinistra fosse rispedita all’opposizione a calci nel sedere.
E allora, dopo che per un quinquennio la sinistra, non potendo fare l’unica cosa di cui era capace: distruggere, ma essendo preposta a costruire, combinò un disastro dopo l’altro, ecco che l’anima vera della sinistra riemerge.
E così vedemmo ben sette scioperi generali contro il governo e le sue 37 riforme e la feroce opposizione di piazza, come contro i Pershing e i Cruise, per opporsi alla liberazione dell’Iraq e ad una politica antiterrorista attiva e non passiva.
E ancora un biennio fatto di vuoto e di nulla, per ritornare alla classica sinistra, quella della irresponsabilità di piazza, chiamata a distruggere per impedire che quelli che sanno, facciano.
Ecco che la cgil, calzato l’elemetto, è scesa in trincea, sempre e comunque, per impedire che l’Italia possa realizzare quelle riforme del lavoro di cui abbiamo così tanto bisogno, ma anche mettendosi di traverso a salvataggi e riforme di istituti degradati come la scuola pubblica.
Ma i rappresentanti politici non sono da meglio.
Veltroni, che si presenta come un bonaccione con velleità culturali, si dimostra il più caciarone di tutti, comprensibile perché quando si arriva ai fatti le chiacchiere stanno a zero e conta la concretezza che l’ex sindaco di Roma non ha, se è costretto, per formulare una proposta, a chiedere quel che la sua sinistra ha sempre non solo negato ma fatto al contrario: la riduzione delle tasse.
Ecco che, con tutti problemi che ci sono, con la necessità di lavorare e lavorare sodo per recuperare produttività.
Con l’obbligo di dare una reale istruzione ai nostri figli e non incitamenti all’assemblearismo e alle manifestazioni di piazza, ma nozioni serie, concrete.
Nonostante tutto ciò la sinistra non trova di meglio da fare che sostenere gli scioperi, sostenere il più retrivo conservatorismo nella pubblica amministrazione, nella scuola, nella società, senza alcuna prospettiva per il futuro.
E, ciliegina sulla torta, indire un referendum sulla Riforma Gelmini, prima ancora che questa possa spiegare i suoi effetti, prima ancora che si possano avere dei risultati concreti da questa restaurazione di un passato felice e produttivo.
Quindi, pacatamente, serenamente, ma decisamente domando: come ci si può affidare o dare credibilità ad una sinistra così pervicacemente, inossidabilmente, insostenibilmente contraria agli interessi della Nazione ?
Con questa sinistra l’unica nostra prospettiva è una decadenza più o meno veloce, ma sempre decadenza.
E allora è opportuno anche chiedersi se il sistema politico che abbiamo sia una vera democrazia adeguata alle sfide globali di oggi, oppure se, almeno per una parte, questo assemblearismo continuo , queste chiacchiere vuote ed infinite, non significhino che siamo entrati in piena oclocrazia , con tutte le conseguenze e le opportune determinazioni del caso.
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Ma fosse solo una palla al piede, la si potrebbe anche tollerare, il peggio è che è “proattiva” per portare danno, per gettare benzina sul fuoco, per distruggere senza offrire alcuna alternativa concreta ma solo chiacchiere e distintivi.
Lo videro, quelli che c’erano, nel 1948 con il fronte popolare, un tentativo rivoluzionario di conquistare l’Italia per portarla in dono a Stalin.
Lo videro, quelli che c’erano, nel 1953 con la propaganda sulla “legge truffa” che ci ha portato decenni di governicchi di compromesso, invece di un proporzionale con premio alle alleanze che, come si dimostra oggi, garantisce la governabilità.
Lo videro (io c’ero, ma non posso ricordarlo) nel 1960 con i fatti di Genova, una aperta ribellione ad una legittima maggioranza parlamentare, sfociata con il tentativo (riuscito) di impedire il Congresso di un partito, cioè la massima espressione di libertà e democrazia, conculcata da una piazza agitata dalla sinistra.
Lo vedemmo nel 1969 e anni seguenti, con “il salario è una variabile indipendente”, con le occupazioni nelle scuole e con gli anni di piombo che ne seguirono.
Lo vedemmo nel 1984/5 con l’opposizione alla abolizione di quell’anacronismo che era la scala mobile e con i moti di piazza organizzati per opporsi all’installazione dei missili Pershing e Cruise.
Erano gli anni del “meglio rossi che morti”, slogan agitato dalla sinistra, ancora una volta, per portare acqua al mulino della decadente tirannia comunista sovietica.
Lo vedemmo ancora nel 1992 e seguenti, quando la “gioiosa macchina da guerra” tentò di impossessarsi del potere, legittimandosi con un voto dopo l’assist fornito dalla magistratura che indagava su quella che fu definita “tangentopoli”.
Lo vedemmo nel 1994, con tutte le manifestazioni organizzate per impedire a chi era stato eletto dagli Italiani di governare e con le manovre di palazzo che ne determinarono la caduta e la spaccatura con la Lega, altro assist alla sinistra che riuscì ad andare al potere.
E cosa fece la sinistra al potere ?
Lotte interne a parte, si intende.
Tasse, tasse e ancora tasse.
Sulla sanità, per l’europa, l’aumento degli estimi catastali (che paghiamo ancora), l’aumento delle percentuali Ici a disposizione dei comuni, l’aumento delle aliquote fiscali.
Diventammo tutti più poveri.
Gioco forza che nel 2001 la sinistra fosse rispedita all’opposizione a calci nel sedere.
E allora, dopo che per un quinquennio la sinistra, non potendo fare l’unica cosa di cui era capace: distruggere, ma essendo preposta a costruire, combinò un disastro dopo l’altro, ecco che l’anima vera della sinistra riemerge.
E così vedemmo ben sette scioperi generali contro il governo e le sue 37 riforme e la feroce opposizione di piazza, come contro i Pershing e i Cruise, per opporsi alla liberazione dell’Iraq e ad una politica antiterrorista attiva e non passiva.
E ancora un biennio fatto di vuoto e di nulla, per ritornare alla classica sinistra, quella della irresponsabilità di piazza, chiamata a distruggere per impedire che quelli che sanno, facciano.
Ecco che la cgil, calzato l’elemetto, è scesa in trincea, sempre e comunque, per impedire che l’Italia possa realizzare quelle riforme del lavoro di cui abbiamo così tanto bisogno, ma anche mettendosi di traverso a salvataggi e riforme di istituti degradati come la scuola pubblica.
Ma i rappresentanti politici non sono da meglio.
Veltroni, che si presenta come un bonaccione con velleità culturali, si dimostra il più caciarone di tutti, comprensibile perché quando si arriva ai fatti le chiacchiere stanno a zero e conta la concretezza che l’ex sindaco di Roma non ha, se è costretto, per formulare una proposta, a chiedere quel che la sua sinistra ha sempre non solo negato ma fatto al contrario: la riduzione delle tasse.
Ecco che, con tutti problemi che ci sono, con la necessità di lavorare e lavorare sodo per recuperare produttività.
Con l’obbligo di dare una reale istruzione ai nostri figli e non incitamenti all’assemblearismo e alle manifestazioni di piazza, ma nozioni serie, concrete.
Nonostante tutto ciò la sinistra non trova di meglio da fare che sostenere gli scioperi, sostenere il più retrivo conservatorismo nella pubblica amministrazione, nella scuola, nella società, senza alcuna prospettiva per il futuro.
E, ciliegina sulla torta, indire un referendum sulla Riforma Gelmini, prima ancora che questa possa spiegare i suoi effetti, prima ancora che si possano avere dei risultati concreti da questa restaurazione di un passato felice e produttivo.
Quindi, pacatamente, serenamente, ma decisamente domando: come ci si può affidare o dare credibilità ad una sinistra così pervicacemente, inossidabilmente, insostenibilmente contraria agli interessi della Nazione ?
Con questa sinistra l’unica nostra prospettiva è una decadenza più o meno veloce, ma sempre decadenza.
E allora è opportuno anche chiedersi se il sistema politico che abbiamo sia una vera democrazia adeguata alle sfide globali di oggi, oppure se, almeno per una parte, questo assemblearismo continuo , queste chiacchiere vuote ed infinite, non significhino che siamo entrati in piena oclocrazia , con tutte le conseguenze e le opportune determinazioni del caso.
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1 commento:
Il cahier des doléances lo hai già fatto tu in modo esaustivo. Una cosa è certa: stavolta non ha intenzioni di limitarsi a stare all'opposizione per 5 anni come scaturito da urne elettorali, ma sta lavorando sodo allo sfascio e all'ostruzionismo del tanto peggio tanto meglio.
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