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07 agosto 2011

Guadagnare con la crisi

Come sempre accade le notizie negative ottengono ampio spazio sulla stampa che probabilmente vive sul lancio “strillato” di una catastrofe.
L'elemento psicologico è lo stesso di quando andavamo a scuola e il professore chiamava per l'interrogazione il nome di un altro.
Meno male è toccato a lui e tale pensiero ci era di massima soddisfazione.
Oggi vediamo in televisione le disgrazie altrui e pensiamo: povera gente … meno male che non è capitato a me.
Poi abbiamo le vicende che ci riguardano tutti.
La crisi finanziaria dei mercati è una di queste.
Mal comune mezzo gaudio.
Ma chi riesce a scuotersi da un fatalismo bizantino che attende passivamente le disgrazie, può guadagnare anche in tempi di crisi.
Il riflesso pavloviano alla acida campagna di stampa (e non solo) che dura da 18 anni ha portato ad irridere alle affermazioni del Premier sul fatto che anche lui, con tre sue aziende, è in trincea e soprattutto quando ha invitato gli Italiani a comprare i titoli delle sue aziende.
Non val la pena di annotare i commenti meschini che poi dimostrano solo ignoranza, di quei piccoli uomini che appartengono alla sinistra che, così facendo, sprecano una buona occasione.
Non vorrei fare pubblicità ad un titolo piuttosto che ad un altro perchè ognuno deve essere responsabile delle proprie scelte, ma qualsiasi programma di internet banking consente di vericare, prima di un acquisto, una scheda titolo.
Poiché Berlusconi ha invitato a comprare i titoli delle sue aziende, guardiamo solo Mediaset.
A maggio ha staccato un dividendo di €. 0,35.
Venerdì 5 agosto ha chiuso in rialzo di oltre il 3% a 2,638.
Il titolo ha perso oltre il 40% dall'inizio dell'anno e Fininvest, principale azionista, ha già pagato la salatissima condanna inflitta per il c.d. “Lodo Mondadori”, dimostrando una liquidità e una solidità invidiabile (e quei soldi potrebbero anche tornare indietro con la sentenza della cassazione).
Comprare 1000 azioni Mediaset oggi significherebbe spendere appena 2638 euro.
Un dividendo in linea con quello del 2011 significherebbe un incasso di 350 euro e un rendimento lordo di oltre il 13% annuo.
Naturalmente più titoli si comprano, più il dividendo diventa corposo e più si alza il rischio qualora ci si trovasse nella necessità di trasformare l'investimento in liquidità immediata (ma anche di moltiplicare il guadagno ...).
I principali titoli della borsa italiana sono oltre venti.
Scorrerli significa ripassare il Gotha dell'economia nazionale.
Chiunque avesse della liquidità oggi, farebbe bene a “battezzare” qualche titolo, seguirne l'andamento per qualche giorno, leggersi le schede informative e fare acquisti.
Non è un caso che Il Resto del Carlino/Qn, a pagina 5 del fascicolo nazionale di sabato 6 agosto, sotto il titolo “E il manager compra azioni” (veggasi immagine scansionata), riportasse la notizia che amministratori delegati e dirigenti delle principali aziende quotate, comprassero titoli in borsa delle rispettive aziende (e non solo).
Loro sanno quanto valgono, quanto siano solide e approfittano del momento per fare acquisti.
Loro non si sono messi a ridere schiumando bava dalla bocca alle affermazioni del Premier ...

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