Un contestatore no tav è i coma dopo essere precipitato da un traliccio sul quale si era arrampicato per tentare di fermare i lavori della TAV.
Posto il sentimento di umana pietà per chi cade, credo che se, come gli auguro, il manifestante riuscirà a riemergere dal coma, dovrà imputare solo a se stesso l’accaduto.
E spero che l’accaduto non fermi i lavori, in mostruoso ritardo, perché cadere nel nome di una causa non la rende obbligatoriamente giusta.
E l’Italia deve smetterla di fermarsi ogniqualvolta qualcuno si oppone a lavori, proposte, innovazioni.
E chi protesta, legittimamente, deve smetterla di usare la violenza, che a volte si ritorce contro chi la pratica, per bloccare i lavori.
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