Tra i discutibili “biglietti da visita” del governo del “Frigor Montis”, c’è la montatura delle cosiddette “liberalizzazioni”.
A parte l’attesa per verificare come usciranno dal parlamento, nella speranza che i deputati e senatori del Pdl ritrovino un minimo di dignità per far ingoiare a Monti il rospo di pesanti modifiche, le millantate “liberalizzazioni” si sono risolte in spedizioni punitive nei confronti di circoscritte categorie professionali (taxisti, benzinai, avvocati …).
La cartina di tornasole dell’ipocrisia nel propagandare i provvedimenti repressivi di Monti come “liberalizzazioni” è data dal fatto che lui e i suoi compagni di governo si sono ben guardati dal toccare i grandi centri di costo della spesa pubblica, quelli che producono il debito pubblico che ci opprime:
- pubblico impiego
- sanità
- istruzione
- rai.
Ancora una volta Monti si dimostra forte con i deboli e debole con i forti, non toccando minimamente i veri e corposi centri di costo improduttivi dello stato (di ben diversa tempra si era mostrato il ministro berlusconiano Brunetta …).
In particolare leggo che Monti si comporta con la Rai come un qualsivoglia politicante della prima repubblica, tendente a piazzare un consiglio di amministrazione di fiducia e optando per un direttore generale “amico”, che sia Tizio, Caio o Sempronio non importa basta che risponda alle sue esigenze, con ciò perpetuando il sistema di finalizzare a propri privati disegni un ente finanziato da soldi pubblici.
Proprio oggi Il Sole 24 Ore ha esposto una tabella di raffronto tra Rai e Mediaset.
La società, privata, del Presidente Berlusconi ha la decima parte del personale (e dei costi) del dinosauro pubblico, non percepisce il canone, eppure produce utili (Mediaset è tra i primi venti titoli – nono, per l’esattezza – sempre secondo una precedente indagine del Sole, più convenienti in relazione al dividendo pagato) mentre la Rai pur incassando il canone (essenzialmente dai cittadini del Nord: la Guardia di Finanza se ne guarda bene dall’effettuare a tappeto nel sud quei controlli sul pagamento del canone rai paragonabili agli interventi “spettacolari” effettuati a Cortina !) ha necessità anche di ulteriori trasferimenti di soldi pubblici, maturando sistematici bilanci in perdita.
La vergogna, con buona pace della Fornero, non è l’immagine di Belen a Sanremo (che è un piacere per gli occhi) , ma il fatto che gli Italiani debbano ancora pagare il canone e aggiungere altri soldi per mantenere in piedi il carrozzone Rai.
Ma Monti, liberalizzatore fasullo, se ne guarda bene dal toccare quel centro di costo, di collocamento clientelare e di potere pagato dalle tasse degli Italiani e usufruito dalle consorterie del potere.
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2 commenti:
Sulla Rai hai ragione, ma per il resto le "liberalizzazioni", da letture di testi da me effettuati (e non solo sul web) sono proprio queste che sta facendo Rigor Mortimer: favorire la grande concentrazione monopolista e oligopolista "straniera" a detrimento dei piccoli e medi di casa nostra. E già che ci siamo, spendiamo due parole anche contro i pesanti rincari in perenne ascesa dei carburanti, segno evidente che i "cartelli petroliferi" delle grandi majors internazionali non vengono minimamente intaccati né toccati.
Ma anche questo, fa parte del pacchetto "liberalizzazioni", parola ormai buona solo per i gonzi alla stregua di "democrazia". Che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa.
La Fornero (con l'articolo) critica Belen (senza articolo) perchè a paragone, immaginare la ministra mostrare una qualche bestia tatuata sul suo inguine, fa venire il mal di stomaco :))
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