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17 luglio 2012

Dalla concertazione italiana alle tredicesime spagnole


Ogni tanto persino Monti ne azzecca una e recentemente ha smontato il mito della concertazione.
Non si capisce, infatti, a quale titolo la trimurti sindacale dovrebbe interferire con la politica economica del governo.
Tutti i sindacalisti e i loro iscritti votano e per quale ragione dovrebbero esercitare un secondo diritto di voto e di veto con la concertazione ?
In Spagna il Premier (di Centro Destra) ha deciso una politica di risparmi e tagli alla spesa che comporterà anche la soppressione delle tredicesime per i dipendenti statali.
In Italia i sindacati contestano la decisione di ridurre a sette euro (ben più di quanto percepiscono i dipendenti di molte banche che sono più produttive e in utile dello stato) i buoni pasto degli statali e nessuno beneficiato dai contributi vuole rinunciarvi.
Non vi rinunciano gli statali (tanti, troppi …).
Non vi rinunciano i ricercatori.
Non vi rinunciano gli editori dei giornali.
Non vi rinunciano registi e attori.
Tutti, a parole, dicono che la spesa deve essere ridotta, nei fatti pensano a ridurre quel che percepisce il proprio vicino.
E’ umano, ma così non si risolve il problema.
In altre nazioni la politica di risparmio e taglio della spesa colpisce giustamente i settori della spesa pubblica.
In Italia, invece, se si tocca la spesa statale la trimurti sindacale reagisce come non ha mai fatto quando ad essere colpita con le tasse e l’imu è l’intera popolazione.
I sindacalisti vengono poi presi dal ballo di San Vito se si osa smontare la fiera delle chiacchiere chiamata concertazione.
Ecco perché arriviamo in ritardo e a fatica al punto in cui altri sono giunti da tempo (ricordiamoci le epiche battaglie della Thatcher di ben trenta anni fa, che ora dobbiamo fare anche noi latini …).





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8 commenti:

Nessie ha detto...

Vedremo se sarai altrettanto draconiano quando MOnti deciderà di tagliare la tua, di tredicesima. Si fa presto a fare i froci con le terga altrui - dicono a Roma. Forse è meglio che ti rilassi con la montagna piuttosto che scrivere simili fesserie.

Giulio ha detto...

Non c'è un solo settore che non prenda soldi pubblici per sopravvivere, soldi prodotti dai lavoratori di una parte del settore privato. Ci sono troppe "industrie" che non si pongono il problema di diventare autosufficienti ma che continuano a succhiare come parassiti, cinema in testa.
La Thatcher che hai nominato diceva che il socialismo è caratterizzato dal fatto che in "molti" vivono sulle spalle di "pochi", e che quei "pochi" prima o poi finiscono.
I "pochi" in Italia stanno per finire, bisogna tagliare con le riforme i costi dello Stato, ma come sempre il problema della classe politica non è la presenza di mafiosi, zoccole o corrotti. Il problema è la mancanza di coraggio tra i politici onesti.

Massimo ha detto...

l nostro debito deriva dalla spesa pubblica ed è lì che deve essere contrastato. Le fesserie sono di chi vuole taglieggiare chi produce attività.. E la dimostrazione è l'aumento del debito pubblico pur in presenza di un aumento delle entrate tributarie.

Nessie ha detto...

"Il nostro debito deriva dalla spesa pubblica...".

Quando avevamo sovranità monetaria e il nostro debito era in mano agli investitori italiani, era una risorsa e non una zavorra. Perché non dici chiaro e tondo che da quando la BCE (banca privata) stampa l'Euro, abbiamo visto il nostro debito triplicato e che ci tocca pagare gli interessi passivi della moneta senza stato? La truffa è nell'euro, non nel debito.

Freeman ha detto...

No Nessie questo è falso, l’euro è discutibile e mal concepito, ma con il debito pubblico non c’entra, infatti i paesi che l’hanno adottato non hanno mica tutti la stessa dinamica debitoria. Noi avevamo un debito insostenibile prima di entrarci e ce l’abbiamo anche ora. Riguardo l’italianità del debito, oramai nessuno all’estero compra più titoli italiani, la percentuale di debito in mani italiane è salita dal 50% a oltre il 70%, praticamente sono solo le banche italiane che comprano bot e btp con i soldi che “regala” loro la bce e senza i quali saremmo già falliti e in tal caso qualcuno avrebbe dovuto rinunciare non solo alla tredicesima ma a tutto lo stipendio.

Nessie ha detto...

Le tue informazioni sono errate, leggi qui:

http://www.lefigaro.fr/conjoncture/2011/11/10/04016-20111110ARTFIG00565-qui-detient-la-dette-italienne.php

Magari fallissimo e ricominciassimo tutto daccapo. Meglio una fine horror che un horror senza fine.

Freeman ha detto...

l'articolo risale all'anno scorso, secondo i dati Bankitalia a febbraio 2012 la quota italiana era già sopra il 60%, ma viste le nostre difficoltà qusto non è un bene, contrariamente a quanto si pensa è meglio se il debito è detenuto all'estero: 1- perchè si ha più potere di ricatto: se il debito Greco fosse stato in mano ai greci sarebbero falliti senza tante trattative e senza buttare i (non)soldi degli altri europei 2- perchè in caso di fallimento le perdite le sopportano gli altri (vedi Argentina che ha campato alcuni anni con i soldi rubati ai risparmiatori italiani). Per quanto mi riguarda ho sempre sostenuto che a questo punto il default è la via d'uscita migliore. Uscire dall'Euro? Ci sono pro e contro, non è un tabù per me si potrebbe anche fare, ma non risolve nessuno dei nostri problemi e considerando com'era gestita la lira forse ne aggiungerebbe altri.

Johnny 88 ha detto...

No Nessie, ha ragione Freeman. Quell'articolo è vecchio. Ha pochi mesi, ma purtroppo nel mondo attuale è già vecchio. Il grafico è veritiero ma vecchio. Infatti porta la data di giugno 2011, prima che cominciasse la crisi sul serio, nel frattempo l'esposizione estera è calata di molto. Nell'estate dello scorso anno le banche estere hanno venduto i nostri titoli.