Napolitano,
nel suo ruolo, dovrebbe esercitare una discreta azione per favorire
l’uscita dell’Italia dalla crisi e, quindi, ci potremmo aspettare
richiami alla solidarietà, alla tutela dei più deboli, alla
riduzione degli oneri fiscali ormai intollerabili, alla
razionalizzazione della spesa pubblica che rappresenta lo sperpero
maggiore delle risorse pubbliche che poi altro non sono che i soldi
che vengono rastrellati nelle nostre tasche dallo sceriffo di
Beferingham.
E,
ancora, ci parrebbe appropriato un richiamo ai Valori Morali che
devono informare una società civile, quindi alla Famiglia, alla
tutela della Vita, all’Ordine Pubblico, alla legittima aspirazione
alla Felicità.
Con
tutti questi temi di alto significato tra i quali poter scegliere per
i suoi sermoncini, Napolitano ha preferito richiamare le forze
politiche perché … scrivano la nuova legge elettorale.
Questo
dopo aver bofonchiato che non esistono le condizioni per una riforma
costituzionale del sistema politico.
In
teoria Napolitano si propone di costruire una casa dal tetto.
Ma
nella sostanza il richiamo, accolto da Schifani e Fini come due
soldatini obbedienti, rappresenta un tassello fondamentale del grande
imbroglio con il quale i partiti politici vorrebbero perpetuare il
loro dominio burocratico e inefficiente.
Sì,
perché con il permanere di un parlamentarismo e di un frazionamento
dei poteri figlio di una scellerata scelta del 1948 a sua volta
derivante dalla volontà di impedire che uno bravo potesse assumere
il potere, preferendogli un governo di mediocri tutti reciprocamente
sotto controllo, la legge elettorale fa la differenza tra
l’instabilità della prima repubblica e un minimo di governabilità
ed efficienza.
Per
quaranta anni l’Italia fu soggetta ad un sistema che non premiava
chi vinceva, ma frazionava e bloccava ogni rinnovamento.
Nel
1953 i comunisti di Napolitano (sbagliando come sempre) riuscirono a bloccare una riforma
elettorale di stampo maggioritario che avrebbe garantito un minimo di
stabilità e continuità ai governi.
La
riforma del 1993, fu annacquata con la permanenza di una sensibile
quota proporzionale.
L’ottima
riforma di Calderoli, attuale legge elettorale, è menomata
dall’aver accettato il diktat di Ciampi che impose i collegi
regionali al posto di quello nazionale, per l’attribuzione del
premio di maggioranza al senato, oltre che dalla possibilità per i
parlamentari eletti di tradire il candidato premier per il quale
furono eletti senza decadere automaticamente.
Oggi
vogliono rivedere la legge, perché ?
Perché
chi dovesse vincere, non sarebbe in grado di gestire da solo i
problemi della nazione in quanto, in mancanza di una riforma
costituzionale di stampo presidenzialista e federalista, le
consorterie continuerebbero ad esercitare il loro potere di
interdizione (come vediamo persino contro quel minimo di tagli alla spesa
messi in campo da Monti) non avendo un presidente/premier in grado di
comandare e far applicare tempestivamente le sue decisioni.
Allora
vogliono ritornare ai tempi in cui la Dc era formalmente al governo,
ma il 90% delle leggi erano approvate con il voto del Pci.
Naturalmente
dopo essersi scambiati insulti per tutta la campagna elettorale, per ingannare gli elettori più babbei.
Napolitano,
erede di quella tradizione che ci ha portato a questi risultati,
continua con quella politica e vuole una legge elettorale funzionale
ad un simile disegno.
Noi dovremo cercare di rendere inutili i suoi sforzi.
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5 commenti:
Già.Ed hanno pure paura de La Destra, data in costante aumento. Ora al 4,5, secondo alcuni sondaggi.
In effetti noto forte preoccupazione per la legge elettorale nel paese. Pensa, molti degli imprenditori che si sono suicidati hanno lasciato un messaggio in cui motivavano il gesto con la preoccupazione per la legge elettorale. La Casta si sa, è sempre in sintonia col paese
Stars. Il 4,5% è poco per fermare la deriva marxista. Possiamo solo auspicare che il Cavaliere sia trattato così male da stuzzicare la sua voglia di ritorno ... :-)
Johnny. Napolitano ha sbagliato tutte le scelte ideali e politiche della sua vita e sarebbe impensabile che cominci ad azzeccarne una a quasi novanta anni.
"Allora vogliono ritornare ai tempi in cui la Dc era formalmente al governo, ma il 90% delle leggi erano approvate con il voto del Pci.
Naturalmente dopo essersi scambiati insulti per tutta la campagna elettorale, per ingannare gli elettori più babbei."
Perché Massimo adesso tra PD e PDL è diverso? Si sono scambiati insulti per vent'anni per poi finire a massacrare le nostre tasche a braccetto. Esattamento come DC e PCI che dopo cinquant'anni di finta contrapposizione son finiti nello stesso partito. Uguali, uguali. Veramente, mi chiedo come tu possa ancora credere che Berlusconi e i suoi siano alternativi al PD, quando la realtà dei fatti di questi vent'anni, e dell'ultimo anno in particolare, dimostra esattamente l'opposto ovvero che PD e PDL erano come DC e PCI, formalmente nemici ma poi de facto alleati nel solito consociativismo italiota.
Perchè Berlusconi è alternativo ai rossi ed ai loro caudatari. Basta osservare la fibrillazione dei Bersani, Casini e compagni quando oggi i giornali hanno parlato di ricandidatura di Berlusconi. Spariglierebbe e manderebbe all'aria i loro piani. Infatti oggi la speculazione internazionale ha mandato due messaggi:la flessione immotivata in borsa di Mediaset che è arrivata a perdere fino a 4 punti e l'attacco di Monti al Cavaliere. Non ci sono alternative: per fermare la deriva eurocomunista possiamo solo puntare su Berlusconi.
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