Se spendiamo più di quel che guadagniamo, dobbiamo ridurre
(tagliare) le spese.
Oppure incrementiamo gli incassi rubando in casa altrui.
Quasi tutti dicono che l’Italia deve tagliare le spese, a
parte la Camusso e Bersani che, traviati dal perverso demone dell’ideologia
marxista di cui al momento sono i maggiori rappresentanti, berciano di
patrimoniale, pensando di poter spendere all’ infinito mettendo le mani nelle
nostre tasche.
Purtroppo così alimentano l’invidia della parte meno evoluta di chi non ha o ha di meno
e che ragiona solo in termini di rivalsa, mentre non vanno considerati, essendo evidentemente irrecuperabili, quelli mirabilmente ritratti nella barzelletta sui coccodrilli che
volano ... se lo scrive l’Unità.
E’ però da stigmatizzare anche l’atteggiamento di chi sa che
bisogna tagliare le spese, ma … quelle di cui beneficiano gli altri.
Non nel mio giardino, cioè tagliare si deve, ma nei giardini
altrui.
Purtroppo non è possibile.
Le spese vanno tagliate e i servizi pagati al loro costo da
chi ne usufruisce, non accollate genericamente alla collettività.
E le aziende che maggiormente sono passive, maggiormente
devono tagliare, anche sul personale.
E lo stato è un’azienda fortemente passiva (e inefficiente).
O liberi con la virtù del sacrificio e del risparmio, oppure
sudditi della Germania (e compagni) con l’indolenza degli schiavi ben pasciuti, ma alla
completa mercede del padrone, come all’epoca di Roma Caput Mundi.
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