Sono
solo voci.
Berlusconi
pensa di ricandidarsi nel 2013.
Finalmente,
per l’ampia platea degli anticomunisti e del Centro Destra, un
raggio di luce in mezzo al buio del montismo.
Che
l’ipotesi abbia messo in fibrillazione e spaventi la nomenklatura è
da un lato un segno che la candidatura del Cavaliere rappresenta
quanto di meglio possa proporre l’Italia oggi per scardinare il
patto scellerato tra comunisti, democristiani e consorterie
finanziarie internazionali ed europeiste.
Dall’altro
la sua forza, che spariglierebbe i giochi già fatti a tavolino, è
rappresentata dalla reazione violenta che ha visto il mercato
speculativo colpire Mediaset e Monti stesso attaccare il Premier
eletto dal Popolo con oscure frasi circa possibili “umiliazioni”
che avrebbe subito al G20.
La
voce discende da sondaggi che vorrebbero un Centro Destra a guida
effettiva Berlusconi posizionato intorno al 30% dei voti, a fronte di
una metà che otterrebbe con Alfano: non ci vogliono i sondaggi per
sapere che la maggioranza dell’elettorato di Centro Destra vuole
Berlusconi e non altri.
Ma
un 30% di voti, con qualsiasi legge elettorale, rappresenta un blocco
formidabile anche se la maggioranza fosse raggiunta dalla grande
ammucchiata da Casini a Vendola, Di Pietro, Bersani e Fini.
Questi
dovrebbero mettersi d’accordo su ogni singolo provvedimento e su
ogni singola poltrona, mentre un consistente drappello di Centro
Destra, compatto e senza traditori, potrebbe bloccare, anche
dall’opposizione, la deriva che sarebbe impostata da una coalizione
che richiama il perverso arco costituzionale degli anni settanta e
ottanta.
Se
poi consideriamo che un nuovo Pdl a guida Berlusconi potrebbe
riprendere l’alleanza con la Lega e con la Destra Radicale, è
presumibile che, pur magari mancando il conseguimento della vittoria
elettorale, possa ricostruirsi la base elettorale di Centro Destra
che raggiungerebbe poi l’obiettivo di tornare al governo appena gli
Italiani verranno massacrati dai governi cattocomunisti fondati sulle
tasse e su provvedimenti di disgregazione dei Valori morali
tradizionali.
Una
buona e aggressiva campagna elettorale, però potrebbe anche portare
alla medesima, piacevole, sorpresa del 1994, ricordando sempre che
anche nel 2006 Berlusconi recuperò rispetto a sondaggi pessimi e
solo degli scrutini dubbi in alcune regioni del sud gli negarono la
vittoria (poi conseguita nel 2008).
In
questo quadro un elemento di novità, pur non essenziale, potrebbe
essere il ticket con un vice donna e il Centro Destra ha molte donne
all’altezza, con un appeal ben maggiore delle Bindi e delle
Finocchiaro che possono mettere in campo a sinistra, per non parlare
delle donne di Monti (Fornero, Cancellieri e Severino).
Gelmini,
Meloni, Santanchè, Ravetto nel Pdl, Lussana e Martini nella Lega
sono tutte sicuramente all’altezza di ben figurare e rappresentare
un elettorato di Centro Destra.
Ci
sarebbe anche la Brambilla ma la sua attuale deriva animalista e
anticaccia la rende profondamente invisa ad ambienti in cui
l’elettorato di Centro Destra è molto rappresentato.
Il
punto, però, non è se la candidatura di Berlusconi ricompatterebbe ed a far ottenere al Pdl (o come si potrà chiamare) un
consenso idoneo a bloccare i cattocomunisti e le consorterie
finanziarie ed europeiste, ma se l’ipotesi sia veritiera o non,
piuttosto, una mossa tattica.
Ricordo,
infatti, come nel 1993 Berlusconi provò a convincere Segni (e forse
qualcun altro) a capeggiare il partito che stava organizzando, ma fu
poi costretto a scendere in campo personalmente.
Oggi
ci sono altri in odore di ambizioni personali (Montezemolo, Passera,
Monti stesso) ma a parte il fatto che non mi sembrano in linea con il profilo del candidato adatto al Centro Destra, è da
vedere se sarebbero disponibili a collocarsi, senza “se” e senza
“ma” in questa nostra area.
Poi
resta sempre l’ipotesi di un “Mister X” , un jolly che il
Cavaliere potrebbe estrarre all’ultimo per evitare di renderlo il
bersaglio di mesi di aggressioni, come accadrà a chiunque si
proporrà per ostacolare i cattocomunisti, braccio armato delle
consorterie finanziarie ed europeiste.
Comunque
vada, resta il fatto che anche solo l’ipotesi di un ritorno del
Cavaliere crea entusiasmo nel Centro Destra e mette in fibrillazione
la nomenklatura da Casini a Bersani.
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3 commenti:
Ho letto le prime dichiarazioni di Fini: sta' sclerando :-)))
Berlusconi da nove mesi fa parte del patto consociativo PD-PDL-UDC. Ha indicato come suo erede una scartella, ovvero Alfano. Quanto alla "deriva morale" direi che la sua vita privata e le trasmissioni sulle sue TV, in cui gli omosex e relativa propaganda pullulano, rendano chiaro come il suddetto sia consustanziale al PD di cui è da vent'anni il più grande alleato.
A parte il fatto che non è immorale organizzare feste private allietate dalla presenza retribuita di giovani donne consenzienti. A parte il fatto che con Berlusconi non ci sono state leggi che facilitassero divorzio, aborto o che legittimassero l'eutanasia o la manipolazione genetica o le unioni omosessuali o che liberalizzassero la droga o che concedessero cittadinanza e voto agli immigrati. A parte il fatto che la reazione dei Bersani, Di Pietro, Casini, Fini e compagni dimostra che Berlusconi fa loro paura. A parte tutto questo: chi altri ?
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