Come di prassi, ieri Alfano, nel suo immeritato e pernicioso ruolo di ministro degli interni, ha riunito il comitato sicurezza e quindi tenuto una pomposa conferenza stampa nella quale ha gonfiato il petto come un tacchino a Natale e, con voce di circostanza, ricordato altri quaranta morti asfissiati in un barcone, evidenziando come per merito dell'Italia 320 sono stati salvati.
Nella foga ha però fatto il passo più lungo della gamba, perchè ha confessato che l'intervento della nostra Marina Militare è avvenuto in acque territoriali libiche, vicino alla costa.
E allora perchè li hanno portati in Italia invece di sbarcarli sulle più vicine coste di partenza ?
Piuttosto Alfano si ricordi che lui è tra i responsabili dei quaranta morti ( e di tutti quelli che li hanno preceduti e che li seguiranno), lui e tutti coloro che, non respingendo i clandestini, proietta l'idea che l'Italia sia disponibile a salvarli tutti, portandoli nella penisola e dando loro vitto, alloggio e cure gratis.
Lui e tutti coloro che istigano a salire sui barconi, invece di occupare un lembo di territorio libico per trattenere i clandestini e dividere il grano dal loglio prima di aprire le porte di casa nostra.
Doppia tacchinata alfaniana, dunque, a Ferragosto.
Il Cav aveva proprio ragione: costui proprio non ha il quid.
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1 commento:
Macché "quid" d'Egitto! Costui è un criminale passaordini che collabora fattivamente per la dissoluzione del nostro paese. Magari fosse solo questione di "quid"!
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