Alcuni giorni fa, credo credo venerdì 7, Mario Giordano ha scritto un bell'editoriale su La Verità, nel quale descriveva la sofferenza dei sostenitori del NO nell'essere in compagnia di D'alema e De Mita.
Verissimo, quei due starebbero meglio dall'altra parte della barricata, ma dall'altra parte già ci sono le consorterie affaristico finanziarie, la stampa quasi tutta, il soviet europeo, Napolitano ... cosa volete che sia, in confronto, la compagnia di due ruderi del passato come D'alema e De Mita che ormai non possono più fare danni (mentre Renzi di danni potrebbe farne ancora a lungo) ?
Del resto il voto NO ha una duplice valenza, ma non significa un matrimonio con chi percorre assieme a noi questo breve tratto di strada.
Il NO significa rigettare una riforma scritta male nella forma e nella sostanza, persino peggiorativa di un testo costituzionale, quello del 1948, che di suo andrebbe archiviato in blocco.
Ma quale senso potrà mai avere un senato nominato all'interno di sindaci e consiglieri ragionali che già dovrebbero occupare tutto il loro tempo ad amministrare le località di loro competenza ?
Che senso ha sottrarre a tale senato "delle regioni" proprio le competenze sulla sanità, l'istruzione, la fiscalità che hanno il maggiore impatto nella vita delle comunità locali ?
Che senso ha regredire ad uno stato centralista, abbandonando quella misera autonomia derivante dal titolo V modificato nel 2000 ?
Ma il NO non è solo una bocciatura di una "riforma" scritta evidentemente da degli emeriti ignoranti (in senso etimologico latino) o da un gruppo di furbetti della costituzione vogliosi solo di sottrarre potere al Popolo, il NO è anche una battaglia politica che può liberare l'Italia dal terzo presidente del consiglio mai eletto dal Popolo.
Da un arrogante, presuntuoso e talvolta ridicolo personaggio che si regge sul voto determinante di un gruppo di transfughi dal loro partito e di traditori dei loro elettori, che non hanno consenso popolare.
Un chiacchierone incontinente e un ballista da podio olimpico, che usa il denaro pubblico per distribuire mance elettorali, aumentando il debito pubblico che si dovrà poi pagare, come tutti debiti.
In soli cinque anni, da quell'infausto 8 novembre 2011 in cui Berlusconi cedette alle pressioni di Napolitano che aveva dietro le consorterie affaristico finanziarie e il soviet europeo, siamo passati da 1900 a 2300 miliardi di debito pubblico, nonostante il miglioramento della situazione economica mondiale e il grandissimo aiuto dell'acquisto dei titoli di stato da parte della BCE, un aiuto sempre negato a Berlusconi.
Nonostante tale debito, Renzi continua a promettere.
900 milioni agli statali, 400 ai cinematografari (schierati infatti con lui, come dimostra il caso, senza dignità, di Benigni), qualche centinaio per un anticipo pensionistico che si risolverà come il TFR in busta paga, perchè solo un disperato può voler anticipare di tre anni la pensione per restare indebitato con banche e assicurazioni per i successivi venti anni !
Il NO quindi è duplice.
Un NO nel merito di un pessimo provvedimento e un NO a chi lo propone.
In sostanza dobbiamo pensare che siano due le domande nella scheda elettorale:
1) Condividi la riforma di Renzi ?
2) Vuoi che Renzi resti presidente del consiglio ?
Due domande alle quali si può rispondere benissimo con un solo, sonoro NO !
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1 commento:
D'Alema fa il viticoltore e non può piùù essere riciclato, De Mita il pensionato. Nel NO c'è pure Prodi ma come ho già detto, pur di togliermi Renzi dalle scatole, farei alleanze anche con Lucifero. Poi come ho già scritto con le vere riforme (e non schiforme ) le vecchie costituzioni si migliorano, non è che si peggiorano.
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