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No alla deriva

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03 ottobre 2016

Il gulag renziano e il samizdat per il NO


Ieri mattina il Resto del Carlino/QN, quotidiano del gruppo Riffeser-Monti schieratissimo con la consorteria affaristico finanziaria che appoggia il soviet europeo e, quindi, Renzi e il suo sì, riportava a tutta pagina (interna, almeno un po' di pudore) che il "sì" stava recuperando grazie all'efficacia della campagna renziana.
Sfido, io, è una campagna monotematica, senza alcun contraddittorio !
A parte le sceneggiate come quella dei due tacchini dal petto gonfio di ego che si sono confrontati su La7, entrambi di sinistra, è un monologo renziano.
Radio e televisioni sembrano a reti unificate e ci fanno ascoltare solo i discorsi di Renzi, le batute di Renzi, gli attacchi di Renzi, le promesse da marinaio di Renzi, le elargizioni clientelari di Renzi.
Sembra che gli altri, da Salvini alla Meloni, da Grillo all'estrema sinistra, stiano in poltrona seduti in silenzio e non abbiano nulla da dire.
Di Grillo parlano solo in relazione a Roma, mentre di Salvini solo se gli lanciano le uova.
Sono stati costretti a parlare della Meloni perchè ha partorito e di Berlusconi per i suoi ottanta anni, dimenticandosi che, lo stesso giorno, anche il loro Bersani ne compiva sessantacinque.
Sembra che l'Italia renziana sia trasformata in un gigantesco gulag, dove sia vietato dare voce al "NO" o, comunque, a chi critica Renzi, a meno che non sia in un contesto in cui lo si possa ridicolizzare e attaccare senza possibilità di lasciargli la parola per replicare.
Allora contro il gulag fu già sperimentato con successo il samizdat, cioè la diffusione personale, capillare delle idee contrarie al regime.
Siamo arrivati a questo punto nell'Italia renziana: la propaganda per il NO lasciata al volontariato, al colloquio personale e alla sola rete.
Se vogliamo evitare che l'Italia si trasformi in un autentico gulag di sovietica memoria, non possiamo che votare NO e mandare a casa Renzi impedendogli di realizzare un sistema costituzionale e giuridico che favorisca la soppressione della libertà di opinione e della sua diffusione attraverso gli strumenti di comunicazione di massa.


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