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12 febbraio 2017

Invece di stringere nel pubblico penalizzano il privato


Con un acume che rasenta il premio Nobel (di quelli concessi ad Arafat, Fo od Obama, ovviamente ...) il presidente dell'Inps Boeri, dopo aver fatto pubblicare le statistiche dove si rileva come i dipendenti pubblici siano più cagionevoli di salute (e di molto !) dei dipendenti privati, ammalandosi maggiormente al lunedì, oltre ad utilizzare quattro volte di più le giornate ex legge 104/92, trova la soluzione nell'equiparare le ore di reperibilità tra pubblico e privato.
Sette per tutti.
Una soluzione intelligente, se attualmente il privato avesse una reperibilità a sette ore e il pubblico, minore, ma del cui senso si deve dubitare visto che già adesso il pubblico ha sette ore di reperibilità, mentre il privato quattro.
In sostanza, si penalizza chi già si ammala di meno e non si toccano i privilegi del pubblico.
La forbice tra le malattie del pubblico e del privato è destinata quindi ad aumentare, nel solco di una tradizione che vede il dipendente pubblico pieno di privilegi (a cominciare dalla inamovibilità) mentre il privato a dover subire.
Eppure ogni logica direbbe il contrario.
I dipendenti privati sono, per lo più, quelli di aziende i cui risultati sono fiori all'occhiello (diversamente sarebbero a spasso previo fallimento dell'azienda stessa), mentre il bilancio dell'azienda stato è fallimentare (dalla scuola alla sanità, alla giustizia, alla pubblica amministrazione) e non fallisce solo perchè dietro ci siamo noi che paghiamo le tasse, ma se dovessero sopravvivere con gli "utili" che portano a casa, come fanno le aziende private, non arriverebbero al panettone ... partendo da S. Ambrogio !
Lo statalismo che ritorna (veggasi anche l'inconfessabile voglia di reddito di inclusione o cittadinanza che favorirebbe solo parassiti e lavativi, oltre agli inganni dei clandestini che troverebbero un'altra opportunità per insediarsi a casa nostra, a nostre spese) è un pericolo che non tiene conto di come, proprio per colpa dell'assistenzialismo di stampo cattosocialcomunista, abbiamo accumulato il debito che, oggi, grave sulle nostre spalle e sul futuro nostro e dei nostri figli e nipoti.
Boeri sarà anche un "professore" con il ricciolo accuratamente spettinato da intellettuale, ma le sue proposte sono degne del peggior demagogo statalista, che pensa solo a spremere i contribuenti.


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