Con un comportamento altamente ipocrita, i burocrati europei che addestrano il personale libico e vendono motovedette, dichiarano che i porti libici "non sono sicuri" con l'intenzione di inibire la restituzione dei clandestini ai porti di partenza.
Un oggettivo aiuto all'opera degli scafisti, aggravato dalla pretesa di considerare "navi ue" quelle che battono le bandiere nazionali.
In pratica i burocrati ue pretendono di comandare ma non di accollarsi gli oneri derivante dall'invasione, questi, nei loro pensieri, sono tutti dell'Italia cui viene impedito il respingimento.
Non possiamo e non dobbiamo accettarlo.
A maggior ragione adesso, i porti devono restare chiusi a tutte le navi battenti bandiera straniera che vorrebbero scaricarci i clandestini.
A maggior ragione, affermando la nostra Sovranità, dobbiamo riportare ai porti di partenza i clandestini salvati dalle nostre navi.
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