La democrazia vive sul voto di maggioranza e quando nel pubblico c'è chi rema contro in base alle proprie visioni ideologiche, la democrazia è calpestata.
Lo hanno ben capito nella patria della democrazia, gli Stati Uniti, dove, da sempre, senza che nessuno gridi allo scandalo, il nuovo presidente sostituisce i funzionari dell'amministrazione precedente con uomini in linea con i suoi programmi.
Lo ha capito persino la Francia che ha modificato l'elezione di camere e presidente, facendo sì che, eletto il presidente, si svolgano anche le elezioni parlamentari per ridurre il rischio di coabitazione.
In Italia, invece, persiste la pessima abitudine di fare ostruzionismo, come ha fatto Gentiloni, quando ormai tutti i sondaggi indicavano la sconfitta della sinistra, nominando, ai vertici militari come in molte partecipate, suoi uomini, per intralciare il governo che sarebbe arrivato per volontà del Popolo.
Lo vediamo in questi giorni con il protagonismo di Boeri, presidente dell'inps nominato da Renzi e con una rai tv faziosa che, senza quasi contraddittorio, dà spazio alle voci ostili al governo.
Non può continuare.
La palese ostilità di Boeri e di quelli come lui verso le iniziative del governo, dal blocco dell'immigrazione all'economia e lavoro, ai trattati internazionali, moltiplicano l'ostruzionismo di un presidente della repubblica eletto da un parlamento delegittimato dai cambi di casacca e spazzato via dal voto.
Siamo quasi a due mesi dalla fiducia al nuovo governo ed è ora che Salvini e Di Maio mettano mano alle nomine sostituendo tutti i funzionari pubblici nominati dai precedenti esecutivi per insediare uomini funzionali alla politica di governo.
Dalla rai all'inps, dalle Forze Armate e Forze dell'Ordine alla diplomazia.
Non è più tempo di consociativismo.
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