Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

13 marzo 2007

Il Centro Destra non si faccia menare per il naso

Leggo con piacere numerosi interventi nel mondo blog favorevoli al voto contrario al rifinanziamento della missione in Afghanistan.
E non per ostilità nei confronti della guerra al terrorismo da combattere al fianco dei nostri Alleati Americani, Inglesi, Australiani, ma per bonificare il palazzo del potere dall’occupazione comunista.
Leggo con molto meno piacere del minuetto cui si apprestano a partecipare anche i partiti del Centro Destra sulla riforma elettorale.
Con l’occasione la sinistra ha allargato anche ad una riforma costituzionale.
Belle parole piene di buoni propositi (riforme condivise, coinvolgere l’opposizione …) ma un solo obiettivo: stiracchiare la durata della sinistra al governo.
Monica dimostra ogni giorno di essere una giornalista di razza, di quelle che non si accontentano delle veline e vanno alla fonte.
Così, quando si è cominciato a parlare di riforma elettorale e costituzionale insieme, è andata a spulciarsi in cosa consisterebbe e ce lo ha raccontato in un post che tutti dovremmo leggere, a cominciare dai dirigenti del Centro Destra che si apprestano a sedersi (per loro eterno disdoro !) allo stesso tavolo con Prodi e i suoi sodali.
Come Monica denuncia la proposta della sinistra non è altro che la riedizione delle Riforma Costituzionale approvata dal Centro Destra la scorsa legislatura e che la sinistra ha osteggiato fino a provocarne la decadenza con il referendum.
Riduzione del numero dei parlamentari ed era contenuta nella Riforma del Centro Destra.
Rafforzare i poteri del Premier idem.
Differenziazione di competenze tra le due camere come sopra.
Allora perché mai dovremmo metterci ad un tavolo con la sinistra per discutere di un qualcosa che avevamo già realizzato e che la sinistra aveva contribuito, nel sonno della ragione di tanti elettori, a bocciare ?
Solo per consentire a Prodi ed ai suoi sodali di galleggiare ancora per un annetto ?
Perché mai dovremmo rinunciare a ribaltare una sinistra ormai nettamente minoritaria ?
Ogni occasione è buona per spedire a casa questo parlamento, già delegittimato dai dubbi sugli spogli del 10 aprile e che è sempre più scollato al suo interno e dalla base produttiva della nazione.
Concedere una proroga allo sfratto di Prodi da palazzo Chigi è una grave responsabilità che si assume chi, nel Centro Destra, persegue l’obiettivo di una legge elettorale e costituzionale condivisa con la sinistra.
Chi si presta al minuetto della sinistra non si dimostra all’altezza di guidare la Coalizione di Centro Destra perché si lascia menare per il naso dall’ “ammuina” di chi, nel frattempo, lascia spazio occupazioni televisive, manifestazioni di piazza offensive e laceranti critiche ai nostri Alleati internazionali.

Entra ne

12 marzo 2007

Gli omosessuali hanno reso manifesto il loro torto

Sabato scorso un sit in di omosessuali e omofili ha deturpato una delle belle piazze di Roma.
Sono volate parole grosse “diritti” e persino “civili” per parlare di un capriccio omosessuale.
Ma la posizione di questo blog è arci … nota ed è inutile tornare sull’argomento.
Quello che mi piace sottolineare è che gli omosessuali e gli omofili, con il loro comportamento sguaiato e volgare, danno ragione a chi non ritiene si debba parlare nei loro confronti di “diritti”, ma di capricci, a chi esprime dubbi sul fatto che l’omosessualità non sia una malattia, a chi ha certezze sul fatto che lo sia.
Lasciamo anche stare il ridicolo della signora Pollastrini che si autodefinisce “ministra”, con una terminologia veterofemminista superata e ridicolizzata quanto le definizioni di “avvocata”, “dottora” etc.
Veniamo alla forma ed al contenuto della manifestazione e dei comportamenti dei portabandiera degli omosessuali.
La forma.
Abbiamo detto “sguaiata e volgare”.
In che altro modo si potrebbe definire un sit in nel quale la parte del leone l’hanno fatta, come dimostrano le immagini trasmesse dalla televisione:
- individui dello stesso sesso che ostentatamente si baciavano;
- esseri agghindati come neppure nelle più comiche parodie con omosessuali protagonisti osano fare;
- altra fauna vestita da vescovo;
- cartelli solamente offensivi nei confronti di chi osa manifestare idee contrarie all’oggetto del desiderio degli omosessuali
.
Come si fa a non pensare alla definizione “checche isteriche”, dal momento che quel che abbiamo visto può facilmente ed efficacemente essere sintetizzato nell’immagine di un omosessuale che batte capricciosamente il piedino per terra pretendendo gli sia riconosciuta la patente di normalità dallo stato, con il matrimonio ?
E che dire del contenuto (scusate l’esagerazione del termine) del sit in ?
Il vuoto assoluto, l’ignoranza manifesta che gli stessi ministri (come siamo caduti in basso in Italia grazie a Prodi e a chi l’ha votato !) hanno espresso nel difendere un provvedimento che uno stesso esponente della sinistra, il senatore Salvi, ha accantonato perché completamente al di fuori di ogni concreta applicabilità e conformità costituzionale ?
Ma si rendono conto che parlare di “civiltà”, di “diritto” applicandolo al matrimonio tra omosessuali è usare termini nobili per un tema che non ha alcun pregio giuridico, civile, sociale o morale ?
E le solite litanie di frasi fatte condite dalle uniche espressioni che quella gente è in grado di concepire: gli insulti nei confronti di chi non la pensa come loro.
Ma perché tutto questo rende manifesto il loro torto?
Perché chiunque credesse nel buon diritto della propria posizione e volesse raggiungere un risultato, un traguardo, farebbe in modo di presentare a chi non la pensa come lui argomentazioni, ragioni e immagini che non respingano questi, ma li facciano riflettere e pensare che “forse possono aver ragione”.
Sbattere in faccia a noi espressioni, scritte e immagini offensive verso la religione, baci tra omosessuali e null’altro, lungi dal farci ripensare alle nostre posizioni le rafforza e le rende ancor più credibili e argomentate, proprio prendendo spunto dal comportamento anomalo che omosessuali e omofili hanno manifestato sabato scorso.
E per concludere veniamo ad un aspetto di carattere psicologico.
Di recente una senatrice (non “senatora” !) della sinistra (e non solo lei) ha espresso, da professionista, la sua convinzione che l’omosessualità sia una devianza, dalla quale si può guarire.
Non l’avesse mai detto !
Si sono scatenate le isterie maggiori, proprio da parte dei portabandiera omofili ed omosessuali, con inviti a denunciare chi osasse affermare che gli omosessuali sono malati.
Ecco il punto: impedire che si dica che sono malati, anche ricorrendo alla persecuzione giudiziaria.
E’ la dimostrazione di una assoluta debolezza di argomentazioni e, soprattutto, di convincimento delle proprie tesi.
Sarà mica che quel dubbio che loro dovrebbero insinuare in noi (ottenendo invece l'effetto contrario) è, invece, ben presente in loro sulla loro stessa reale condizione ?

Entra ne

09 marzo 2007

Bologna, marzo 1977: io c'ero

(Post della memoria: molto lungo)

Da circa un mese si sono aperte le "danze" celebrative per il "1977".
Come per il "1968" il reducismo sembra farla da padrone, annegando nella nostalgia dei 20 anni, quel che invece fu una stagione fatta solo di violenza, sangue, devastazione, terrore.
Nel 1977 io avevo 20 anni, frequentavo (si fa per dire: all'università ci andavo solo per gli esami, era molto meglio studiare a casa) giurisprudenza a Bologna ed ero in pari con gli esami.
A febbraio avrei dovuto - in sessione straordinaria - sostenere l'ultimo esame del piano di studi del primo anno: Istituzioni di Diritto Romano.
Nel 1976 si erano svolte le elezioni politiche più incerte della storia dopo quelle del 1948 e prima di quelle del 2006.
Il 1968 aveva lasciato strascichi di violenza e di "gruppettari" extraparlamentari.
Nel 1974 il referendum contro il divorzio aveva visto una inedita coalizione, che andava dai liberali ai comunisti, prevalere su DC e MSI.
L'anno successivo, 1975, il PCI "sfondava" in regioni, province e comuni, grazie anche al collaborazionismo del PSI - sempre con i piedi in due staffe - e di settori del PSDI, PRI e PLI (la corrente di sinistra di Zanone che nel 1976 prese il potere nel partito conducendolo a sinistra: oggi Zanone è senatore ulivista in quota DS !!!).
In questo quadro la DC "tenne", recuperando sul 1975 e mantenendo a distanza il PCI.
Chi fallì fu invece il PSI e così, con il "pensionamento" dei vecchi leaders come De Martino, iniziò l'era Craxi.
A livello internazionale la metastasi comunista sembrava inarrestabile.
Gli Stati Uniti, dopo il Watergate e la ritirata vergognosa dal Vietnam, si erano chiusi in se stessi eleggendo nel novembre 1976 il peggior presidente che abbiano mai avuto: Jimmy Carter.
La crisi del PSI e l'impossibilità numerica di un governo centrista - stante la conventio ad excludendum nei confronti dell' MSI-DN che manteneva le sue posizioni introno al 6% - diede la stura alle più fantasiose masturbazioni di alchimia politica, il cui indiscusso protagonista fu Aldo Moro.
Ne uscì così un governo claudicante (sostituito poi nel 1978 dal governo della "non sfiducia") affidato a Giulio Andreotti.
Enrico Berlinguer sperava di portare il suo partito comunista al potere evitando gli errori di Allende che nel settembre 1973 era stato rimosso in Cile, lanciando il "compromesso storico", accettando la Nato come ombrello protettivo e trasformando il PCI in "partito d'ordine".
Un ordine che cercava di imporre anche nelle università e nell'insorgente mondo marginale che oggi apparterebbe ai centri sociali, no global e pacifinti.
Bologna era da sempre il "fiore all'occhiello" del PCI.
Una accurata operazione di marketing presentava la città felsinea come la meglio amministrata in Italia ed era l'epoca degli "autobus gratis".
E' bene ricordare che allora i deficit degli enti locali venivano sistematicamente coperti dal governo centrale, aumentando le tasse e l'indebitamento pubblico con l'emissione di valanghe di titoli di stato.
Così se è vero che a Bologna il PCI erogava servizi gratuiti, è altrettanto vero che lo abbiamo pagato tutti - e salato - con le politiche di rientro dal deficit pubblico degli anni successivi (e finchè ci sarà la sinistra al governo non sarà mai finito l'esproprio dei nostri risparmi).
E che le amministrazioni di Bologna non fossero poi quelle meraviglie che la propaganda comunista cercava di far credere, lo si è visto quando i comunisti, occupato il potere in centinaia di comuni, province e regioni e non avendo più la possibilità di scaricare gli oneri sul governo centrale, si sono adattati alla politica di tutte le altre amministrazioni, dando così ragione a Mariano Rumor che, in una tribuna politica, rispose all'esempio di Bologna, dicendo che "l'amministrazione comunista di Bologna poteva vantarsi di simili risultati solo perchè era inserita in un'Italia democristiana".
Bologna, quindi, vetrina del comunismo italiano e, come tutte le vetrine, l'ordine del partito era di dimostrare come, con il PCI, potesse essere garantito l'ordine pubblico.
E come Bologna tutte le altre città dove il PCI era riuscito a conquistare l'amminsitrazione locale.
Così il 1977 inizia con le turbative indotte da studenti svogliati, da ex sessantottini, dalla sinistra alla sinistra del PCI.
Ed inizia come nel 1968 con occupazioni di scuole e università.
Con scontri di piazza.
Con manifestazioni di violenza.
A febbraio 1977, dunque, in tale clima generale, avrei dovuto sostenere l'ultimo esame del piano di studi del primo anno dell'università.
Non ci riuscii.
Le continue occupazioni, oltre ed impedire le lezioni, impedivano anche gli esami.
La tensione, però non cessava.
La pressione aumentava.
In ogni parte d'Italia si susseguivano disordini, scontri.
Apparivano le prime armi in mano ai manifestanti.
La vetrina di Bologna si infranse.
L'11 marzo, l'ennesima manifestazione di violenti - anticipatori dei centri sociali, no global, pacifinti di oggi - che cercava di impedire l'agibilità politica in università agli studenti cattolici di Comunione e Liberazione venne affrontata - finalmente ! - dalle Forze dell'Ordine con cariche ripetute tendenti a disperdere i facinorosi.
I quali potevano contare su un'arma in più: la radio, Radio Alice divenuta famosa per "raccontare" in diretta gli scontri e, soprattutto, per consentire ai vandali di conoscere dove e come andavano dispiegandosi le Forze dell'Ordine, peraltro in numero insufficiente ad affrontare l'emergenza: non si pensava che Bologna la Rossa potesse sfuggire di mano al PCI.
L'11 marzo mio padre mi comprò la prima automobile e stavamo tornando verso casa quando i vigili urbani ci consigliarono di prenderla larga perchè "c'erano degli scontri e si poteva rovinare la macchina nuova".
Così facemmo.
Arrivati a casa dopo un giro tortuoso, imparammo che negli scontri un ventiseienne estremista di Lotta Continua era rimasto ucciso mentre aggrediva i Carabinieri.
Sembra di rivedere la scena che, 24 anni più tardi, portò al cimitero Carlo Giuliani.
Anche nel 1977 un gruppo di violenti pensava di affrontare le Forze dell'Ordine confidando nell'impunità.
Francesco Lorusso morì nella centralissima Via Mascarella.
Mi ricordo - ed è un peccato che oggi non vengano riproposti per intero gli articoli di quegli anni, invece di inondarci di commenti reducisti - che il quotidiano della mia città, Il Resto del Carlino, descriveva l'arrivo di Lorusso in ospedale.
Mi è rimasta impressa la descrizione dell'estremista sulla barella e, mentre i portantini correvano verso la rianimazione, un cubetto di porfido usciva dall'eskimo e cadeva sul pavimento dell'ospedale ...
E accosto ancora di più la figura di Lorusso, Lotta Continua, a quella di Giuliani, no global.
Il primo che lanciava cubetti di porfido, il secondo estintori.
Entrambi hanno fatto la stessa fine.
Entrambi nel loro ambiente vengono considerati "martiri" ed "eroi" mentre noi, nel nostro, li consideriamo nulla più di come si possono considerare due che usano violenza nei confronti del prossimo e siamo totalmente, senza "se" e senza "ma" dalla parte delle Forze dell'Ordine.
Di quell'11 marzo 1977 mi ricordo ancora le telefonate con una cara amica che abitava in centro e che vedeva dalla finestra gli scontri e il fumo dei lacrimogeni.
Gli scontri continuarono anche nella notte e in mattinata del 12, quando la Polizia chiuse Radio Alice.
E mi ricordo quindi di un vicino di casa recentemente scomparso, amico di famiglia e consigliere regionale del PSDI, con il quale, per il terrore di mia madre, mi avventurai a piedi per percorrere quei 5 chilometri che mi separavano dalla zona universitaria per "renderci conto di cosa succedeva".
Arrivati in zona all'incirca alle 10 di sera, l'ordine imposto dagli autoblindo di Cossiga, arrivati in tutta fretta dalle città vicine e anche da Padova, era ripristinato.
Piazza Verdi , cuore della zona universitaria - per arrivarci dovemmo esibire per ben tre volte i documenti e dubito che mi avrebbero lasciato passare se non fossi stato in compagnia di un politico regionale - non l'ho mai vista così tranquilla e pacifica come la sera del 12 marzo 1977, con tutte le autoblindo schierate e l'università ripulita dalla feccia rossa.
Il 1977, come il 1968 non è da celebrare, solo da ricordare come uno degli anni bui della nostra storia.
Quelli che scatenarono la guerriglia a Bologna non furono altro che l'altra faccia (o la stessa ?) delle brigate rosse che l'anno successivo rapirono Aldo Moro, uccidendo la scorta e poi trucidando il politico democristiano, innescando quegli "anni di piombo" e pescando dagli ambienti dell'estrema sinistra la manovalanza per le loro infami azioni terroriste.
Non c'è nulla di buono nel 1977 (e nel 1968) ad eccezione dell'età che avevamo allora.Il ripristino dell'ordine avvenne manu militari, anche se poi, spaventati dal coraggio avuto, non si continuò sulla strada virtuosa della repressione e si preferì puntare sui tradimenti e sui pentiti, con il risultato che i colpevoli di allora oggi sono liberi, fanno conferenze nelle stesse università che hanno devastato, sono parte delel istituzioni e, in buona sostanza uccidono una seconda volta le loro vittime, violentando, con la loro sola presenza libera, la memoria di chi cadde per colpa loro.
L'esame di Istituzioni di Diritto Romano riuscii poi a sostenerlo a fine marzo.
L'automobile nuova mi accompagnò fino all'8 giugno 1993.

Entra ne

08 marzo 2007

No alla politica dell'inciucio

Dopo le furbizie di Amato e Bertinotti, dopo il ricatto sulla politica estera, ecco che arriva il democristianone Mastella che, nel demolire la Riforma Castelli, “auspica” che il suo disegno restauratore dei privilegi dei magistrati sia “condiviso” dal Centro Destra.
Il consiglio dei ministri temporanei ha infatti licenziato l’ennesimo disegno di legge che vira a 180 gradi rispetto alla politica del Governo Berlusconi.
E Mastella ha pure la faccia di bronzo per chiedere l’apporto del Centro Destra.
Ancora una volta credo debba essere chiaro che con la sinistra l’unica cosa in comune è l’indicazione “cittadinanza italiana” che abbiamo nella carta di identità.
Su tutto il resto la differenza è siderale è in aumento geometrico.
Capisco il tentativo di conservare la poltrona con l’aiuto del Centro Destra, ma mi domando “cui prodest?” continuare con un andazzo che vede la sinistra occupare tutte le cariche ed ogni strapuntino e nel contempo favorirne il galleggiamento ?
Cosa hanno fatto loro durante i cinque anni fi Governo Berlusconi se non una propaganda distruttiva e antinazionale ?
Per quale perverso meccanismo mentale noi dovremmo concedere loro quel che loro non hanno mai concesso a noi ?
Mi ricordo che in un forum di quell’epoca una controparte di sinistra affermò di non credere a Berlusconi neppure se avesse detto e fatto quello che lei sosteneva.
Perché noi dovremmo fare una apertura di credito a chi non ha mai fatto altrettanto con noi ?
Afghanistan.
Nel mio post di ieri auspicavo (e lo ribadisco) che il Centro Destra voti contro il rifinanziamento, per la lasciare alla sinistra la responsabilità di dire “sì” o “no”.
C'è chi sostiene, anche nel Centro Destra, che, così facendo, noi verremmo meno agli impegni assunti.
In sostanza è un richiamo alla “responsabilità”.
Responsabilità che nei 5 anni di Governo Berlusconi la sinistra, nessuno a sinistra, ha mai mostrato di possedere.
Ma la principale responsabilità che un partito, una coalizione italiana ha è nei confronti del Popolo Italiano, vessato, rapinato e offeso da una politica fiscale, dell’immigrazione, dell’ordine pubblico, della giustizia, della morale, che prima viene terminata, meglio è.
Senso di responsabilità significa abbattere, sfruttando ogni argomento, ogni circostanza, ogni opportunità, la sinistra al governo, per ricominciare il cammino virtuoso con Silvio Berlusconi di nuovo a palazzo Chigi.
Prima ciò accadrà, meno danni subirà il Popolo Italiano.
E anche la nostra immagine all’estero.
Non credo che il Presidente George W. Bush potrà mai rimproverarci se, con un voto contrario al finanziamento delle missioni militari, verranno abbattuti Prodi e i suoi sodali.
Sulla giustizia, poi, sarebbe un suicidio politico appoggiare la controriforma Mastella che restituisce ai magistrati quei (pochi) privilegi che la Riforma Castelli era riuscita a limare.
Quella di Mastella è una controriforma che mostra quanto siano solo una operazione di marketing le presunte “liberalizzazioni” di Bersani, attuate solo per regalare nuove opportunità alle coop, ma innestate su una concezione padronale e statalista di ogni aspetto della vita di relazione in Italia.
E perché mai i parlamentari del Centro Destra dovrebbero votare a favore, magari impegnarsi per “migliorare” la controriforma ?
L'unico impegno che si chiede ai nostri parlamentari è di combattere la sinistra.
C’è una sola risposta alle pretese della sinistra: NO !
A meno che di Follini, nel Centro destra, non ve ne sia qualcun altro …

Entra ne

07 marzo 2007

L'ultima follia di Max D'alema

I comunisti si risentono se evidenziamo la loro ambiguità nei confronti dei terroristi.
Però come dobbiamo interpretare le esternazioni antiamericane di Max D’Alema ?
Non c’è azione degli Stati Uniti che non venga bacchettata dal temporaneo ministro degli esteri.
Non vanno bene i bombardamenti in Somalia per cacciare le corti islamiche.
Non vanno bene le azioni antiterrorismo in Iraq.
Non vanno bene le azioni contro i bombaroli afgani.
E sono tutte azioni finalizzate a colpire il terrorismo internazionale, anche nell’interesse di noi Italiani.
D’alema ha nostalgia della presidenza Clinton.
E lo si vede quando cita, elogiandolo, il comportamento di quella amministrazione sul caso del Cermis, confrontandolo con quello del Presidente Bush sulla questione del marine che la magistratura italiana vorrebbe processare per aver sparato ad un check point all’auto – che non si era fatta riconoscere – che trasportava all’aeroporto la giornalista comunista del manifesto, accompagnata da un funzionario dei nostri servizi che, purtroppo, ci ha rimesso la vita.
Viene da pensare che D’alema abbia un’altra Baraldini nelle galere Americane da liberare e portare in Italia (per darle qualche incarico pubblico) in cambio del silenzio (come fu con il Cermis).
Si riscopre così, in quella che dovrebbe essere un’età matura, il mai superato spirito comunista ed antiamericano e si erge, lui !, a fustigatore delle scelte militari degli Stati Uniti.
Ma come crede di domare i terroristi ?
Mettendo dei fiori nei cannoni ?
Porgendo l’altra guancia ?
Lasciandoli scappare perché, vigliaccamente, si mescolano ai civili che, stoltamente, danno loro copertura ?
La guerra buonista è come il medico debole che non cura, ma uccide il malato.
Adesso, poi, ci offriamo anche di acquistare l’oppio afgano per utilizzarlo nei medicinali.
Invece di cercare di riconvertire le colture di droghe, D’alema apprezza le proposte più devastanti che ridurrebbero il governo italiano al rango di uno spacciatore, perché la quantità necessaria ai medicinali è infinitesimale rispetto all’oppio tuttora prodotto in Afghanistan.
A ben vedere le “ultime” follie di Max D’alema sono due: la sua flatulenza contro gli Stati Uniti e l’assurdità di apprezzare una proposta di acquisto dell’oppio afgano.
Cosa abbiamo a che spartire con costoro ?
Nulla.
Spero che i rappresentanti della CdL in parlamento non si dimostrino della stessa pasta degli elettori di sinistra, come definiti da Berlusconi, perché noi elettori di Centro Destra, non essendo tali, non apprezzeremmo un voto assieme alla sinistra dei D’alema, dei Bertinotti, degli Amato, dei Caruso, dei Diliberto.
Se vogliono mantenere la missione in Afghanistan con tali premesse, se la votino loro.
E sarebbe alquanto divertente pensare al rifinanziamento di una missione di guerra, votata dalla sinistra estrema, pacifinta e no global.
E se non riescono a farla approvare, beh, che si arrangino.
Ma che non arrivi il soccorso del Centro Destra.

Entra ne

06 marzo 2007

Lo zibaldone di Amato

Credevamo che di Moro ce ne fosse stato uno e avanzava per la politica italiana.
Aldo Moro, per la cronaca, colui che ha reinventato il mondo della geometria, teorizzando le “convergenze parallele” (!) negli anni sessanta nel momento in cui la DC, dopo aver preso per l’ennesima volta i voti con una campagna elettorale di destra, si apprestava ad imbarcare i socialisti al governo.
Oggi, invece, scopriamo che questo spirito … geometrico non è scomparso dalla politica italiana.
Il ministro dell'Interno, due volte ex presidente del consiglio, Giuliano Amato (meglio noto come colui che, nottetempo si intrufolò nei nostri conti per sottrarci lo 0,6 per mille mai più restituito) si è inventato le maggioranze a geometria variabile.
In sostanza, il dottor sottile, non sarebbe scandalizzato se, sui vari provvedimenti che venissero assunti, ci fossero tante maggioranze, una diversa dall’altra.
Afghanistan ?
Si resta con il voto contrario della sinistra estrema e quello favorevole del Centro Destra.
Unioni omosessuali ?
Bocciate con il voto del Centro Destra, Margherita e Udeur.
Vicenza ?
Un bel “YES” votato dalla stessa maggioranza dell’Afghanistan.
Tasse ?
Beh … per ora, grazie a scrutini sui quali permane il dubbio , quelle sono state aumentate con il voto, per una volta compatto, della sinistra di ogni osservanza.
Insomma, indipendentemente dal governo, che verrebbe ridotto ad un mero notaio, il parlamento, senza un progetto comune, senza una meta, voterebbe in un modo che, se si trattasse di calci al pallone, si chiamerebbe “alla viva il parroco” !
Un assemblearismo oclocratico di cui farebbe le spese l’Italia tutta, senza una guida sicura (non che ora ce l’abbia … per carità) e senza una meta cui dirigersi.
Maggioranze di ogni tipo a seconda del provvedimento in votazione.
Una sola costante: non ci sarebbe cambio di governo.
Cosa non si direbbe pur di conservare la poltrona !

Entra ne

05 marzo 2007

Curcio, i CPT, le okkupazioni e il bullismo a scuola


Cosa lega tutto quel che appare nel titolo ?
La violenza.
La violenza che rappresenta Renato Curcio, ideologo delle brigate rosse, inopinatamente in libertà e, ancor più, assiso sulla cattedra per “testimoniare” il suo passato criminale ed un presente nel quale non ho letto alcun reale pentimento e nessuna scusa per quel passato.
La violenza che i no global, capeggiati da Casarini, questa volta in trasferta a Bologna, hanno profuso sabato scorso, nel nome della chiusura dei CPT, i centri di permanenza temporanei che accolgono gli illegali (prima che – con il Governo Berlusconi – venissero espulsi e – con la sinistra – vengano lasciati liberi di invadere le nostre città … anch’io sono contro i CPT, ma perché ritengo che gli illegali non dovrebbero neppure mettere piede in Italia, ma, avvistati i loro barconi, agganciati e riportati senza soluzione di continuità nei porti da cui sono partiti !).
La violenza che gli estremisti di sinistra, sempre a Bologna, nella squallida apatia delle istituzioni, hanno messo in opera occupando l’Embassy, ex cinema, ai “suoi tempi” uno dei più comodi e belli della città.
La violenza che studenti più degni di un istituto correzionale e genitori ciechi e ignoranti, adottano nei confronti di quei professori che cercano di trasmettere educazione e qualche rudimento di cultura (con poco profitto … direi).
Una violenza che ha, in tutti quegli eventi, un unico filo (immancabilmente rosso) che li unisce.
Cosa infatti può trasmettere la lievissima pena scontata (si fa per dire) da Curcio ?
L’insegnamento è che uno può teorizzare omicidi e rivoluzioni, mettendo in pratica ed operando in clandestinità e poi, catturato, viene onorato come un capo e, dopo pochi anni, viene spedito in giro per le università ad “insegnare” il suo essere.
Così rinascono le brigate rosse.
Vi siete mai chiesti perché in Germania non si sente parlare di “nuove” raf (le brigate rosse tedesche) ?
Sarà mica perché, senza tanti complimenti, Andreas Baader e Ulrike Meinhof, con altri loro complici, una volta catturati furono “suicidati” in carcere e l’ultima terrorista non pentita resta dentro senza “se” e senza “ma” e soprattutto senza indulti e grazie ?
E che cosa possono insegnare le violenze impunite dei no global, pacifinti e centri sociali, visto che se bloccano traffico e treni, vengono persino assolti e se lanciano estintori mentre assalgono una jeep dei Carabinieri, si vedono intestare una sala del senato ?
Così si perpetua la percezione che si possono mettere a ferroe fuoco le città, terrorizzare commercianti e cittadini, senza pagare il fio, senza nemmeno essere costretti a ricostruire e ripulire quel che hanno distrutto e insozzato.
E quale insegnamento può portare l’assenza di reazione alle occupazioni di proprietà privata per trasformarle in luoghi al di fuori e al di sopra della legge, con conseguente svalutazione anche delle proprietà private circostanti ?
E’ la prova che si può vivere senza alcun rispetto per il prossimo.
Così, come può il ministro di un governo che si regge sui voti determinanti di quegli ambienti pensare di essere credibile quando parla di “tolleranza zero” nei confronti del bullismo a scuola, se gli esempi che i suoi determinanti alleati di governo è quello che abbiamo brevemente elencato in precedenza ?
In un clima così debole,
quando si danno incarichi istituzionali e cattedre agli ex terroristi,
quando si esaltano piccoli delinquenti e vandali,
quando si tollerano, senza immediate reazioni e interventi, anche manu militari, occupazioni e violenze private
,
risalire la china non sarà facile e occorrerà anche usare la Forza, quella positiva, dello stato e delal civiltà.
Occorrerà dare certezza alle pene e alla loro durata.
Occorrerà proporzionare le pene ai crimini commessi.
Occorrerà ripristinare il diritto alla proprietà ed alla sua tutela
.
Anche per questi motivi la priorità italiana è rimuovere dal governo la sinistra nella quale gli elementi all’inizio elencati sono determinanti e fondamentali.

@



Entra ne

03 marzo 2007

Il falso problema della legge elettorale

La sinistra, dopo la grande paura di essere spedita a calci elettorali a casa, ha adottato una duplice strategia.
Da un lato cerca di rafforzare il margine al senato con alchimie fondate sulla giunta per le elezioni, incurante dei legittimi dubbi sul reale esito delel votazioni del 9 e 10 aprile 2006.
Dall’altro istiga i funzionarietti di partito presenti nel Centro Destra ad abbandonare Berlusconi facendo loro balenare il miraggio di riconoscerli come “leader” del Centro Destra stesso.
In questo quadro si inserisce la discussione sulla legge elettorale.
Un falso problema.
Per rendere praticamente perfetta questa legge elettorale sono sufficienti due modifiche che potrebbero essere rapidamente votate:
1) il ripristino del testo originario che attribuisce il premio di maggioranza anche al senato su base nazionale e non regionale (modifica imposta da Ciampi che minacciava, senza, di non firmare la legge);
2) L’introduzione delle preferenze all’interno delle liste, perché, ad esempio, Fini non inserisca la Santanchè all’ultimo e ineleggibile posto per far posto a qualche comprimario, suo cortigiano
.
La legge elettorale che è stata votata sul finire della scorsa legislatura è, con tali piccole ma significative modiche, la migliore possibile per quella che è la storia e la realtà sociale e politica dell’Italia.
Garantisce infatti la stabilità di una maggioranza, con il “premio”: e nessuno può affermare che alla camera non vi sia stabilità e proprio perché lì non è intervenuto Ciampi e ciò nonostante i legittimi dubbi (indipendenti ed estranei alla legge elettorale) sull’esito reale del voto.
Obbliga i partiti affini a coalizzarsi, ricercando ciò che unisce, un minimo comune denominatore che garantisce omogeneità su un programma (anche se a sinistra il minimo comune denominatore è formato solo dalla poltrona e dall’odio verso Berlusconi).
Nello stesso tempo, però, consente l’esistenza di partiti con una forte connotazione identitaria, dando voce e corpo alle istanze, anche minoritarie, che con qualsiasi altro sistema sarebbero costrette a votare “per il meno peggio”.
E’ una legge che non è scopiazzatamalamente – da altre nazioni (tipica mentalità provinciale da funzionarietto come è D'alema che vorrebbe importare la legge francese), tutte con una loro storia e che hanno leggi adatte alla loro realtà e che sarebbe una forzatura clonare in Italia.
E’ evidente che la questione della legge elettorale è un falso problema, anche perché ogni partito ha la sua ricetta che, guarda caso, coincide con l’interesse del partito stesso.
Allora non possiamo pensare ad altro che la questione della legge elettorale sia un cavallo di Troia per scardinare le attuali coalizioni e tornare alla palude del compromesso storico, dei governi della non sfiducia, degli anni tra il 1976 e il 1983, i peggiori nella storia dell’Italia repubblicana e non solo.
Una involuzione esiziale per la nostra nazione che deve affrontare le sfide del globalismo in campo aperto, con chi sa che cosa vuol dire lavorare e non con una conduzione da parte di chi ha sempre, solo saputo sfruttare il lavoro altrui, come i politici nati nelle direzioni dei partiti.
La legge elettorale è, dunque, un falso problema utile solo ad aprire un dialogo dal quale ci guadagnerebbe solo la sinistra, facendo calare la tensione ribellistica nell’elettorato del Centro Destra rendendolo disgustato nei confronti dei propri rappresentanti che si prestassero ad inquinarsi stringendo la mano e sedendosi allo stesso tavolo di discussione con quelli di sinistra.
Il vero problema è che tra la sinistra e il Centro Destra non c’è nulla in comune.
Ogni alchimia servirebbe solo a prolungare un’agonia.
Prima se ne prenderà atto, meglio sarà per tutti.

Entra ne

02 marzo 2007

4 schiaffi ben assestati

Grazie al nostro amico Riccardo , siamo venuti a conoscenza che le Ronde Padane a Treviso hanno sventato un furto con destrezza ai danni di un commerciante da parte di una zingara.
I volontari - perchè tali sono - di Veneto sicuro sono intervenuti, bloccando la ladra e consegnandola alla Polizia.
Tutto ciò è esplicitamente previsto nel codice di procedura penale in base all'art. 242 che consente al privato cittadino, in situazioni di flagranza di reato, di arrestare e prendere in custodia chi commette un crimine.
Credo che un plauso vada tributato ai volontari Padani, come giustamente ha fatto il vice sindaco e parlamentare europeo Giancarlo Gentilini, detto "lo sceriffo", già sindaco di Treviso (una delle poche località, tra l'altro che ha rifiutato di inginocchiarsi davanti agli ecoambientalisti e non ha impedito ai propri cittadini di circolare domenica 25 febbraio).
Il ridicolo emerge quando alcuni magistrati hanno indagato i volontari Padani che hanno sventato il furto con destrezza della zingara.
Ma come ?
Dei cittadini, sacrificando il loro tempo libero, svolgono un servizio per la comunità a voi li indagate ?
E magari avete già rimesso in libertà la zingara ?
Siamo sicuri che sia questo ciò di cui ha bisogno e ciò che desiderano i cittadini ?
O, piuttosto, a Treviso come a Bologna, a Milano come a Roma, i cittadini non preferirebbero più Ronde private e meno scippi e rapine ?
Narrano le cronache che la zingara, pescata in flagranza di reato, abbia apostrofato chi l'ha immobilizzata con una delle più classiche ed abusate paroline magiche: "razzisti".
Naturalmente ottenendo la piena solidarietà di quella fauna che orbita attorno ai centri sociali, no global, movimenti pacifinti.
Ed ecco il tema della sicurezza riproporsi con forza, un tema di Destra, visto che è con la sinistra che vengono immessi in circolazione, a vario titolo, migliaia di ex detenuti, ex terroristi e una massa di immigrati che è umanamente impossibile considerare "risorse",perchè le risorse sono quelle per le quali esiste già una dignitosa collocazione di lavoro ed abitativa.
La sicurezza che viene quotidianamente minata da comportamenti come quelli che tendono a punire chi si difende (legittima difesa) e chi, con sacrificio del proprio tempo libero, difende la comunità dagli elementi indesiderati e indesiderabili.
La sicurezza che è un bene fondamentale del cittadino che si costituisce in stato, con altri come lui, proprio perchè sia meglio garantita.
Ed è per la sicurezza che è più che apprezzabile ogni iniziativa che parli di "ronde" e di "vigilanza".
E se capita anche di dover usare metodi coercitivi contro un ladro, uno spacciatore, uno scippatore, non credo ci si debba scandalizzare, perchè l'educazione passa anche attraverso quattro schiaffi ben assestati.

Rettifica: l'art. del c.p.p. che contempla l'arresto da parte del privato cittadino è il 383.

Entra ne

01 marzo 2007

Un Centro Destra modello Veneziani

Il ruolo di un uomo di cultura è quello di fornire la base ideale sulla quale fondare una azione politica.
Una filosofia di vita (politica) che non sia una utopica rappresentazione della realtà come non è, ma che prenda spunto dalla realtà come effettivamente è per indicare la realtà come ragionevolmente possiamo arrivare a far sì che sia.
Questo lo si può ottenere sia con la puntuale indicazione di quel che “si deve” fare, ma anche con una garbata ironia che rappresenti peraltro il sentimento profondo della parte politica alla quale ci si rivolge.
Di Marcello Veneziani abbiamo già avuto modo di parlare anche più volte , di come sia stato in grado di uscire dai suoi saggi intimisti, per arrivare a scrivere un agile pamphlet come è Contro i barbari nel quale illustra perfettamente il pericolo, interno ed esterno, i barbari interni ed esterni, che minacciano la Civiltà.
Ed è sempre Veneziani che con i suoi editoriali e commenti su Libero e su QN (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione) ci mette a disposizione la sua penna per rimbeccare le assurdità politiche, civile e morali che sono ammannite dai “guru” dalla penna rossa.
Mi piace qui ricordare A mortadella e alla sua banda che esprime il sentimento profondo della base del Centro Destra nei confronti della sinistra in un liberatorio augurio di ogni male a seguito dell’applicazione delle loro leggi permissive.
E ancora Gli omunisti al potere che tratta del triste connubio tra i comunisti e gli ambienti omo, uniti nel cercare di demolire la residua cultura morale che esiste in Italia.
Per transitare ad un commento sulla situazione della Destra in Italia con un Ora sulla Destra dico una cosa sbagliata e concludere, momentaneamente, con il commento odierno con il quale “vendica” quella che, stando ai sondaggi, anche commissionati dalla sinistra, è la maggioranza reale dei cittadini Italiani, insultati, con spocchia pari alla ignoranzain senso etimologico s’intende – mostrata da certa Barbara Spinelli sulla Stampa con un editoriale allucinante di cui ci siamo già occupati domenica scorsa.
Veneziani ci fornisce l’illuminazione per vedere la strada che dobbiamo percorrere perché, tutti assieme, nella consapevolezza della nostra Storia, della nostra Cultura, della nostra Tradizione, si costruisca una Italia sempre migliore, che dia Libertà, Sicurezza e Benessere ai suoi cittadini.
I politici del Centro Destra, invece di disquisire su un leader che già abbiamo, si applichino per tradurre in atti politici le indicazioni del nostro uomo di punta sul piano culturale.
Noi tutti, non limitiamoci a parlare, ma scendiamo in campo in una delle tante strutture che il Centro Destra ha aperto, proprio per raccogliere le energie migliori del suo Popolo.
La fiducia che ieri il senato ha votato a Prodi, oltre ad essere figlia di uno scrutinio che continua ad avere ombre consistenti , è a tempo.
La sinistra è incapace di proporre un progetto che vada oltre le norme a vantaggio di coop e fusioni bancarie.
Non facciamoci cogliere impreparati dal crollo imminente del grande bluff prodiano.


Entra ne