Ne avevo già scritto in passato, ma le letture di questi giorni nei forum e anche in blog della mia stessa area, comportano la necessità di ricordare che la politica, come tanti altri aspetti della nostra esistenza, non può prescindere da quel che si ha e da quello che c’è.
Con buona pace di Platone i filosofi devono fare i filosofi, cioè fornirci un indirizzo, indicarci un traguardo cui tendere, mentre i sacerdoti dovrebbero indicarci un comportamento moralmente compatibile con la vita in comunità complesse.
I politici, invece, devono amministrare uno stato tendendo al benessere dei cittadini e utilizzando all’uopo quel che c’è, non quel che si vorrebbe ci fosse.
Così è inutile, anche se talvolta condivisibile, affermare che l’euro e l’europa unita fanno schifo, che abbiamo bisogno di energia nucleare per far funzionare le nostre industrie, riscaldare le case d’inverno e refrigerarle d’estate, che vogliamo andare in pensione con un reddito dignitoso e dopo 35 anni di lavoro e non già vecchi bacucchi.
Però la realtà è diversa.
L’europa e l’euro ci sono, la Bce ha poteri di intervento importanti, Prodi e Ciampi hanno messo la nostra testa nel cappio e uscirne sarebbe molto doloroso e con tutti quelli che “tengono famiglia”, ci si ritroverebbe a far la rivoluzione in un bar.
Ugualmente l’energia nucleare è stata bocciata due volte dalla paura degli Italiani che dimostrano poco coraggio e ancor meno lungimiranza ma, intanto, dobbiamo ragionare senza il nucleare e pensare che pagheremo caro il nostro riscaldamento invernale, come la climatizzazione estiva.
E le pensioni sono troppo costose e si dovrà arrivare, al più presto, ad eliminare tutti quei piccoli vantaggi di cui hanno usufruito quanti sono andati in pensione fino ad oggi e che pagano quelli che andranno in pensione da domani.
Il governo deve confrontarsi con la realtà di una nazione che ha speso molto, ma molto più di quanto avrebbe dovuto e adesso tocca ai presenti sopportarne il costo.
Gli errori del passato (anche recente come quello del 1994 quando la canea sinistra bocciò la riforma delle pensioni e fece cadere il primo Governo Berlusconi) si pagano e i nostri creditori sono legittimamente venuti alla cassa.
Chiunque di noi avesse un credito da riscuotere se lo farebbe pagare in due modi: moneta sonante o sudditanza.
Legittimi ambedue.
Solo un Popolo libero dai debiti può battere i pugni sul tavolo, i debitori devono solo abbozzare e pagare.
Analogamente è fare poesia e non politica rifiutare quel poco che c’è perché chi te lo offre non presenta tutto quel che si vorrebbe.
Si finisce rapidamente nelle mani di chi, con pazienza e costanza, punta a sostituirsi a chi comanda e non certo per beneficiare il Popolo, bensì solo se stessi.
Infine il comando.
Il comando deve appartenere ad uno e uno solo, perché quando in troppi dicono la loro e hanno un potere di interdizione che costringe a tener conto anche della loro opinione, escono delle arlecchinate finalizzate ad accontentare tutti, quindi a danneggiare tutti.
Come abbiamo visto durante la prima repubblica con il consociativismo dell’arco costituzionale e, specificatamente, della divisione della torta tra le esigenze della dc, del pci e del psi.
Piaccia o meno la realtà è questa ed è con questa realtà che dobbiamo fare i nostri conti nella vita di tutti i giorni, anche se nel mondo virtuale possiamo volare nel cielo più blu.
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