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24 agosto 2007

Il Gesù di Ratzinger

Ho sempre avuto una particolare stima per il Cardinale Joseph Ratzinger, per quello che diceva e come lo diceva, per la sua acuta intelligenza e l’attenzione all’evoluzione del mondo.
Eletto Papa nel 2005, ha saputo, in punta di piedi, con mano ferma in guanto di velluto, imprimere quei cambiamenti necessari alle sfide che attendono una religione millenaria.
Alcuni mesi fa acquistai il suo “Gesù di Nazaret”, sperando di ritrovare nel Ratzinger divenuto Benedetto XVI, lo stesso Cardinale che avevo scoperto in altri saggi o raccolte di sue conferenze.
Non sono rimasto deluso.
Che uno creda o meno, la storia di Gesù è affascinante e piena di mistero.
Che uno creda o meno, non è possibile negare che duemila anni fa “qualcosa” di importante è accaduto.
Condottieri, re, imperatori, rivoluzionari, hanno fatto la storia dell’Umanità ma credo che per la prima volta a plasmare due millenni sia stato un Uomo di pensiero, il cui messaggio è, a tutto oggi, il più moderno.
Benedetto XVI ha scritto il “suo” Gesù, la prima parte e sembra che durante queste vacanze abbia completato la stesura della seconda, con l’intelligenza che lo contraddistingue e la capacità di illustrare argomenti complessi in modo facilmente comprensibile a tutti.
Averne di sacerdoti così !
La vita e le vicende di Gesù, vengono presentate in una accettabilissima forma di racconto e chiosate con commenti pertinenti e spiegazioni che non rinunciano a fornire anche le differenti interpretazioni nei secoli emerse.
Così come Benedetto XVI, da Uomo di Cultura e Teologo quale è, non ha paura di confrontare la dottrina della Chiesa Cattolica con quella delle altre fedi Cristiane e, anche non Cristiane.
Sono 400 pagine che non stancano e che in ogni caso, che si creda o meno, sono utili per un “ripasso” di quel che, magari svogliatamente, abbiamo studiato da bambini a catechismo e poi accantonato.
Ma sono utili anche a farci (ri)scoprire parte delle nostre radici, troppo spesso volutamente ignorate nel nome di un malinteso globalismo.
Un popolo senza radici è un popolo senza futuro.
Le nostre radici sono Romane e Cristiane ed è opportuno che, soprattutto ora, ci si ricordi di esse per riaffermare quella che è una Storia, la nostra Storia, di cui andare orgogliosi.
Il Crocefisso è un simbolo che appartiene a tutti i Cristiani, cioè a tutto l’Occidente, alla Civiltà che ha donato di più al maggior numero di persone.
La Storia umana di Gesù è una delle radici da cui promana la vita della Civiltà moderna.
Ripassarla, ogni tanto, non fa male, come non farebbe male leggere altri scritti di Benedetto XVI, ancora Cardinale Ratzinger, dai quali possiamo comprendere la grande modernità della sua battaglia che unisce la solidarietà per i bisognosi, con la riaffermazione di principi e valori – come la famiglia fondata esclusivamente sull’unione di un uomo con una donna – che hanno contribuito alla crescita dell’Occidente e che hanno consentito alla Chiesa di essere l’istituzione più longeva mai esistita.
Da agnostico, moderno San Tommaso ma senza avere purtroppo la possibilità di “toccare con mano”, mi accosto al mistero religioso con grande imbarazzo e scetticismo.
Ma da cittadino dell’Occidente civilizzato, orgoglioso della nostra Storia, mi accosto alla vicenda umana di Gesù grato per il contributo fondamentale fornito alla Civiltà dalla religione che da Lui prende il nome, riconoscendomi in quei principi universali (anche antecedenti come l’honeste vivere, il noli tangere, l’unicuique suum) che appartengono alle radici della Civiltà e che la Cristianità ha contribuito a difendere dopo la caduta dell’Impero Romano e tramandare nei secoli.

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7 commenti:

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Non posso, evidentemente, che concordare.
Purtroppo dobbiamo prepararci ad una Nuova Frontiera dove l' Ignoranza delle Nostre Radici non può essere un paravento per soccombere di fronte a chi dimostra di volere islamizzare il mondo.
Tenendo sempre a mente il mio monito:" I Terroristi Fondamentalisti Musulmani ci odiano per 2 motivi:
1)Perchè siamo Cristiani.
2)Perchè non lo siamo più."

Ares ha detto...

L'ho letto anch'io e confermo tutto.
Aggiungerei che avere, oggi, nella situazione che ci ritroviamo di degrado morale e di relativismo diffuso, un Papa come Benedetto XVI dovrebbe far pensare che ci sia un disegno divino e che la Provvidenza non è una invenzione letteraria del Manzoni.

Anonimo ha detto...

Ritroverai la Fede. Sei ben disposto, se leggi Benedetto XVI e lo apprezzi. Giulio.

Anonimo ha detto...

Concordo. Pur non essendomi mai dichiarato Cattolico o Cristiano, e pur avendo più volte criticato alcune decisioni della Chiesa terrena, mi trovo sempre più spesso a condividere i richiami del Papa sulle nostre origini Cristiane e Romane.
Con tutta la libertà per chi non ci si ritrovi, di continuare ad esistere, rispettando le idee degli altri.
Magari evitando di murare madonnine o evitando di incazzarsi perché qualcuno ricorda le vittime dell XI settembre.

Anonimo ha detto...

Da cardinale, Benedetto XVI aveva una reputazione da censore, per il suo ruolo come Prefetto della Congregazione della Fede. In realtà è sempre stato uno studioso. Se non avesse scelto l'abito talare sarebbe stato un filosofo il cui pensiero avrebbe sicuramente influenzato scelte e movimenti. Mi piace pensarlo come il teorico di un neoconservatorismo che nulla abbia a che spartire con i Neocon americani, troppo ex (di sinistra) e tutti di estrazione ebraica. Forse, una lettura laica delle sue opere ci farebbe scoprire una "guida ideale" più vicina alle nostra sensibilità di vecchi europei.

Il Temporeggiatore ha detto...

Recuperare le nostre radici significa anche smetterla con i piagnistei e le scuse per la nostra storia.
Il contributo offerto all'Umanità intera dell'Occidente, anche con il Colonialismo, è da rivalutare e riconsiderare, buttando via tutta la paccottiglia dei dolenti e dei porgitori di scuse.

Massimo ha detto...

Giulio, chissà ...:-)