Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

06 aprile 2025

Da che parte stanno i magistrati ?

Leggo che il sindacato delle toghe avrebbe criticato il decreto legge del Governo sulla sicurezza, pur ammorbidito perchè il Governo ha chinato la testa davanti alle pretese di Mattarella.

La cosa non mi stupisce, da tempo mi domando se i magistrati stanno dalla parte degli Italiani onesti o si arrogano il diritto di modificare l'applicazione delle leggi con pretestuose motivazioni di carattere etnico, sociale, economico.

La Sicurezza personale e dei propri beni è fondamentale per garantire il Benessere dei cittadini e se chi è preposto a garantirla, da un lato è il bersaglio di insulti, aggressioni e controlli senza avere la possibilità di reagire e, dall'altro, chi dovrebbe sancire le pene, è propenso a concedere attenuanti ai criminali, allora tanto vale tornare alla legge del fai da te.

Ricordo che, in passato, i magistrati erano i bersagli delle Brigate Rosse e di vari ambiti criminali.

Evidentemente tali azioni hanno ottenuto il loro effetto se, oggi, vengono assolti o condannati al solletico quelli che occupano abusivamente case, quelli che intralciano opere pubbliche, quelli che distruggono beni privati e pubblici durante le loro manifestazioni, mentre chi prova a difendersi viene perseguitato, processato e spesso condannato (anche a risarcire i parenti del criminale neutralizzato, considerandolo evidentemente un caduto sul lavoro !!!).

Chi ha la fortuna di non aver mai subito furti, rapine, aggressioni, probabilmente non si rende conto dello stato di incertezza, che condiziona lo svolgimento delle proprie attività, che uno si porta dietro.

Soprattutto se sa di essere disarmato davanti ai criminali che, oggi, ottengono anche "comprensione" da parte di chi dovrebbe invece reprimere con severità nel nome del Popolo e di tutti gli Onesti.

Apprezzo il coraggio del Governo che sta affrontando una riforma della magistratura.

E' però una riforma debole e che non porterà quel cambio di passo che vorrei vedere per sentirmi pienamente garantito nella mia vita quotidiana.

Se un criminale sa di poter ottenere clemenza, comprensione e attenuanti, allora sarà portato ad alzare il livello della sua violenza.

Se, invece, fosse consapevole che chi lo giudicherà non gli concederà nessun beneficio, allora si tratterrà dall'eccedere nella sua violenza.

Le leggi e le pene ci sono, non occorre inventarsi nuovi, improbabili reati (come il femminicidio!), bisogna solo applicare leggi e pene esistenti senza troppi fichi in testa o, se vogliamo, senza essere inquadrati in una spirale ideologica che non garantisce nè imparzialità, nè sicurezza.

05 aprile 2025

La soluzione più semplice alla guerra dei dazi

Le valutazioni sulla questione dei dazi innescata dalla decisione del Presidente Trump (e già questo ci dice che si discute di ciò che l'azionista di maggioranza del pianeta Terra decide di discutere) differiscono (e di molto) in base all'assunto che si vuole dimostrare e alla narrazione che si pretende di divulgare.

Trump ha dimostrato, con una tabella di sintesi, il perchè è legittimo l'aumento dei dazi americani a compensazione delle pluriennali maggiori imposte degli altri stati.

Gli europeisti cattocomunisti hanno contestato la tabella, non dicendo, però, che era inventata, ma asserendo che Trump vi ha sommato tasse, come l'Iva e altri vincoli che nulla hanno a che vedere con il commercio.

Piccola nota: Trump ha utilizzato un criterio uguale per tutti e, quindi, la differenza è reale.

Ma c'è un modo molto semplice per risolvere la questione: si aboliscano tutte le tasse e i vincoli ai prodotti, aprendo un mercato mondiale fondato sul prezzo che il produttore decide di applicare.

Ovviamente questo presuppone che la legislazione sia uguale ovunque, anche in materia di retribuzione, diritti e sicurezza dei lavoratori e di controlli sanitari sui prodotti stessi nel corso della realizzazione e finiti.

Uno stato che non applichi tali leggi uguali per tutti dovrà subire un aggravio compensativo sui prodotti esportati.

Così finiranno gli aiuti indebiti di stato, i vincoli ideologici e lo sfruttamento del lavoro.

Ma forse non siamo ancora pronti, allora facciamoci un bel bagno di umiltà grazie a Trump che ha messo tutti davanti al fatto che i re è nudo.


04 aprile 2025

L'Italia non deve morire per Berlino e Parigi


I dazi sono realtà e la reazione dei mercati è scomposta quanto quella della Von der Leyen, di Macron e di tutto il gregge europeista.

Mi conforta un po' l'intervista di Giorgia Meloni ieri al Tg1, in cui, pur ritenendo sbagliati i dazi imposti (ed è tutto da discutere) ritiene eccessivamente allarmistico il can can che se ne fa e, soprattutto, non ritiene che si debba rispondere ai dazi con altri dazi che richiamerebbero altri dazi ancora, ma con una trattativa per eliminare i dazi, cioè averne di meno, non di più.

Mi conforta anche l'esito della riunione di vertice del Governo dalla quale sono uscite una serie di proposte finalizzate a liberarci da quelle tasse che l'unione europea si è autoimposta nel nome di una malintesa politica ecologica e di una uniformità imposta nonostante le situazioni tra i 27 siano diverse, a volte poco, a volte tanto.

Vedremo fino a quando la Meloni e il suo Governo riusciranno a resistere alla canea rosso europeista che ha in Mattarella il più insistente interprete, al punto che, fossero sufficienti le sue dichiarazioni, saremmo giù in guerra contro la Russia e gli Stati Uniti contemporaneamente.

Ma, purtroppo, non è solo un ottuagenario al Quirinale che soffia sul fuoco, ma anche una pletora di "professionisti dell'informazione" che forniscono carburante ad una sinistra asfittica e chiusa nella sua riserva antifascista.

La debolezza del Governo Meloni e di tutti i governi italiani è che i cattocomunisti per l'ancestrale ragione che cattolici e socialisti hanno sempre avuto in odio lo Stato Nazionale, per cui o ci si inginocchia e, per dirla con un altro ottuagenario "l'Italia sta dietro a Germania e Francia", oppure ci si scaglia contro il Governo Nazionale che cerca una strada autonoma rispetto alla soffocante unione europea, più sovietica che liberale.

Del resto la posizione della Meloni, lasciando da parte le valutazioni di merito (sbagliati o non sbagliati) dei dazi è quella corretta e lo sbocco naturale è una trattativa bilaterale con Washington, lasciando che Germania e Francia cuociano nel loro brodo.

Non dobbiamo infatti sacrificarci per favorire una Germania che, con una politica strettamente utilitaristica, ha contratto la domanda interna per poter raggiungere i surplus nell'export che ha fatto tracimare il vaso americano.

Nè possiamo e dobbiamo sacrificarci per un riarmo che vedrebbe Germania e Francia tra i maggiori se non unici beneficiari, la prima con la conversione in fabbriche di armi quelle che adesso sfornano automobili non più richieste, la seconda che gonfia il petto essendo l'unico stato a possedere testate nucleare.

In sostanza, seguendo l'unione europea l'Italia e noi Italiani ci sveneremmo per portare acqua al mulino di chi non solo non ci ama, ma vorrebbe farci tornare terra di conquista per le loro armate, militari una volta, finanziarie oggi.

Infine dazi e tasse, quelle che l'unione europea ha scioccamente imposto a se stessa, con tanti lacci e lacciuoli, nel nome di un improbabile e inesistente ecologismo.

Forse basterebbe eliminare quelle con una abolizione dell'Iva per sottoscrivere un accordo con gli Stati Uniti, buono per Trump, come per noi.

Il problema è se i poteri occulti che stanno dietro al movimentismo degli ottuagenari e dei cattocomunisti permetteranno alla Meloni di fare una politica per l'Italia e gli Italiani e non più funzionale ai loro oscuri interessi.

03 aprile 2025

La pacchia è finita

Dalla fine della seconda guerra mondiale, quando gli Americani formalizzarono di aver ereditato dall'Inghilterra il ruolo di attore protagonista nella politica internazionale, gli Stati Uniti si sono accollati l'onere di sostenere gli stati alleati sia finanziariamente che militarmente.

Lo schieramento americano nell'Europa Occidentale e la Nato, hanno consentito di creare una barriera contro le preponderanti armate comuniste e, nonostante le quinte colonne rosse allora incarnate dai vari partiti comunisti soprattutto in Italia, Francia e Grecia, ci hanno garantito dal fare la triste fine degli europei che ebbero la sfortuna di ricadere sotto la sfera di influenza attribuita all'Unione Sovietica.

Le ingenti risorse investite dagli Stati Uniti, soprattutto con l'avvento alla presidenza di Ronald Reagan, finirono con il mandare in fallimento i comunisti e anche l'est Europa fu liberato.

La generosità degli Stati Uniti non è sempre stata ricambiata come dovuto, basti ricordare i distinguo di Francia e Germania in occasione della liberazione dell'Iraq e, al contrario, l'avventurismo francese in Libia nel 2011 che, approfittando di una presidenza imbarazzante come quella di Obama, spinse gli Stati Uniti al clamoroso errore delle "primavere arabe" che regalò alla Cina e alla Russia (ma anche alla Turchia) praterie africane.

Nel 2001, con l'ingresso alla Casa Bianca di George W. Bush, sembrava che gli Stati Uniti tornassero a chiudersi nel loro ambito, si parlava infatti, in base alle promesse elettorali, di un neo isolazionismo, simile a quello successivo alla prima guerra mondiale.

Il crimine dell'11 settembre cambiò la prospettiva di quella presidenza, ritardando l'inevitabile.

Così come, per motivi interni, fu rinviata la svolta con la prima presidenza Trump nel 2017-2021.

Ma adesso Trump, uscito rinforzato dalle elezioni, senza oppositori interni al GOP e molto forte nei sondaggi, ha accelerato i tempi e se da un lato sta progettando di ridurre l'ombrello protettivo, tanto più che non esistono concrete minacce (anzi, le minacce più gravi sono all'interno delle singole nazioni, come le sentenze che escludono persone o partiti dalle competizioni elettorali) alla democrazia degli stati, dall'altro non intende più caricare sui contribuenti americani l'onere della prosperità delle economie europee.

Con la tabella che si allega e che è ampiamente diffusa su X, il Presidente Trump ha dimostrato come, fino ad oggi, gli Stati Uniti hanno pagato e pagano tasse e dazi sulle loro merci in ingresso nell'unione europea e in tanti altri stati.

Le tasse, come i dazi, sono un male, ma a volte sono necessarie per ripristinare una condizione di parità che viene alterata da vari fattori: le retribuzioni e i diritti dei lavoratori, la sicurezza del lavoro e dei prodotti, le tasse locali.

In presenza di uno o più di quei fattori è legittimo applicare dazi, cioè tasse, che riequilibrino il rapporto della concorrenza.

In base alla presenza di tali fattori sono stati applicati da Trump dazi differenziati in base alla provenienza delle merci.

La pacchia è finita e non resta che trattare per togliere dazi e sanare i fattori di squilibrio, perchè i consumatori finali possano scegliere il prodotto migliore, a parità di condizioni di base. 

02 aprile 2025

Gli sproloqui degli "esperti"

Ricordo le sobrie comunicazioni degli anni Sessanta e, tutto sommato, anche dei Settanta.

Tribune politiche ed elettorali con il bilancino e un conduttore di cui non si è mai conosciuta l'appartenenza partitica se non, come capitava per i cronisti sportivi, post mortem.

Le notizie erano solo notizie, inizialmente lette da un annunciatore che non era iscritto all'albo dei giornalisti, poi questi pretesero di andare in video e voce e quindi anche di proporci, tramite il mezzo pubblico, la loro non richiesta opinione personale.

Dalla trasmissione Bontà loro ("cosa c'è dietro l'angolo?") cominciò la Caporetto dell'informazione italiana, mischiando spettacolo a notizie che, per poter fare spettacolo, dovevano essere gonfiate e manipolate in modo da scuotere le coscienze delle persone.

L'indignazione divenne la cifra fondante della nuova comunicazione e più si istigavano le persone ad indignarsi, meno si risolvevano i problemi.

Oggi la situazione, se possibile, è persino peggiorata perchè oltre al mugugno, che è un diritto di tutti noi, sono stati innescati tanti altri paletti che vanno sotto il nome di "politicamente corretto", un tumore ideologico che è degenerato in tante metastasi chiamate "gender", "lgbt", "woke", "black lives matter" e via discorrendo.

Per puntellare simili sprechi, i "professionisti dell'informazione", resisi conto che la loro personale opinione non era sufficiente perchè nessuno li prende seriamente, chiamano una valanga di "esperti", docenti di questo e di quello, che sbrodolano la loro ricetta con una sicumera che ci fa chiedere: ma allora sono tutti cretini quelli che non fanno ciò che simili "dotti e sapienti" snocciolano con tanta facilità ?

Ma se andiamo ad ascoltare meglio quello che dicono, gli "esperti", dicono tutto e il contrario di tutto, ognuno con una sua ricetta che non sarà mai messa alla prova e con previsioni che arrivano ai decenni futuri, quando tutti, almeno quelli che ci saranno ancora, si saranno dimenticati di chi abbia detto cosa.

Poi gli "esperti" non sono mai unanimi, c'è sempre qualcuno che si distingue dagli altri, trattandoli da sempliciotti, per non dire da cretini integrali, proponendo la sua ricetta a sua volta oggetto di scherno da parte dei primi.

Però tutti intascano felicemente i gettoni di presenza.

Se poi però andiamo a cercare di sintetizzare e concretizzare quello che dicono gli "esperti" vediamo che le direttrici di base sono due.

La prima che chiama in causa la scuola.

Se ascoltiamo bene quello che dicono, dall'educazione finanziaria al rispetto delle donne, tutti chiedono che "si cominci dalle scuole" per formare il cittadino di domani.

E io che credevo che fosse la Famiglia a dover formare l'Uomo, mentre la Scuola dovesse solo insegnarci Greco, Latino, Italiano e persino Matematica !

Ma se carichiamo la scuola di tutte le nuove funzioni per "costruire il cittadino di domani", quando i ragazzi hanno il tempo per imparare le materie scolastiche tradizionali, cioè quelle che fanno la differenza tra un ignorante e uno che abbia aperto la sua mente al sapere che l'Uomo ha accumulato nei millenni ?

Le seconda direttrice è: bisogna investire per questo e quello.

Chi deve investire ?

Il sottinteso è lo stato.

Peccato che chi, tirando l'acqua al proprio mulino, chiede interventi su questo e quello, sia sostanzialmente lo stesso che scende in piazza per l'unione europea, dimentico che se l'Italia non ha disponibilità di denaro da sperperare è perchè si è suicidata aderendo all'euro, quindi non può più stampare moneta avendo perso la Sovranità Monetaria e deve rispettare rigidi parametri di bilancio per evitare di indebitarsi oltre certi limiti avendo perso anche la piena Sovranità legislativa (soprattutto con la complicità di una magistratura che ricorre alle direttive europee per bloccare le iniziative ideologicamente non gradite dei Governi di colore politico opposto a quello del magistrato di turno).

Insomma tante belle parole che si concludono con una richiesta di denaro, perchè tutto costa e neanche poco.

Ma quei soldi chi li mette ?


01 aprile 2025

Tentativo (inutile) di vincere facile

I magistrati francesi si allineano ai loro colleghi dalle toghe rosse cucite sulla pelle degli Stati Uniti, Brasile, Italia, Romania (e sono solo i casi che mi vengono in mente) per impedire che il Popolo possa esprimersi liberamente e che la sua volontà sia rispettata.

Inutile girarci attorno: la sentenza di primo grado con la quale le toghe rosse francesi cercano di impedire a Marine Le Pen di candidarsi, da favorita, alle presidenziali del 2027 è sulla stessa linea di quelle che hanno rubato la vittoria in Romania a Georgescu, hanno cercato di impedire il trionfo di Trump e stanno perseguendo il Presidente Bolsonaro per impedirgli di candidarsi (e probabilmente vincere) in Brasile.

Ma ci sono due casi che dovrebbero far riflettere i magistrati ideologizzati ed i loro mandanti annidati nella burocrazia di Bruxelles con il loro kit di sopravvivenza fatto di azioni tendenti a rovesciare la volontà degli Elettori.

Il primo è molto vicino a noi e si tratta di quello che è accaduto dal 1992 ad oggi.

Prima le toghe rosse hanno cercato di spianare la strada ai comunisti (ricordate la "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto ?) eliminando tutti i principali attori dei partiti del Pentapartito.

Anche allora fecero le pentole ma non i coperchi che furono invece appannaggio di Berlusconi che rimise le cose in ordine.

Naturalmente l'attacco contro Berlusconi fu immediato, senza alcun rispetto per gli Italiani che avevano scelto lui e non Occhetto.

Dopo venti anni di aggressioni, riuscirono a rendere ineleggibile Berlusconi, ma non a far vincere le elezioni a Bersani, triste epigono di Occhetto.

Ma non è bastato, perchè se Berlusconi, in fine vita, si mostrò più malleabile, il suo posto fu preso prima da Salvini e adesso dalla Meloni, confermando che i magistrati fanno sempre le pentole, ma non i coperchi.

Il secondo caso è ancora più eclatante e simbolicamente significativo.

In Turchia abbiamo visto una parabola uguale a quella iniziata in Francia.

Un partito raccoglie un consenso sempre crescente e i magistrati locali processano, incarcerano addirittura e rendono ineleggibile il suo leader.

Quel partito vince ugualmente le elezioni, mette presidente il braccio destro del leader, cambia le leggi e il leader vince a ripetizione tutte le elezioni e diventa il Sultano, Erdogan.

Quello che le toghe rosse non riescono a capire è che possono incarcerare o imbavagliare una persona, non le idee che continueranno a camminare su altre gambe.

E nel segreto dell'urna il magistrato non ha alcun potere.

31 marzo 2025

Anche la rassegna stampa rai è faziosa

Ogni mattina, dopo il giornale radio delle sei, radio uno trasmette venti minuti di rassegna stampa.

L'iniziativa sarebbe meritoria se fosse gestita in modo asettico con la semplice proposizione e lettura dei titoli dei quotidiani, dando spazio uguale ai giornali sostenitori dei cattocomunisti ed a quelli del Centro Destra: non esistono più, ormai, quotidiani realmente indipendenti.

Purtroppo i conduttori che si alternano, dei loro venti (poco più) minuti, ne concedono 17-18 ai quotidiani di sinistra (prevalentemente Repubblica, Corriere, Stampa, Fatto Quotidiano conditi a volte con il Messaggero, altre con i giornali di QN, il Foglio, il Domani) e solo 2-3 minuti ai quotidiani di Centro Destra (Il Giornale, Libero, La Verità e non ho mai sentito nominare Il Tempo).

Ad aggravare la situazione è la lettura, sempre molto ampia, degli incipit degli articoli cattocomunisti e mai di quelli del Centro Destra a meno che non siano critici verso il Governo o verso Trump come uno di Sallusti alcuni giorni fa.

Ulteriore aggravamento i commenti non richiesti del conduttore, sempre a senso unico, sempre a fare le punte alle affermazioni dei quotidiani di Centro Destra e mai a quelli cattocomunisti, commenti che, comunque, non dovrebbero essere contemplati per nessuno.

E questa sarebbe "TeleMeloni" ?

30 marzo 2025

Meno voti hanno, più sgomitano


Ieri Giorgia Meloni ha, ancora una volta, accettato l'invito ad un congresso di un partito o sindacato ostile ed è andata al congresso di Calenda che, talmente felice, ha gonfiato il petto come un tacchino a Natale.

Teoricamente Calenda ha fatto un qualcosa che appartiene al rito della democrazia.

Ricordo i "saluti" dei segretari dei vari partiti (tranne l'MSI contro il quale c'era la conventio ad excludendum sotto il cappello dell'infame arco costituzionale) che giravano i congressi altrui e ricordo che, all'epoca, si sospendevano le riunioni parlamentari per rispettare il momento congressuale di questo e di quello.

Poi il dialogo è stato sostituito dal dileggio veicolato dai cosiddetti social, dove chiunque apre bocca e dove i politici, soprattutto quelli senza idee o argomenti, sono costretti ad alzare sempre di più l'asticella dell'insulto per avere seguito o risonanza.

Ed è la strada scelta da Renzi, che ha toccato il fondo (ma scommetto che si è già messo a scavare perchè al peggio non c'è mai fine) facendo dire alla Boschi che sarebbe meglio un Conte ter di un Meloni 1.

Calenda, che a lungo è stato il più imprevedibile (il che può essere anche letto come "infido") si è trovato spiazzato e ha invitato la Meloni, scambiandosi di ruolo con Renzi e indossando i paludamenti dell'inclusivo dialogante.

La copertura mediatica gli è stata fornita non solo dal puntuale intervento della Meloni, ma anche dall'infantilismo dei cattocomunisti che, in presenza della Meloni, si sono rifiutati di presenziare con delegazioni ufficiali (ma sono arrivati, alla spicciolata, alcuni timidi contestatori dei loro leaders).

Non so se Renzi sia stato invitato o si sia rifiutato di andare al congresso del suo alter ego, a riprova che i due dioscuri dell'abortito terzo polo navigano a vista agendo non in base ad un progetto o un Ideale, ma annusando l'aria e comportandosi di conserva, senza alcuna bussola che non sia la loro smisurata autoreferenzialità.

Una supponenza che è inversamente proporzionale ai voti che raccolgono e che non hanno consentito a nessuno dei due di entrare nel parlamento europeo.

Sarebbe molto bello se si riprendesse nella antica abitudine di presenziare (questa volta senza esclusione alcuna) ai congressi altrui, ma dubito che ciò possa accadere finchè il dileggio è  l'unica cifra dello scontro politico, il tutto veicolato da "professionisti dell'informazione" in concorrenza tra loro per trasmissioni che danno la caccia ad un numero ristretto di spettatori e che vivono solo se fanno notizia e fanno notizia solo se latrano più del concorrente.

La Meloni ha fatto bene a mettere in chiaro che non intende cambiare la sua maggioranza, anche perchè oggi Calenda c'è e domani sarà da un'altra parte, esattamente come Renzi che dopo aver a lungo strizzato l'occhio alla Meloni, adesso cerca di rifarsi una verginità a sinistra distinguendosi con colui che maggiormente l'attacca anche sul piano personale.

La maggioranza c'è ed è solida, temprata da decenni di convivenza di vittorie e di sconfitte in comune.

E' anche un bene che ci siano partiti distinti, perchè ognuno porta una sua peculiare caratteristica che ben si innesta nel corpo del Centro Destra.

Calenda e Renzi continueranno nel loro minuetto alla ricerca di visibilità e in talune circostanze i loro pochi voti potrebbero spostare l'esito di alcune competizioni elettorali, ma nè la Meloni, nè la Schlein potranno mai fare affidamento su una loro sincera partecipazione ad una alleanza che voglia realmente governare e non solo gestire il potere.



29 marzo 2025

L''Italia gioca per gli Italiani, non per gli inesistenti "europei"

Siamo in un periodo di turbolenze, dove i lillipuziani dell'unione europea provano a gonfiare il petto per guadagnare qualche centimetro, ma restano sempre lillipuziani.

A maggior ragione se ci sono improbabili personaggi come Macron che, da capo sfiduciato di una nazione che, da Vercingetorige in poi, ha perso tutte le guerre (e non si citi Napoleone che ha vinto tante battaglie, ma ha perso a Waterloo quella finale!) ma risulta vincitrice nelle due guerre mondiali perchè si è aggrappata alla schiena di Inglesi e Americani, pretende di guidare le truppe, concedendo il consolato ad un triste funzionario pubblico inglese che si è trovato senza titoli Primo Ministro, in quello che fu il posto di Pitt, Wellington, Disraeli, Gladstone, Churchill, della Thatcher, unicamente grazie al sistema elettorale britannico che ha favorito il suo partito laburista per la divisione dei voti nella Destra tra Conservatori e Reform Party.

Sullo sfondo il Quarto Reich tedesco che ha rotto gli argini e, nonostante un governo dimissionario e un governo in formazione che, intanto, sta già impiegando più tempo di quello occorso alla Meloni per formare il suo, ha liberato gli impulsi peggiori della Germania che ha iniziato adesso una nuova corsa al riarmo.

L'elezione di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti, che arriva dopo le elezioni con tanti dubbi di regolarità del 2020 che lo esclusero dalla riconferma, ci hanno portato un Trump non solo molto più determinato e con il dente avvelenato nei confronti di tutti coloro che si inginocchiarono a Biden, ma anche una squadra dalla quale sono scomparse le figure ambigue come l'ex VicePresidente Pence, per dare spazio a quarantenni che garantiscono la continuazione dell'azione trumpiana come il VicePresidente Vance o il Segretario alla Sicurezza Interna Kristy Noem che sta affrontando il problema dei clandestini esattamente come mi piacerebbe potesse affrontarlo il nostro Piantedosi.

Ma la Presidenza Trump scatena anche un riallineamento nel quadrante internazionale con il necessario e graditissimo riavvicinamento tra Washington e Mosca e l'allarme nei confronti della Cina e dell'Islam.

Ma noi siamo Italiani e quello che ci interesse è l'Italia, non la Germania, la Francia o l'unione europea.

Ed è quindi da apprezzare l'equilibrio del nostro Governo che rifiuta di unirsi ai lillipuziani (tanto senza Gulliver non vanno da nessuna parte) e continua a tessere la tela della diplomazia, consapevole che l'Occidente può salvarsi solo se unito, come lo è stato contro il comunismo, il terrorismo comunista interno e quello esterno islamico.

La posizione dell'Italia non piace ai poteri forti, che vorrebbero un'Italia sottomessa e, come disse Prodi "dietro" alla Germania e alla Francia.

Ecco quindi i latrati dei cattocomunisti che osano persino riempirsi la bocca di "interessi degli Italiani" sulla cui sincerità poi si scoprono immediatamente quando aggiungono "degli europei", come se l'interesse dell'Italia fosse lo stesso di quello della Finlandia o della Francia.

Ed ecco gli articoli di stampa e le trasmissioni televisive che grondano di consigli non richiesti per la Meloni, finalizzati ad abbracciare Macron e Starmer, abbandonando Trump.

Ma la Meloni non credo si lasci infinocchiare da costoro come accadde a Fini che credette di essere il deus ex machina di una nuova Italia e ruppe con Berlusconi per la gioia di tutti i cattocomunisti che ne approfittarono per rifilarci undici anni di governi creati dentro il Palazzo.

L'esito della riunione di Parigi dei "volenterosi" e l'intervista della Meloni al Financial Times confermano che, dopo tanti anni, l'Interesse Nazionale prevale sulla ottusa ideologia europeista.

Le alleanze sono una necessità, da sempre, non solo nel mondo contemporaneo, ma ogni Nazione deve conservare le sue peculiarità e caratteristiche senza sottomettersi o annullarsi pur di far parte di un qualcosa che non la tutela.

Possiamo avere un comune interesse su una singola questione e interessi divergenti o addirittura opposti su tante altre e sarebbe assurdo pensare di ridurre tutto ad unità, perchè una delle parti dovrebbe soccombere e portare acqua a chi ha interessi contrari ai suoi.

L'Italia ha sacrificato alla folle idea dell'unione europea miliardi di contributi che sono finiti a Bruxelles, con tanto di cessione di Sovranità su una infinità di materie che è stata ricambiata dalla prigionia di direttive, corti europee, regolamenti, patti, tutti scritti per favorire il dualismo francotedesco.

Alleati sì, ma non abbiamo interessi comuni su tutto, anzi ci sono tanti temi in cui gli interessi dell'Italia sono contrapposti a quelli della Germania e della Francia e, allora, come possiamo delegare le scelte a persone che rispondono alla Germania e alla Francia ?

L'Europa ha valore come grande mercato economico, per la libera circolazione di merci e persone, ma  siamo e resteremo troppo distanti e diversi per poter avere una unità politica, una sola politica estera e un esercito in comune.

Alleati sì, ma ognuno padrone a casa sua !

28 marzo 2025

Il kit di sopravvivenza


L'unione europea è composta da 27 stati ad ognuno dei quali viene attribuito un posto di commissario.

Purtroppo non in tutti gli stati c'è personale politico adeguato al compito e lo vediamo quotidianamente con le dichiarazioni di una bella signora estone; Kaja Kallas, che spara cavolate dal suo scranno di Alto Commissario per la politica estera, credendo che l'essere stata primo ministro dell'Estonia, le dia la statura politica per ricoprire quel ruolo.

Ma l'Estonia ha un milione e trecentomila abitanti, come l'Abruzzo, tanto per dare un'idea e non mi sembra abbia una Storia tale da rendere i suoi "statisti" luminari della politica.

Al contrario dell'Abruzzo, che diede i natali al Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino che, dovendo cercarsi uno stato per sviluppare le sue capacità essendo l'Italia divisa in tanti piccolifeudi per non disturbare il papa di Roma, andò in Francia e costruì, proseguendo l'opera di Richelieu, la grande nazione francese che consentì a Luigi XIV di passare alla Storia come il Re Sole.

In ogni caso la signora Kallas ha oggi trovato una temibile concorrenza nella sua imbarazzante attività nel commissario alle crisi, la belga Hadja Lahbib che, con un esilarante video, invita tutti gli europei a dotarsi di un kit di sopravvivenza (per 72 ore, però ...) da tenere sempre a portata di uso.

Come la Kallas, la Lahbib appartiene ad un partito aderente all'alleanza dei liberali e riformatori, cioè il partito di Macron (e di Renzi se gli Italiani lo avessero votato e spedito a Strasburgo, ma noi Italiani probabilmente siamo più svegli di estoni e belgi).

Credo che il video, con le risatine inopportune, visto l'argomento e la banalità degli oggetti indicati (che sono poi quelli che leggiamo in ogni romanzo distopico e in tanti manuali di sopravvivenza di chi si prepara alla fine del mondo) forniscano già un adeguato motivo di ilarità, unito però all'agghiacciante consapevolezza che siamo nelle mani delle Kallas e delle Lahbib e, cosa ancora più grave, paghiamo loro migliaia di euro al mese per rendere ridicole loro, le idee che propugnano e l'intera Europa.

Mi piace peraltro annotare che, ad un certo punto, verso la fine, la Lahbib estrae un pacco di banconote per dirci che dobbiamo tenere dei contanti, perchè la monetica, in caso di crisi, è solo un pezzetto di plastica.

Ha ragione, ma è anche la dimostrazione che non si deve prestare alcuna attenzione a quello che arriva dall'unione europea, visto che è in prima fila per creare obblighi che portino ad abbandonare il contante, necessario in caso di crisi secondo la loro stessa commissaria, per pezzetti di plastica.

La Kallas e la Lahbib, dopo la Lagarde e la Von der Lyen, sono altri due ottimi motivi per abbandonare l'unione europea al suo destino e per approfittare dei quattro anni di presidenza Trump per sostituire il Regno Unito nel rapporto privilegiato con Washington.