Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

02 aprile 2025

Gli sproloqui degli "esperti"

Ricordo le sobrie comunicazioni degli anni Sessanta e, tutto sommato, anche dei Settanta.

Tribune politiche ed elettorali con il bilancino e un conduttore di cui non si è mai conosciuta l'appartenenza partitica se non, come capitava per i cronisti sportivi, post mortem.

Le notizie erano solo notizie, inizialmente lette da un annunciatore che non era iscritto all'albo dei giornalisti, poi questi pretesero di andare in video e voce e quindi anche di proporci, tramite il mezzo pubblico, la loro non richiesta opinione personale.

Dalla trasmissione Bontà loro ("cosa c'è dietro l'angolo?") cominciò la Caporetto dell'informazione italiana, mischiando spettacolo a notizie che, per poter fare spettacolo, dovevano essere gonfiate e manipolate in modo da scuotere le coscienze delle persone.

L'indignazione divenne la cifra fondante della nuova comunicazione e più si istigavano le persone ad indignarsi, meno si risolvevano i problemi.

Oggi la situazione, se possibile, è persino peggiorata perchè oltre al mugugno, che è un diritto di tutti noi, sono stati innescati tanti altri paletti che vanno sotto il nome di "politicamente corretto", un tumore ideologico che è degenerato in tante metastasi chiamate "gender", "lgbt", "woke", "black lives matter" e via discorrendo.

Per puntellare simili sprechi, i "professionisti dell'informazione", resisi conto che la loro personale opinione non era sufficiente perchè nessuno li prende seriamente, chiamano una valanga di "esperti", docenti di questo e di quello, che sbrodolano la loro ricetta con una sicumera che ci fa chiedere: ma allora sono tutti cretini quelli che non fanno ciò che simili "dotti e sapienti" snocciolano con tanta facilità ?

Ma se andiamo ad ascoltare meglio quello che dicono, gli "esperti", dicono tutto e il contrario di tutto, ognuno con una sua ricetta che non sarà mai messa alla prova e con previsioni che arrivano ai decenni futuri, quando tutti, almeno quelli che ci saranno ancora, si saranno dimenticati di chi abbia detto cosa.

Poi gli "esperti" non sono mai unanimi, c'è sempre qualcuno che si distingue dagli altri, trattandoli da sempliciotti, per non dire da cretini integrali, proponendo la sua ricetta a sua volta oggetto di scherno da parte dei primi.

Però tutti intascano felicemente i gettoni di presenza.

Se poi però andiamo a cercare di sintetizzare e concretizzare quello che dicono gli "esperti" vediamo che le direttrici di base sono due.

La prima che chiama in causa la scuola.

Se ascoltiamo bene quello che dicono, dall'educazione finanziaria al rispetto delle donne, tutti chiedono che "si cominci dalle scuole" per formare il cittadino di domani.

E io che credevo che fosse la Famiglia a dover formare l'Uomo, mentre la Scuola dovesse solo insegnarci Greco, Latino, Italiano e persino Matematica !

Ma se carichiamo la scuola di tutte le nuove funzioni per "costruire il cittadino di domani", quando i ragazzi hanno il tempo per imparare le materie scolastiche tradizionali, cioè quelle che fanno la differenza tra un ignorante e uno che abbia aperto la sua mente al sapere che l'Uomo ha accumulato nei millenni ?

Le seconda direttrice è: bisogna investire per questo e quello.

Chi deve investire ?

Il sottinteso è lo stato.

Peccato che chi, tirando l'acqua al proprio mulino, chiede interventi su questo e quello, sia sostanzialmente lo stesso che scende in piazza per l'unione europea, dimentico che se l'Italia non ha disponibilità di denaro da sperperare è perchè si è suicidata aderendo all'euro, quindi non può più stampare moneta avendo perso la Sovranità Monetaria e deve rispettare rigidi parametri di bilancio per evitare di indebitarsi oltre certi limiti avendo perso anche la piena Sovranità legislativa (soprattutto con la complicità di una magistratura che ricorre alle direttive europee per bloccare le iniziative ideologicamente non gradite dei Governi di colore politico opposto a quello del magistrato di turno).

Insomma tante belle parole che si concludono con una richiesta di denaro, perchè tutto costa e neanche poco.

Ma quei soldi chi li mette ?


01 aprile 2025

Tentativo (inutile) di vincere facile

I magistrati francesi si allineano ai loro colleghi dalle toghe rosse cucite sulla pelle degli Stati Uniti, Brasile, Italia, Romania (e sono solo i casi che mi vengono in mente) per impedire che il Popolo possa esprimersi liberamente e che la sua volontà sia rispettata.

Inutile girarci attorno: la sentenza di primo grado con la quale le toghe rosse francesi cercano di impedire a Marine Le Pen di candidarsi, da favorita, alle presidenziali del 2027 è sulla stessa linea di quelle che hanno rubato la vittoria in Romania a Georgescu, hanno cercato di impedire il trionfo di Trump e stanno perseguendo il Presidente Bolsonaro per impedirgli di candidarsi (e probabilmente vincere) in Brasile.

Ma ci sono due casi che dovrebbero far riflettere i magistrati ideologizzati ed i loro mandanti annidati nella burocrazia di Bruxelles con il loro kit di sopravvivenza fatto di azioni tendenti a rovesciare la volontà degli Elettori.

Il primo è molto vicino a noi e si tratta di quello che è accaduto dal 1992 ad oggi.

Prima le toghe rosse hanno cercato di spianare la strada ai comunisti (ricordate la "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto ?) eliminando tutti i principali attori dei partiti del Pentapartito.

Anche allora fecero le pentole ma non i coperchi che furono invece appannaggio di Berlusconi che rimise le cose in ordine.

Naturalmente l'attacco contro Berlusconi fu immediato, senza alcun rispetto per gli Italiani che avevano scelto lui e non Occhetto.

Dopo venti anni di aggressioni, riuscirono a rendere ineleggibile Berlusconi, ma non a far vincere le elezioni a Bersani, triste epigono di Occhetto.

Ma non è bastato, perchè se Berlusconi, in fine vita, si mostrò più malleabile, il suo posto fu preso prima da Salvini e adesso dalla Meloni, confermando che i magistrati fanno sempre le pentole, ma non i coperchi.

Il secondo caso è ancora più eclatante e simbolicamente significativo.

In Turchia abbiamo visto una parabola uguale a quella iniziata in Francia.

Un partito raccoglie un consenso sempre crescente e i magistrati locali processano, incarcerano addirittura e rendono ineleggibile il suo leader.

Quel partito vince ugualmente le elezioni, mette presidente il braccio destro del leader, cambia le leggi e il leader vince a ripetizione tutte le elezioni e diventa il Sultano, Erdogan.

Quello che le toghe rosse non riescono a capire è che possono incarcerare o imbavagliare una persona, non le idee che continueranno a camminare su altre gambe.

E nel segreto dell'urna il magistrato non ha alcun potere.

31 marzo 2025

Anche la rassegna stampa rai è faziosa

Ogni mattina, dopo il giornale radio delle sei, radio uno trasmette venti minuti di rassegna stampa.

L'iniziativa sarebbe meritoria se fosse gestita in modo asettico con la semplice proposizione e lettura dei titoli dei quotidiani, dando spazio uguale ai giornali sostenitori dei cattocomunisti ed a quelli del Centro Destra: non esistono più, ormai, quotidiani realmente indipendenti.

Purtroppo i conduttori che si alternano, dei loro venti (poco più) minuti, ne concedono 17-18 ai quotidiani di sinistra (prevalentemente Repubblica, Corriere, Stampa, Fatto Quotidiano conditi a volte con il Messaggero, altre con i giornali di QN, il Foglio, il Domani) e solo 2-3 minuti ai quotidiani di Centro Destra (Il Giornale, Libero, La Verità e non ho mai sentito nominare Il Tempo).

Ad aggravare la situazione è la lettura, sempre molto ampia, degli incipit degli articoli cattocomunisti e mai di quelli del Centro Destra a meno che non siano critici verso il Governo o verso Trump come uno di Sallusti alcuni giorni fa.

Ulteriore aggravamento i commenti non richiesti del conduttore, sempre a senso unico, sempre a fare le punte alle affermazioni dei quotidiani di Centro Destra e mai a quelli cattocomunisti, commenti che, comunque, non dovrebbero essere contemplati per nessuno.

E questa sarebbe "TeleMeloni" ?

30 marzo 2025

Meno voti hanno, più sgomitano


Ieri Giorgia Meloni ha, ancora una volta, accettato l'invito ad un congresso di un partito o sindacato ostile ed è andata al congresso di Calenda che, talmente felice, ha gonfiato il petto come un tacchino a Natale.

Teoricamente Calenda ha fatto un qualcosa che appartiene al rito della democrazia.

Ricordo i "saluti" dei segretari dei vari partiti (tranne l'MSI contro il quale c'era la conventio ad excludendum sotto il cappello dell'infame arco costituzionale) che giravano i congressi altrui e ricordo che, all'epoca, si sospendevano le riunioni parlamentari per rispettare il momento congressuale di questo e di quello.

Poi il dialogo è stato sostituito dal dileggio veicolato dai cosiddetti social, dove chiunque apre bocca e dove i politici, soprattutto quelli senza idee o argomenti, sono costretti ad alzare sempre di più l'asticella dell'insulto per avere seguito o risonanza.

Ed è la strada scelta da Renzi, che ha toccato il fondo (ma scommetto che si è già messo a scavare perchè al peggio non c'è mai fine) facendo dire alla Boschi che sarebbe meglio un Conte ter di un Meloni 1.

Calenda, che a lungo è stato il più imprevedibile (il che può essere anche letto come "infido") si è trovato spiazzato e ha invitato la Meloni, scambiandosi di ruolo con Renzi e indossando i paludamenti dell'inclusivo dialogante.

La copertura mediatica gli è stata fornita non solo dal puntuale intervento della Meloni, ma anche dall'infantilismo dei cattocomunisti che, in presenza della Meloni, si sono rifiutati di presenziare con delegazioni ufficiali (ma sono arrivati, alla spicciolata, alcuni timidi contestatori dei loro leaders).

Non so se Renzi sia stato invitato o si sia rifiutato di andare al congresso del suo alter ego, a riprova che i due dioscuri dell'abortito terzo polo navigano a vista agendo non in base ad un progetto o un Ideale, ma annusando l'aria e comportandosi di conserva, senza alcuna bussola che non sia la loro smisurata autoreferenzialità.

Una supponenza che è inversamente proporzionale ai voti che raccolgono e che non hanno consentito a nessuno dei due di entrare nel parlamento europeo.

Sarebbe molto bello se si riprendesse nella antica abitudine di presenziare (questa volta senza esclusione alcuna) ai congressi altrui, ma dubito che ciò possa accadere finchè il dileggio è  l'unica cifra dello scontro politico, il tutto veicolato da "professionisti dell'informazione" in concorrenza tra loro per trasmissioni che danno la caccia ad un numero ristretto di spettatori e che vivono solo se fanno notizia e fanno notizia solo se latrano più del concorrente.

La Meloni ha fatto bene a mettere in chiaro che non intende cambiare la sua maggioranza, anche perchè oggi Calenda c'è e domani sarà da un'altra parte, esattamente come Renzi che dopo aver a lungo strizzato l'occhio alla Meloni, adesso cerca di rifarsi una verginità a sinistra distinguendosi con colui che maggiormente l'attacca anche sul piano personale.

La maggioranza c'è ed è solida, temprata da decenni di convivenza di vittorie e di sconfitte in comune.

E' anche un bene che ci siano partiti distinti, perchè ognuno porta una sua peculiare caratteristica che ben si innesta nel corpo del Centro Destra.

Calenda e Renzi continueranno nel loro minuetto alla ricerca di visibilità e in talune circostanze i loro pochi voti potrebbero spostare l'esito di alcune competizioni elettorali, ma nè la Meloni, nè la Schlein potranno mai fare affidamento su una loro sincera partecipazione ad una alleanza che voglia realmente governare e non solo gestire il potere.



29 marzo 2025

L''Italia gioca per gli Italiani, non per gli inesistenti "europei"

Siamo in un periodo di turbolenze, dove i lillipuziani dell'unione europea provano a gonfiare il petto per guadagnare qualche centimetro, ma restano sempre lillipuziani.

A maggior ragione se ci sono improbabili personaggi come Macron che, da capo sfiduciato di una nazione che, da Vercingetorige in poi, ha perso tutte le guerre (e non si citi Napoleone che ha vinto tante battaglie, ma ha perso a Waterloo quella finale!) ma risulta vincitrice nelle due guerre mondiali perchè si è aggrappata alla schiena di Inglesi e Americani, pretende di guidare le truppe, concedendo il consolato ad un triste funzionario pubblico inglese che si è trovato senza titoli Primo Ministro, in quello che fu il posto di Pitt, Wellington, Disraeli, Gladstone, Churchill, della Thatcher, unicamente grazie al sistema elettorale britannico che ha favorito il suo partito laburista per la divisione dei voti nella Destra tra Conservatori e Reform Party.

Sullo sfondo il Quarto Reich tedesco che ha rotto gli argini e, nonostante un governo dimissionario e un governo in formazione che, intanto, sta già impiegando più tempo di quello occorso alla Meloni per formare il suo, ha liberato gli impulsi peggiori della Germania che ha iniziato adesso una nuova corsa al riarmo.

L'elezione di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti, che arriva dopo le elezioni con tanti dubbi di regolarità del 2020 che lo esclusero dalla riconferma, ci hanno portato un Trump non solo molto più determinato e con il dente avvelenato nei confronti di tutti coloro che si inginocchiarono a Biden, ma anche una squadra dalla quale sono scomparse le figure ambigue come l'ex VicePresidente Pence, per dare spazio a quarantenni che garantiscono la continuazione dell'azione trumpiana come il VicePresidente Vance o il Segretario alla Sicurezza Interna Kristy Noem che sta affrontando il problema dei clandestini esattamente come mi piacerebbe potesse affrontarlo il nostro Piantedosi.

Ma la Presidenza Trump scatena anche un riallineamento nel quadrante internazionale con il necessario e graditissimo riavvicinamento tra Washington e Mosca e l'allarme nei confronti della Cina e dell'Islam.

Ma noi siamo Italiani e quello che ci interesse è l'Italia, non la Germania, la Francia o l'unione europea.

Ed è quindi da apprezzare l'equilibrio del nostro Governo che rifiuta di unirsi ai lillipuziani (tanto senza Gulliver non vanno da nessuna parte) e continua a tessere la tela della diplomazia, consapevole che l'Occidente può salvarsi solo se unito, come lo è stato contro il comunismo, il terrorismo comunista interno e quello esterno islamico.

La posizione dell'Italia non piace ai poteri forti, che vorrebbero un'Italia sottomessa e, come disse Prodi "dietro" alla Germania e alla Francia.

Ecco quindi i latrati dei cattocomunisti che osano persino riempirsi la bocca di "interessi degli Italiani" sulla cui sincerità poi si scoprono immediatamente quando aggiungono "degli europei", come se l'interesse dell'Italia fosse lo stesso di quello della Finlandia o della Francia.

Ed ecco gli articoli di stampa e le trasmissioni televisive che grondano di consigli non richiesti per la Meloni, finalizzati ad abbracciare Macron e Starmer, abbandonando Trump.

Ma la Meloni non credo si lasci infinocchiare da costoro come accadde a Fini che credette di essere il deus ex machina di una nuova Italia e ruppe con Berlusconi per la gioia di tutti i cattocomunisti che ne approfittarono per rifilarci undici anni di governi creati dentro il Palazzo.

L'esito della riunione di Parigi dei "volenterosi" e l'intervista della Meloni al Financial Times confermano che, dopo tanti anni, l'Interesse Nazionale prevale sulla ottusa ideologia europeista.

Le alleanze sono una necessità, da sempre, non solo nel mondo contemporaneo, ma ogni Nazione deve conservare le sue peculiarità e caratteristiche senza sottomettersi o annullarsi pur di far parte di un qualcosa che non la tutela.

Possiamo avere un comune interesse su una singola questione e interessi divergenti o addirittura opposti su tante altre e sarebbe assurdo pensare di ridurre tutto ad unità, perchè una delle parti dovrebbe soccombere e portare acqua a chi ha interessi contrari ai suoi.

L'Italia ha sacrificato alla folle idea dell'unione europea miliardi di contributi che sono finiti a Bruxelles, con tanto di cessione di Sovranità su una infinità di materie che è stata ricambiata dalla prigionia di direttive, corti europee, regolamenti, patti, tutti scritti per favorire il dualismo francotedesco.

Alleati sì, ma non abbiamo interessi comuni su tutto, anzi ci sono tanti temi in cui gli interessi dell'Italia sono contrapposti a quelli della Germania e della Francia e, allora, come possiamo delegare le scelte a persone che rispondono alla Germania e alla Francia ?

L'Europa ha valore come grande mercato economico, per la libera circolazione di merci e persone, ma  siamo e resteremo troppo distanti e diversi per poter avere una unità politica, una sola politica estera e un esercito in comune.

Alleati sì, ma ognuno padrone a casa sua !

28 marzo 2025

Il kit di sopravvivenza


L'unione europea è composta da 27 stati ad ognuno dei quali viene attribuito un posto di commissario.

Purtroppo non in tutti gli stati c'è personale politico adeguato al compito e lo vediamo quotidianamente con le dichiarazioni di una bella signora estone; Kaja Kallas, che spara cavolate dal suo scranno di Alto Commissario per la politica estera, credendo che l'essere stata primo ministro dell'Estonia, le dia la statura politica per ricoprire quel ruolo.

Ma l'Estonia ha un milione e trecentomila abitanti, come l'Abruzzo, tanto per dare un'idea e non mi sembra abbia una Storia tale da rendere i suoi "statisti" luminari della politica.

Al contrario dell'Abruzzo, che diede i natali al Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino che, dovendo cercarsi uno stato per sviluppare le sue capacità essendo l'Italia divisa in tanti piccolifeudi per non disturbare il papa di Roma, andò in Francia e costruì, proseguendo l'opera di Richelieu, la grande nazione francese che consentì a Luigi XIV di passare alla Storia come il Re Sole.

In ogni caso la signora Kallas ha oggi trovato una temibile concorrenza nella sua imbarazzante attività nel commissario alle crisi, la belga Hadja Lahbib che, con un esilarante video, invita tutti gli europei a dotarsi di un kit di sopravvivenza (per 72 ore, però ...) da tenere sempre a portata di uso.

Come la Kallas, la Lahbib appartiene ad un partito aderente all'alleanza dei liberali e riformatori, cioè il partito di Macron (e di Renzi se gli Italiani lo avessero votato e spedito a Strasburgo, ma noi Italiani probabilmente siamo più svegli di estoni e belgi).

Credo che il video, con le risatine inopportune, visto l'argomento e la banalità degli oggetti indicati (che sono poi quelli che leggiamo in ogni romanzo distopico e in tanti manuali di sopravvivenza di chi si prepara alla fine del mondo) forniscano già un adeguato motivo di ilarità, unito però all'agghiacciante consapevolezza che siamo nelle mani delle Kallas e delle Lahbib e, cosa ancora più grave, paghiamo loro migliaia di euro al mese per rendere ridicole loro, le idee che propugnano e l'intera Europa.

Mi piace peraltro annotare che, ad un certo punto, verso la fine, la Lahbib estrae un pacco di banconote per dirci che dobbiamo tenere dei contanti, perchè la monetica, in caso di crisi, è solo un pezzetto di plastica.

Ha ragione, ma è anche la dimostrazione che non si deve prestare alcuna attenzione a quello che arriva dall'unione europea, visto che è in prima fila per creare obblighi che portino ad abbandonare il contante, necessario in caso di crisi secondo la loro stessa commissaria, per pezzetti di plastica.

La Kallas e la Lahbib, dopo la Lagarde e la Von der Lyen, sono altri due ottimi motivi per abbandonare l'unione europea al suo destino e per approfittare dei quattro anni di presidenza Trump per sostituire il Regno Unito nel rapporto privilegiato con Washington.

27 marzo 2025

Una corretta interpretazione del riarmo

Due o tre giorni fa, Guido Crosetto, Ministro della Difesa, ha rilasciato una breve intervista che ho ascoltato in Studio Aperto delle 18,30 ma non ho trovato su You Tube.

Nei pochi minuti di durata di quanto trasmesso ho apprezzato la semplicità e l'onestà con la quale il Ministro della Difesa ha spiegato perchè dobbiamo spendere, con giudizio, senza togliere nulla alle spese sociali e produttive, per incrementare la nostra possibilità di difesa.

Non dobbiamo armarci per offendere, infatti, per andare sul campo di battaglia (e su questo la Meloni ha confermato che non verranno spediti soldati Italiani in Ucraina, tanto più, aggiungo io, dopo che Zelensky, che sta cercando assieme a Starmer e Macron di sabotare le trattative di pace, chiede combattenti e non peace keeping), ma per poter intervenire a difesa degli interessi nazionali in ogni parte del mondo e per difendere l'integrità della Nazione.

Ed ha fatto un esempio che è terrificante nella sua semplicità.

Israele ha subito, ripetutamente, attacchi missilistici da ovest (Gaza), da sud (Houthy), da nord (Hetzbollah) e da nord est (Iran).

Centinaia di ordigni tra missili e droni di cui il 96% è stato intercettato e abbattuto e solo il 4% è passato, con la capacità di far passare gli ordigni indirizzati verso zone desertiche.

Crosetto ha detto che se l'Italia di oggi fosse oggetto di un simile attacco, tutti i missili andrebbero a bersaglio, colpendo Milano, Napoli, Palermo, Roma ...

Ecco perchè dobbiamo spendere per creare un sistema difensivo che possa proteggere innanzitutto le nostre città, poi Forze Armate in grado di difendere i nostri interessi ovunque, ad esempio per garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso, non potendo confidare sempre negli Stati Uniti che, tra l'altro, hanno meno interesse di noi europei a veder libera quella via d'acqua e anche per smentire la nomea di "parassiti" che fa tanto più vergognare, quanto più è vera.

Naturalmente creare quella difesa costa e tanto, ma non si pretende di arrivare già domani ad avere a regime tutto, come la mia personale aspirazione di veder privatizzare sanità, istruzione, sistema pensionistico e impiegati pubblici, non implica che, fatta la legge, sia subito tutto privato, ma occorre gradualità, senza ritardi, ma anche senza frenesie, perchè contrariamente a quello che dicono i guerrafondai, la Russia non è il nostro nemico.


26 marzo 2025

Trappola per Prodi


Ed ecco che, dopo giorni di polemiche e di difese d'ufficio da parte dei cattocomunisti verso il loro santone stagionato, esce il video che toglie ogni dubbio e che mostra come, effettivamente, Prodi abbia preso una ciocca di capelli di una giornalista e li abbia tirati sia pur in modo non violento.

Questo video elimina ogni dubbio e se personalmente considero la "tirata" di capelli un qualcosa che non qualificherei neppure come peccato veniale, la prova inconfutabile di quanto avvenuto è devastante per Prodi e per le sue speranze, se ancora ne avesse avute, di avere un ruolo e, chissà, una presidenza.

E' devastante perchè se avessero studiato a tavolino un trappolone per fregarlo, non sarebbe riuscito meglio di così, a dimostrazione che è la naturalezza del caso ad ottenere i migliori risultati.

Prodi ne esce malissimo, come un vecchio nonno arteriosclerotico che reagisce malamente ad una educata domanda della nipotina e la tratta come un Gianburrasca da rimettere al suo posto.

Ma, soprattutto, Prodi ne esce devastato dalla menzogna che ha detto, quando ha negato di aver preso la ciocca di capelli e averla tirata.

Ora non mi aspetto che i cattocomunisti facciano ammenda, perchè fa ammenda e chiede scusa solo chi una coscienza ce l'ha, non chi ha i paraocchi dell'ideologia.

E neppure questo fatto cambierà l'orientamento al voto di chi sostiene i Prodi, le Schlein o i Lepore, perchè per sostenerli bisogna avere non solo i paraocchi, ma anche le orecchie ed ogni senso ottenebrati.

Resta comunque a futura memoria e come testimonianza della natura intrinseca dei cattocomunisti il video e ogni traccia di una simile vicenda che andrà ricordata negli anni.

Perchè ha ragione il senatore della Lega Claudio Borghi Aquilini che, su X, commenta: "Prodi è quello che ci ha fatto entrare nell'euro, regalandoci decenni di mancata crescita, deflazione salariale, perdita di sovranità, spread, emigrazione dei giovani, fallimenti, migliaia di suicidi di imprenditori e disoccupati...Reputazione rovinata per aver tirato i capelli.".

Ha potuto più una innocua tirata di capelli, di una striscia continua di danni che stiamo pagando tutti noi.


25 marzo 2025

Perchè tanta bulimia verbale da parte di Mattarella ?

Questa mattina ho ascoltato una esilarante titolazione su Mattarella al gr1: "Mattarella dà una scossa all'Europa".

Il tema era il commento sui dazi, il secondo o terzo in una settimana, di Mattarella.

Ho letto le prime pagine di una ventina di quotidiani internazionali pubblicate ne Il Giornalone: in nessuna ho trovato riferimento alle parole di Mattarella.

Non dico sui quotidiani americani, ma neppure su quelli spagnoli, a noi più affini e nulla persino nel Times of Malta !

Le parole di Mattarella all'estero non sono da prima pagina (forse, chissà, neppure da trafiletto interno) e tanto meno, quindi, possono rappresentare una "scossa" all'Europa.

Ho più volte ripetuto che ho nostalgia dei primi presidenti della repubblica, quando di loro si veniva a conoscenza perchè mandavano un telegramma quando qualcuno moriva o aveva vinto un premio e poi tornavano silenziosi a firmare le leggi da promulgare, salvo sobbarcarsi colloqui infiniti ogni quattro-sei mesi, cioè ad ogni crisi di governo.

Adesso che abbiamo il Governo più stabile degli ultimi anni, per di più uscito dal voto e non da una congiura di Palazzo e che continua a riscontrare la fiducia nei sondaggi, mi piacerebbe che Mattarella si palesasse solo quando deve mandare telegrammi di condoglianze o premiare atleti vincenti.

Purtroppo Mattarella non la pensa come me e, ogni giorno, parla o comunica qualcosa ed i "professionisti dell'informazione" lo sbattono in prima pagina, rendendogli un pessimo servizio.

Non si rendono conto che le parole di qualcuno, tanto più valgono, quanto più sono rare.

Più uno parla, più si avvita sui soliti concetti che, ripetuti fino alla noia, per quanto possano essere profondi, divengono banali e scontati.

Cuccia parlava molto poco, ma quando lo faceva raddrizzava la schiena agli ascoltatori (e non solo).

Anche la Meloni parla poco (più di Cuccia, comunque ...) ma quando parla tutti a salire sul suo carro per dire e contraddire (veggasi Ventotene, il manifesto, ormai famoso come la Corazzata Potemkin di Villaggio/Fantozzi).

Quali dibattiti apre Mattarella ?

Del resto non deve aprire dibattiti, ma deve rappresentare l'Unità della Nazione e per farlo adeguatamente non deve prendere posizione, non deve intervenire sulle questioni di stretta competenza del Governo perchè ostacola solo lo sviluppo della politica governativa, soprattutto di quella estera (veggasi la ripetitiva condanna della "invasione" russa).

Ma, soprattutto, quando uno parla troppo, finisce con il non essere più ascoltato, come quello che continuava a gridare "al lupo" e quando il lupo arrivò davvero, nessuno più gli credette.

Poichè Mattarella ha fior di consiglieri, non dubito che se ne rendano conto e, allora, mi domando quale sia il significato di tutti questi interventi, a volte anche due al giorno, che scorrono via senza lasciare traccia alcuna. 

24 marzo 2025

La Politica è scontro

Contrariamente a tanti che si mostrano indignati dai comportamenti e dalle parole di Prodi e Bertinotti (ma sarebbero da aggiungere anche Renzi, Giannini e tanti altri, tutti a senso unico) il fatto che i cattocomunisti si mostrino così arroganti e violenti, mi fa piacere.

Innanzitutto mi fa piacere perchè non ho mai accreditato costoro di una qualsivoglia dignità da interlocutore con cui dialogare.

Poi mi fa piacere perchè le loro ripugnanti espressioni non offendono la Meloni e il Centro Destra, ma solo se stessi, essendo la dimostrazione di una congenita incapacità di elaborazione politica e di argomentazione sui contenuti.

Mi fa piacere anche perchè ci fornisce il destro per ricordarci, sempre, chi sono i cattocomunisti, bulli di periferia che conoscono solo il linguaggio della forza e del potere.

Mi fa piacere perchè il buon governo, il ruolo crescente della Meloni a livello internazionale, il pur lento e contrastato rispetto delle promesse elettorali, hanno spazzato via in poco tempo ogni patina superficiale di credibilità dei cattocomunisti e dei loro caudatari.

Mi fa piacere perchè, contrariamente alle speranze che i cattocomunisti manifestano attraverso i loro "professionisti dell'informazione", la reazione alla loro violenza (per ora solo verbale ...) proviene anche da dirigenti di Forza Italia come la Ronzulli (epica la sua chiosa nei confronti di Renzi che avrebbero voluto pronunciare tutti gli Elettori del Centro Destra) e Gasparri, cioè esponenti di primo piano di un partito che siede nella stessa "famiglia" dei popolari assieme ai cristiano democratici tedeschi che si inquinano alleandosi con i socialisti.

E quanto dicono la Ronzulli e Gasparri sono parole di garanzia contro ogni cedimento ad una politica dell'indecenza che vede gli opposti allearsi.

Perchè la Politica, quella bella, alta, nobile, è scontro.

E' scontro di Idee, di Valori, di Progetti, di Visioni, non è compromesso, spartizione, suk, scambi di favore.

Allora ben vengano le ripugnanti espressioni, facciali, verbali e manuali, di un Prodi sempre più bofonchiante o le confessioni di Bertinotti sugli oggetti (a me sono tornate alla mente le famigerate hazet 36 ...) che vorrebbe tirare in testa alla Meloni, perchè sono tutti appunti che ci facciamo per continuare a contrastarli, combatterli, fare esattamente il contrario di quello che dicono vorrebbero fare.

Perchè l'interesse dell'Italia e degli Italiani è esattamente l'opposto di ogni istanza cattocomunista.