Alcuni giorni fa, commentando un post di Monica , avevo risposto ad un altro commentatore che esprimeva fiducia nelle intenzioni di Bersani, ricordandogli che è da ingenui concedere la buona fede ad un comunista.
Detto, fatto.
Appena si esce dalle presunte “liberalizzazioni”, le lenzuolate che punendo le categorie produttive, favoriscono le Coop rosse, ecco che la sottile patina liberale viene spazzata via dal più consono, per un comunista, truce volto statalista.
E’ sufficiente che non solo non ci sia nulla da guadagnare per le coop, ma che sia a rischio anche l’operazione dei protetti di Prodi, per scatenare il più bieco e obsoleto dei protezionismi statalisti.
Parliamo, lo avrete capito, di Telecom.
La “gara” per accaparrarsi le spoglie della società di Tronchetti Provera sembrava destinata a concludersi con una acquisizione – al ribasso – da parte del gruppo bancario di Intesa Sanpaolo, la cui dirigenza è notoriamente vicina a Prodi, a cominciare dal suo presidente Bazoli, tornato sulle prime pagine dei giornali con le liturgie celebratorie per il decesso di Beniamino Andreatta.
Sembrava, ma evidentemente i nuovi raiders dell’economia nazionale non avevano fatto i conti con un Tronchetti Provera probabilmente incattivito dal trattamento riservatogli, quando ha pagato per aver scoperto il gioco di Rovati.
Così all’orizzonte è apparsa una offerta nettamente migliorativa da parte di due compagnie americane, una statunitense, la celeberrima AT&T e la messicana American Movil.
In presenza di tale proposta, gli scenari sono due: o la Telecom è persa per Intesa Sanpaolo, oppure questi devono allentare i cordoni della borsa e affrontare una gara al rialzo.
Terza soluzione: l’intervento statalista.
Ed è su questa strada che si sta incamminando la sinistra, pronube il “grande liberalizzatore” Bersani che esprime “sconcerto per l’ipotesi che si sta delineando per il piano industriale”.
Tradotto: tutto bene se Telecom finiva agli amici, ma visto che così non è interviene il governo.
E questo mi fa tornare alla memoria la vicenda Alfa Romeo.
Quando Prodi, pur in presenza di una offerta migliore da parte di Ford, cedette, ad un prezzo inferiore, l’Alfa Romeo alla Fiat, rinunciando (rinuncia per le casse dello stato, s'intende ...) ad un bel pacchetto di miliardi.
Il lupo perde il pelo ma non vizio e un comunista resta sempre un comunista, per quanti nomi possa cambiare al suo partito.
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Detto, fatto.
Appena si esce dalle presunte “liberalizzazioni”, le lenzuolate che punendo le categorie produttive, favoriscono le Coop rosse, ecco che la sottile patina liberale viene spazzata via dal più consono, per un comunista, truce volto statalista.
E’ sufficiente che non solo non ci sia nulla da guadagnare per le coop, ma che sia a rischio anche l’operazione dei protetti di Prodi, per scatenare il più bieco e obsoleto dei protezionismi statalisti.
Parliamo, lo avrete capito, di Telecom.
La “gara” per accaparrarsi le spoglie della società di Tronchetti Provera sembrava destinata a concludersi con una acquisizione – al ribasso – da parte del gruppo bancario di Intesa Sanpaolo, la cui dirigenza è notoriamente vicina a Prodi, a cominciare dal suo presidente Bazoli, tornato sulle prime pagine dei giornali con le liturgie celebratorie per il decesso di Beniamino Andreatta.
Sembrava, ma evidentemente i nuovi raiders dell’economia nazionale non avevano fatto i conti con un Tronchetti Provera probabilmente incattivito dal trattamento riservatogli, quando ha pagato per aver scoperto il gioco di Rovati.
Così all’orizzonte è apparsa una offerta nettamente migliorativa da parte di due compagnie americane, una statunitense, la celeberrima AT&T e la messicana American Movil.
In presenza di tale proposta, gli scenari sono due: o la Telecom è persa per Intesa Sanpaolo, oppure questi devono allentare i cordoni della borsa e affrontare una gara al rialzo.
Terza soluzione: l’intervento statalista.
Ed è su questa strada che si sta incamminando la sinistra, pronube il “grande liberalizzatore” Bersani che esprime “sconcerto per l’ipotesi che si sta delineando per il piano industriale”.
Tradotto: tutto bene se Telecom finiva agli amici, ma visto che così non è interviene il governo.
E questo mi fa tornare alla memoria la vicenda Alfa Romeo.
Quando Prodi, pur in presenza di una offerta migliore da parte di Ford, cedette, ad un prezzo inferiore, l’Alfa Romeo alla Fiat, rinunciando (rinuncia per le casse dello stato, s'intende ...) ad un bel pacchetto di miliardi.
Il lupo perde il pelo ma non vizio e un comunista resta sempre un comunista, per quanti nomi possa cambiare al suo partito.
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6 commenti:
Infatti la storia continua e gli italiani ci perdono sempre..Tanto, paga Pantalone! :-)
Come sai Prodi ha detto di non essere contrario agli stranieri nella scalata Telecom. Specie quelli che parlano l'emiliano di San Marino.
Ma non è fantastica questa sinistra pacifista, multiculturalista e internazionalista che quando la si tocca sui "sentimenti" si trasforma in un battito di ciglia in Nazionalista, Guerrafondaia e Autarchica?
Quando c'è la coerenza...
E come te sbaji?
Era talmente scontato che non ci trovo nulla di strano. Se fossero state aziende Russe o Cinesi, magari anche anche. Ma aziende imperialistiche americane....
MAI!
Io infatti di Bersani non mi sono mai fidato. L'unico a SX che mi ispira un pò di fiducia è Capezzone
Tutto e tutti sarebbero perfetti purchè non portino a Bush e a Berlusconi.
La "preoccupazione" sull'interesse di AT&T espressa da Gentolini in primis e dal Governo poi mette in luce non solo le panzane di questo esecutivo ma anche che le decantate liberalizzazioni sono solo uno specchietto per allodole.
Prodi è nero come la pece, dopo il fallimento di Rovati farà il possibile per non perdere il controllo economico della più grande azienda italiana di tlc.
E lo farà con l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti nonchè del Fondo F2I.
Aspettare per credere...
Un abbraccio
Tutto e tutti sarebbero perfetti purchè non portino a Bush e a Berlusconi.
La "preoccupazione" sull'interesse di AT&T espressa da Gentolini in primis e dal Governo poi mette in luce non solo le panzane di questo esecutivo ma anche che le decantate liberalizzazioni sono solo uno specchietto per allodole.
Prodi è nero come la pece, dopo il fallimento di Rovati farà il possibile per non perdere il controllo economico della più grande azienda italiana di tlc.
E lo farà con l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti nonchè del Fondo F2I.
Aspettare per credere...
Un abbraccio
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