In Francia, dopo quasi due mesi, si è chiusa la maratona elettorale.
Due turni di presidenziali e due di politiche (legislative) e la Francia ha il nuovo presidente e la … vecchia maggioranza.
Vedremo quel che saprà fare Sarkozy, intanto piantiamo con soddisfazione una autentica bandierina blu su Parigi.
Quel che mi interessa è capire se ci può essere una lezione in chiave italiana dalle elezioni francesi basandomi strettamente sulla realtà concreta e mi sembra che siano almeno due gli aspetti sui quali soffermarsi.
La prima riflessione che mi viene da fare è relativa al mancato trionfo dell’UMP, accreditata addirittura di ottenere fino a 500 del 577 seggi, e finita con una confortevole maggioranza assoluta, ma addirittura inferiore a quella che ottenne 5 anni prima Chirac.
Il raffronto corre immediatamente con il secondo turno delle elezioni amministrative di maggio/giugno in Italia, dove si era sperato di dare una bella spallata contro il temporaneo e, pur vincendo in modo netto, sono mancati quei guizzi (Genova, Piacenza, Agrigento due settimane prima) che avrebbe costretto i cattocomunisti a risalire “in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.
In ambedue i casi credo che abbia funzionato a sinistra il richiamo al terrore, al non consegnare al nemico ogni potere, a Destra il cullarsi in sondaggi ampiamente favorevoli.
E questo dovrebbe essere un monito agli esponenti del Centro Destra in vista di possibili trattative per impostare una legge elettorale condivisa: no al doppio turno.
Sin dalla sua introduzione (per gli enti locali) il doppio turno ha sempre, sistematicamente penalizzato la Destra.
Il secondo aspetto è relativo alla capacità di aggregazione e di stringere alleanze.
Bayrou non ha saputo farlo ed ha avuto una debacle che, presumibilmente, lo escluderà da ogni futuro politico a meno che non torni sui suoi passi e non si aggreghi ad una delle forze principali.
I socialisti hanno evitato la sconfitta secca, grazie all’alleanza, confermata, con comunisti e verdi.
A sinistra l’alleanza, il mutuo soccorso, ha funzionato.
La rinuncia di candidati socialisti in quei collegi dove candidati comunisti e verdi erano piazzati in modo favorevole, è stata seguita da analogo impegno di comunisti e verdi a favore dei candidati socialisti.
Così i socialisti hanno ottenuto un numero di seggi superiore al temuto, in compenso verdi e comunisti potranno, assieme, formare un gruppo autonomo in parlamento, ottenendo una rappresentanza superiore a quello che la loro forza elettorale avrebbe loro consentito.
A Destra, invece, il mutuo soccorso non ha funzionato perché, ancora una volta, Sarkozy ha preferito non stringere accordi con il Fronte Nazionale, rinunciando quindi a quell’ apporto che avrebbe trasformato una vittoria in un trionfo.
In chiave italiana questo deve essere letto come un monito a rinunciare ad avere la puzza sotto il naso nei confronti dei propri potenziali alleati.
Non possiamo lasciare spazi non occupati a destra e dobbiamo allargare il più possibile l’appeal della Coalizione, in modo da “catturare” anche le frange più identitarie.
Le posizioni elitarie sono sterili e, spesso, controproducenti, soprattutto in un sistema elettorale come quello italiano.
Lo sforzo di coniugare le Destre, invece, verrà sicuramente ricompensato a scrutinio terminato.
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Due turni di presidenziali e due di politiche (legislative) e la Francia ha il nuovo presidente e la … vecchia maggioranza.
Vedremo quel che saprà fare Sarkozy, intanto piantiamo con soddisfazione una autentica bandierina blu su Parigi.
Quel che mi interessa è capire se ci può essere una lezione in chiave italiana dalle elezioni francesi basandomi strettamente sulla realtà concreta e mi sembra che siano almeno due gli aspetti sui quali soffermarsi.
La prima riflessione che mi viene da fare è relativa al mancato trionfo dell’UMP, accreditata addirittura di ottenere fino a 500 del 577 seggi, e finita con una confortevole maggioranza assoluta, ma addirittura inferiore a quella che ottenne 5 anni prima Chirac.
Il raffronto corre immediatamente con il secondo turno delle elezioni amministrative di maggio/giugno in Italia, dove si era sperato di dare una bella spallata contro il temporaneo e, pur vincendo in modo netto, sono mancati quei guizzi (Genova, Piacenza, Agrigento due settimane prima) che avrebbe costretto i cattocomunisti a risalire “in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.
In ambedue i casi credo che abbia funzionato a sinistra il richiamo al terrore, al non consegnare al nemico ogni potere, a Destra il cullarsi in sondaggi ampiamente favorevoli.
E questo dovrebbe essere un monito agli esponenti del Centro Destra in vista di possibili trattative per impostare una legge elettorale condivisa: no al doppio turno.
Sin dalla sua introduzione (per gli enti locali) il doppio turno ha sempre, sistematicamente penalizzato la Destra.
Il secondo aspetto è relativo alla capacità di aggregazione e di stringere alleanze.
Bayrou non ha saputo farlo ed ha avuto una debacle che, presumibilmente, lo escluderà da ogni futuro politico a meno che non torni sui suoi passi e non si aggreghi ad una delle forze principali.
I socialisti hanno evitato la sconfitta secca, grazie all’alleanza, confermata, con comunisti e verdi.
A sinistra l’alleanza, il mutuo soccorso, ha funzionato.
La rinuncia di candidati socialisti in quei collegi dove candidati comunisti e verdi erano piazzati in modo favorevole, è stata seguita da analogo impegno di comunisti e verdi a favore dei candidati socialisti.
Così i socialisti hanno ottenuto un numero di seggi superiore al temuto, in compenso verdi e comunisti potranno, assieme, formare un gruppo autonomo in parlamento, ottenendo una rappresentanza superiore a quello che la loro forza elettorale avrebbe loro consentito.
A Destra, invece, il mutuo soccorso non ha funzionato perché, ancora una volta, Sarkozy ha preferito non stringere accordi con il Fronte Nazionale, rinunciando quindi a quell’ apporto che avrebbe trasformato una vittoria in un trionfo.
In chiave italiana questo deve essere letto come un monito a rinunciare ad avere la puzza sotto il naso nei confronti dei propri potenziali alleati.
Non possiamo lasciare spazi non occupati a destra e dobbiamo allargare il più possibile l’appeal della Coalizione, in modo da “catturare” anche le frange più identitarie.
Le posizioni elitarie sono sterili e, spesso, controproducenti, soprattutto in un sistema elettorale come quello italiano.
Lo sforzo di coniugare le Destre, invece, verrà sicuramente ricompensato a scrutinio terminato.
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9 commenti:
Sai qual'è la cosa strana dei tuoi post, Massimo? che molto spesso mi lasciano a corto di commenti. Sono sempre molto chiari e completi, indi ti dico che ti leggo sempre ma non sempre commento per evitare di ripetere "sono d'accordo con te" :-D
A presto
Effetti de sta ca**o de pregiudiziale antifà...
ciao, bel post
Ho scritto anch'io in SantoSepolcro aggiungendo che a Destra in francia qualcuno tra gli elettori non ha gradito gente non propriamente di Destra nel governo transalpino.
Ed io esulto per De Villiers !
Credo che a Massimo il programma del MPF, anche se non l'ho tradotto, piacerà un sacco...
Infatti, Stars, l'ho appena letto e mi ci ritrovo :-)
Simone, grazie per l'apprezzamento e condivido la tua valutazione sulla palla al piede )per non dire peggio) dell'Italia: l'antifascismo.
VdB, è un piacere leggere ed essere d'accordo. Capita spessimo anche a me ... per fortuna :-)
Mah, io sinceramente in un fantomatico partito unico di centrodestra (molto improbabile al momento) quelli di Forza Nuova non ce li vorrei, anzi, li vorrei proprio fuori dai...ci siamo capiti:)
Piuttosto io ho visto nei francesi una grossa capacità di leggere il voto. Un potere troppo spostato da una parte, ovunque si guardi, è pericoloso, quindi è vero che i Socialisti hanno cavalcato questo messaggio "di allerta democratica" (per una volta qualcosa di strategico fatto bene l'hanno fatto pure loro), ma credo che alla fine la maggior parte del popolo di Francia abbia scelto autonomamente di dare, si la maggioranza a Sarkozy, ma non schiacciante. Credo che la vera lezione dei francesi sia stata quella dell'alternanza, che sta alla base di ogni democrazia che si rispetti.
Infatti, Chris, io parlo di alleanza tra un grosso partito di area Centro Destra (Forza Italia, finiani) e i partiti identiteri (Lega, Cristiano Democratici) tra i quali vedo un partito D-Destra risultante dalla unificazione di tutta la Destra Radicale e con l'innesto di elementi di AN non in sintonia con i minuetti di Fini (Storace, Santanchè).
Ho poi qualche dubbio che i francesi, nel loro complesso, abbiano "ragionato" sul voto.
Credo molto più in un calo di tensione, dando il risultato già acquisito e, al contrario, sull'altro versante, nel "richiamo della foresta".
Il doppio turno in Italia sarebbe forse pericoloso, vero, ma la nostra sinistra ha dimostrato di riuscire a combinare molto bene inciuci persino con il maggioritario secco... loro adorano ammucchiarsi , si sa.
Noi dobbiamo invece imparare non ad ammucchiarci, ma ad allearci. Senza il doppio turno, of course :-)
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