Una campagna elettorale è fatta di
polemiche, battute, esagerazioni, provocazioni, ma anche di
riflessioni e ragionamenti.
Nel momento in cui sono delineati gli
schieramenti (da una parte Bersani, Vendola, Monti, Ingroia, Casini
con tre coalizioni apparentemente distinte e dall'altra Berlusconi,
Meloni, Storace, Maroni in una unica coalizione) è necessario
domandarsi il "perchè" si sceglie una delle due parti.
Il voto serve per sostenere chi si
pensa possa consentirci di vivere meglio.
Nel voto esprimiamo le nostre speranze,
le nostre inquietudini, le nostre idee e le nostre repulsioni.
La scelta che andremo a fare il
prossimo 24 e 25 febbraio non potrà prescindere dalla domanda: chi
ci può garantire di farci stare meglio ?
Non avendo la palla di vetro non
possiamo che basarci sulla storia dell'immediato passato che ha visto
come protagonisti gli stessi personaggi che, oggi, ci chiedono il
loro voto.
La risposta, allora, non potrebbe che
essere più chiara: Berlusconi ci garantisce una vita migliore
rispetto a quanto potrebbero fare Bersani, Monti, Vendola, Casini,
Ingroia e compagni.
Lo dicono i fatti e i numeri.
Una eloquente tabella tratta da
"Soldionline" (scelta come immagine di questo post) e predisposta in
base ai dati Istat, sconfessa totalmente l'ultima affermazione di Bersani in apertura della campagna elettorale, per cui con
Berlusconi la pressione fiscale sarebbe aumentata di quattro punti.
E' smentito anche Casini che, dimentico
del ruolo avuto dal suo partito nei governi dal 2001 al 2006, accusa
Berlusconi di aver promesso e non mantenuto.
E pure Monti viene sbugiardato, visto
che proprio per colpa sua la pressione fiscale ha raggiunto il
record.
Del resto non poteva essere che così,
perchè con Berlusconi:
- aliquote irpef ridotte nel 2002 e soprattutto nel 2005;
- abolizione dell'ici;
- abolizione delle tasse di successione e donazione;
- nessuna "una tantum" o "tassa di scopo" neppure a seguito di eventi catastrofici come l'attacco islamico a New York e Washington, il terremoto in Abruzzo, il fallimento Lehman.
Con i governi della sinistra e dei
tecnici, invece, siamo stati "gratificati" di:
- aumento degli estimi catastali sui quali viene calcolata l'ici e oggi l'imu nel 1996 con Prodi (il 5% in più ancora oggi calcolato) e con Monti (il 60% in più con l'imu anche sulla prima casa);
- aumento delle aliquote irpef nel 1997 e nel 2006 con Prodi
- aumento delle tasse sui risparmi con Monti;
- introduzione della "Tobin tax" con Monti;
- aumento dell'iva con Monti;
- reitroduzione delle tasse di successione e donazione con Prodi.
La tendenza è chiara.
Con Berlusconi siamo stati meno
tartassati che con la sinistra e Monti.
Uno, allora, penserebbe: però lo stato
che ha incassato di più con le nostre tasse ha ridotto
l'indebitamento.
Purtroppo non così, perchè la
disponibilità di più denaro derivante dall'esproprio dei nostri
risparmi e dei nostri redditi è stato utilizzato dai burocrati della
sinistra e di Monti per alimentare il debito pubblico invece di
ridurlo, aumentando le spese.
Così a novembre 2011, quando Berluscon
fu costretto da un complotto internazionale supportato da quinte
colonne interne a rassegnare le dimissioni, il debito pubblico
italiano ammontava a circa 1780 miliardi di euro, mentre nei giorni
scorsi ha sfondato la soglia dei 2000 miliardi.
Un aumento di oltre 200 miliardi in
tredici mesi di governo Monti, nonostante questi "professori"
abbiano incamerato 25 miliardi dalla rapina sulle nostre case
perpetrata con l'imu, più i soldi delle tasse aumentate sui
risparmi, sulle transazioni finanziarie, sull'iva.
Chiaro a tutti che la spesa pubblica,
il macigno che pesa sul nostro futuro, non è stata minimamente
intaccata e che i nostri sacrifici richiesti dalla sinistra e da
Monti servano solo a continuare a spendere, senza alcuna prospettiva
futura.
La stessa campagna elettorale appena
iniziata ripercorre le medesime strade, con Berlusconi che propone di
abolire l'imu per la prima casa e ridurre le tasse, tagliando di
ottanta miliardi la spesa pubblica.
Mentre Bersani e Monti sono costretti a
promettere la riduzione delle tasse e ad ammettere la crudeltà
dell'imu, ma con formule assai ambigue.
Monti che parla di riduzione del peso
fiscale "quando la situazione lo consentirà" (ricordandomi il "mago" Giucas Casella: le tasse diminuiranno solo quando lo dirò io !) e che copia
le proposte di Berlusconi per l'esenzione fiscale alle aziende che
assumono giovani e Bersani che fa notizia perchè cambia idea sulla
patrimoniale affermando che "esiste già" ed è l'imu che
dovrebbe essere resa progressiva (e già questo significa un
inasprimento della tassazione, perchè non ho mai visto una
"rimodulazione" del peso fiscale a favore dei cittadini),
introducendo una ancor più vessatoria politica di controllo di
polizia fiscale con la "tracciabilità" del denaro, cioè
il Grande Fratello orwelliano in chiave fiscale italiana, affidata
probabilmente agli stessi gabellieri di Befera che oggi operano in
base a redditometri e accertamenti induttivi e con l'onere della
prova a carico dei cittadini.
E queste sono solo note, brevi, per un
post in internet, sufficienti a dare un'idea del costo differente che
avrebbe un governo Berlusconi o un governo Bersani/Monti, basate sul
quanto è realmente accaduto in passato.
In questa sede non ho affrontato le
questioni più marcatamente di scelte ideologiche che, pure, Bersani minaccia di porre all'approvazione del primo suo eventuale consiglio dei ministri e che comunque comportano un costo.
Perchè concedere la cittadinanza e il
voto agli immigrati o dare dignità di legge alle unioni tra
omosessuali non è affatto "a costo zero" per le casse
pubbliche, perchè ai "nuovi italiani" o ai "nuovi
sposi" andrebbero riconosciute tutte quelle agevolazioni che
oggi non lo sono e che comportano un aggravio di spese per lo stato,
aumentando e non riducendo la spesa e il debito pubblico, tutte da pagare con i soldi espropriati dai nostri risparmi e dai nostri redditi con le tasse.
Berlusconi è credibile, quindi, quando
ci propone una situazione meno oppressiva rispetto ai suoi
antagonisti.
Qualsiasi persona di buon senso non
potrebbe che rispondere alla domanda iniziale che no, non ho alcun
motivo per votare chi mi prospetta un aumento della pressione fiscale
perchè la sua storia mi dice che tale è la sua politica.
Qualunque persona di buon senso, anche
se delusa perchè non è stato fatto abbastanza in passato, proprio
da quel (poco o tanto) che è stato fatto in passato, comparandolo con quel che
hanno fatto Bersani e Monti, sceglierebbe Berlusconi.
Gli Italiani hanno l'occasione, il 24 e
25 febbraio, di mostrarsi persone di buon senso.
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2 commenti:
Infatti! Avendo la possibilità finalmente di dare un bel voto, rumoroso, di protesta. Fine a sè stesso? Può darsi, questo saranno i semplici cittadini stessi a determinarlo con la loro bravura a o meno ad amministrare. E poi dopo questa più che plausibile protesta il movimento potrebbe abche sciogliersi. Ma si ripartirà con altri principi dopo aver dato un bel calcio nel sedere alla partitocrazia che si spende i ns soldi a putt*** e con le macchinette mangia ssoldi. Non dirmelo, lo so! UTOPIA. Ma ogni tanto non guasta ;.)
Io preferisco l'uovo oggi che una gallina (forse) domani. Con Berlusconi so che l'imu verrebbe tolta. Poco ? Tanto ? Sicuramente mi tornerebbe in tasca più di quel che mi tornerebbe con chiunque altro suo oppositore.
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