Ci sono ancora due passaggi prima di giungere alla fase finale di queste significative elezioni amministrative.
Il 17 aprile ci sarà il referendum sulle trivelle dove, a prescindere da quel che si pensa realmente nel merito, chi sostiene Renzi starà a casa e chi, come me, non vuole perdere neanche una occasione per abbatterlo, andrà a votare e voterà "sì".
E l'orgia propagandista del 25 aprile-1 maggio che, da sempre, dà fiato ai tromboni della retorica antifascista avendo quest'anno un bersaglio, anzi due, con tanto di nomi e cognomi: Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Potendo per l'occasione confidare anche nell'appoggio della stampa del Cav , tutta protesa nel sostegno ai candidati di Forza Italia, imponendo il bavaglio ai due leaders della Destra.
Un bavaglio che si somma a quello decretato dai politicamenti corretti che imputano a Salvini e alla Meloni di essere "populisti, razzisti, xenofobi, etc. etc.".
Nonostante un simile schieramento, la Meloni è accreditata del 18% nei sondaggi, a soli 7 punti dalla grillina Raggi e nove dal candidato comunista.
Il tanto decantato Bertolaso è al 10, Marchini all'8 e Storace scomparso dai radar.
Ma, si sa, nulla nutre di più dell'ostracismo di una stampa serva e prona verso i poteri forti, che cerca in ogni modo di screditare la Destra, l'unica che possa dare risposte forti al terrorismo islamico e alla deriva morale della nostra società.
E se riuscì a superare questo ostracismo Almirante con l'MSI quando in televisione c'era una solo canale (governativo), figuriamoci oggi, quando le idee e le opinioni possono essere compresse sempre meno (anche se ci provano) navigando veloci in internet.
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