Le vicende libiche sono passate in secondo e terzo piano superata dalla grande rilevanza morale del matrimonio omosessuale e di quel povero bambino la cui madre ha affittato il suo utero per il piacere di Vendola.
Ieri sera, però, guardando la posta ho ricevuto (e risposto) ad una indagine di Demopolis, incentrata sulla futura guerra in Libia.
Parecchie domande, segno che la guerra si avvicina, senza che l'opinione pubblica dica mezzo "beo".
Nella sua sconfinata megalomania e presunzione, Renzi, il parolaio fiorentino, si crede il Duce e pretende di comandare la missione.
Naturalmente lui si metterà lo scolapasta in testa, mentre a combattere sul campo saranno Inglesi, Americani e Francesi, con qualche reparto scelto (perchè li abbiamo !) Italiano.
Ma l'opzione guerra è sbagliata, più di ogni altra guerra.
Tutte le guerre della sinistra (Kossovo, Libano) sono sbagliate, prive di un sottostante interesse nazionale, ma questa più di ogni altra mette l'Italia a rischio di collasso economico per i costi insopportabili per la nostra economia malata e di ordine pubblico.
E non perchè i pacifinti (ma sono ancora vivi ?) si metterebbero a berciare come già fecero per la ben più utile liberazione dell'Iraq, ma perchè con le centinaia di migliaia di clandestini che noi stessi abbiamo importato a casa nostra, il rischio di una pesante ritorsione ispirata dall'Isis è concreto.
Purtroppo quella ritorsione non sarebbe "chirurgica" come le operazioni di bombardamento che si pretendono da noi, ma colpirebbe nel mucchio e non Renzi e i responsabili veri della guerra.
Così, ancora una volta, la megalomania del parolaio fiorentino porterà danno e danni al Popolo Italiano.
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