Sappiamo che a Milano la comunità cinese è molto importante, tanto da essere stata forse decisiva per la vittoria di Sala nelle "primarie" comuniste.
Vedere però che entrambe le squadre di calcio, dal glorioso passato, pluriscudettate e uniche, reali antagoniste della Juventus, passino in mani cinesi, dispiace.
Come ovviamente dispiace vedere il mio Bologna ad un canadese o la Roma agli americani, però ... pecunia non olet.
Se non ci sono facoltosi cittadini italiani, milanesi, bolognesi, romani autentici che siano in grado di proporre un progetto sportivo acquisendo società blasonate, non ci si deve poi lamentare se queste passano in mani straniere come, del resto, è accaduto a squadre altrettanto blasonate dell'Inghilterra (se non vado errato il Chelsea è nelle mani di un magnate russo mentre il Manchester City in quelle di un emiro del petrolio).
Mi stupisce, però, la scelta di Berlusconi che, pensavo, da appassionato multimiliardario, avrebbe forse potuto continuare, passando la mano ad uno dei figli un po' come l'Alberto Sordi del Borgorosso Football club (che eredita dal padre le fortune miliardarie e la squadra, che vorrebbe vendere ma alla quale poi vi si appassiona).
Il calcio è però solo un ultimo esempio di come la nostra Identità venga dispersa, svilita, annullata da un globalismo che sta accentuando la sua presa nichilista.
Ma qui il discorso si farebbe troppo ampio.
L'abbandono di Berlusconi rappresenta la fine di un'epoca, di un calcio che abbiamo amato ed al quale ci siamo appassionati.
Continueremo a tifare anche se in quella squadra di milanese, bolognese, romano non ci sarà più niente e nessuno, sperando che non si debba vedere il passo successivo che sarebbe il trasferimento di una squadra da una città ad un'altra.
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