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No alla deriva

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24 agosto 2016

Le interessate sirene del potere


Ieri il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo di un politologo (di cui non ricordo il nome) che, per carità senza entrare nel merito, ha analizzato la differenza tra Salvini e Maroni.
Tutto l'articolo si è mantenuto su una sottile linea di finta equidistanza ma ha lasciato chiaramente intendere che la Lega sarebbe spaccata in due, che Salvini se non è il Duce redivivo poco ci manca, che con Salvini la Lega sarebbe marginalizzata mentre, al contrario, Maroni sarebbe uno statista, equilibrato e che consentirebbe alla Lega di godere delle gioie del potere o, almeno, della contiguità ad esso.
Non mi meraviglio se il quotidiano degli industriali cerchi di puntellare la traballante poltrona di Renzi in vista del referendum
Del resto il medesimo quotidiano un giorno sì e l'altro pure presenta il movimento di Grillo, l'altro partito ostile al premier, come eternamente dilaniato da lotte intestine che ne minano la già ridotta capacità di amministrare le città.
Al contrario Renzi e i suoi adepti vengono dipinti come indefessi lavoratori che guardano al bene dell'Italia e, nonostante i rematori contrari della Lega, del M5S e della sinistra pci/pds/ds/pd, ottengono brillantissimi risultati (?) in ogni campo tanto da meritare i complimenti della Merkel.
Fino al referendum dovremo leggere di tutto e di più in questo senso, soprattutto se consideriamo che ci sono solo due quotidiani schierati per il "NO": Il Giornale  e Il Fatto.
E' una campagna a senso unico, dove, con estrema spregiudicatezza i renziani cercheranno di utilizzare tutte le armi a loro disposizioni in quella che si presenta come una guerra mortale.
Basta saperlo, non dare loro peso e, come hanno fatto gli Inglesi a giugno, votare comunque contro le consorterie affaristico finanziarie, la Merkel, l'unione sovietica europea, Napolitano e la Boldrini.
E Salvini non si preoccupi di Maroni che, se decidesse di mettergli i bastoni fra le ruote per sostenere i "moderati" tipo il socialista Parisi, avrebbe lo stesso seguito popolare di Alfano e dei centristi.
Salvini rafforzi il suo legame con Fratelli d'Italia e la Meloni e non si curi dei giornalisti di regime.




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