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No alla deriva

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04 giugno 2017

Di sconti si muore


Mentre continua la propaganda che le multinazionali promuovono per cercare di indurre i cittadini intellettualmente più deboli che Trump abbia torto nel rispettare le promesse elettorali come l'uscita dall'accordo sul clima, in Italia il governo continua ad annodare il nodo scorsoio del debito pubblico alla gola di tutti noi.
Non bastano i 2300 miliardi di debito già accumulato, ecco che, tramite i soliti megafoni dei media di regime, viene presentata come una bella notizia la scelta di chiedere, ancora una volta, uno "sconto" ai vincoli di Bruxelles. 
Il ministro Padoan, infatti, ha richiesto una riduzione che è pari a circa 9 miliardi dalla riduzione della spesa pubblica.
Questo significa che mette in conto di aumentare ancora il nostro debito, mettendo sempre più la testa sul ceppo del boia europeo.
A parte il fatto che uno stato con la "S" maiuscola decide in autonomia il proprio bilancio e non si umilia ad andare con il cappello in mano a fare il giro tra Berlino e Bruxelles, lo "sconto" non è altro che un maggior debito caricato sulle spalle dei nosstri figli e nipoti.
È certo che lo "sconto" sarà concesso, perché così si aiuteranno i partiti europeisti a limitare i danni alle prossime elezioni, passate le quali ci ritroveremo come la Grecia, a dover ripagare undebito sempre più alto e sempre più incolmabile, fino ad arrivare a dover cedere anche quel residuo di Sovranità che ci resta, diventendo schiavi della Merkel e dei suoi successori.
A meno che, anche in Italia, non ci si svegli e non emerga un Trump che ci porti fuori dagli accordi a perdere e che stanno trasformando l'Italia nella discarica del soviet, come già sta accandendo con la questione dei clandestini.






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