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13 maggio 2025

I loggionisti della politica

Ogni giorno, i "professionisti dell'informazione", a cominciare dalle rassegne stampa faziose del mattino (e con alcuni conduttori sono ben più che faziose), rilanciano le quotidiane urla belluine dei loggionisti della politica, assiepati sulla parte sinistra dell'emiciclo.

Ci fosse un provvedimento, uno solo, una dichiarazione, una sola, una iniziativa, una sola, che non provochino un coro animalesco che si riassume nella gara a chi la spara più violenta ed offensiva verso gli esponenti del Centro Destra.

La Schlein, Renzi, Calenda, Conte, strepitano come se loro fossero vergini da ogni responsabilità, ma per ben undici anni al governo ci sono stati loro e se non hanno risolto i problemi (al contrario ne hanno aggiunti altri), non hanno svelato i misteri del passato, non hanno sanato i conti pubblici (al contrario li hanno scassati ancora di più), non sono credibili quando si oppongono ad una azione di governo che, con il poco che hanno lasciato loro, sta ricostruendo il nostro tessuto economico e sociale.

Ma il settore in cui si esibiscono al loro meglio è la politica estera.

Se la Meloni è presente, unica delle grandi nazioni europee, al giuramento del nuovo Presidente degli Stati Uniti, la criticano e la criticano se invece non si presenta di persona ad una inutile trasferta di massa a Kiev (e pensate cosa avrebbero detto se ci fosse stata la Meloni nel tavolo in cui è stato ripreso quell'oggetto bianco che Macron ha subito nascosto in mano).

Dal mio punto di vista la Meloni sbaglia nel continuare a ribadire il suo sostegno a Zelensky, anche se da qualche tempo non è più un sostegno ad personam, ma alla nazione ucraina, ma, almeno, la nostra politica estera è autonoma e non procede, come piacerebbe ad un vecchio parruccone della sinistra, "dietro a Germania e Francia".

Del resto la frenesia mostrata dai quattro nani che si sono recati a Kiev è vuota di significato.

Avevano posto come conditio sine qua non per intavolare i negoziati, l'immediata tregua senza condizioni a partire da lunedì 12 e, siamo a martedì 13, non solo la Russia li ha ignorati, ma persino Zelensky, seguendo intelligentemente le indicazioni di Trump, ha detto che andrà ad Istanbul anche senza tregua.

Quel è stato dunque il risultato del fine settimana a Kiev ?

Uno zero assoluto, esaltato solo dai nostrani "professionisti dell'informazione" che, con lo spread che scende, l'inflazione contenuta, l'economia che regge, non hanno altra scelta per boicottare il Governo Meloni, che dar conto degli strepiti dei loggionisti della politica.

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