Assistiamo a intemerate di politici che, prima di arrivare ad ottenere i risultati di Netanyahu in carica, quasi ininterrottamente, da venti anni, dovrebbero macinare anni e anni di gavetta, ma si permettono di criticarlo, dalla comoda poltrona di uno scranno parlamentare di una nazione non in guerra.
Altri, e con cariche ben più rilevanti, continuano ad attaccare verbalmente la Russia, minacciando sanzioni (siamo già al diciottesimo round in preparazione, dopo diciassette inutili e, anzi, controproducenti, provvedimenti).
Ma il peggio è un comico che, per far ridere (o, almeno, provarci, perchè a me non ha strappato neppure un sorriso) si dimenava nudo per suonare un pianoforte con il pene, eletto da una follia collettiva in Ucraina, ha pensato di poter stuzzicare la Russia e quando l'Orso ha reagito, ha mandato a morire decine di migliaia di giovani ucraini, sospeso le elezioni (infatti il suo mandato è scaduto da oltre un anno) e imbavagliato i suoi oppositori.
Costui, istigato da certe cancellerie europee che avevano fatto conto su un presidente americano che, oggi, si scopre non fosse in grado di gestire la cosa pubblica per limiti sanitari, continua a sbraitare da tre anni chiedendo armi, finanziamenti e pensando di poter dettare la linea alle nazioni europee.
Purtroppo ci cascano tutti e fanno a gara per mostrarsi più partigiani di Zelensky stesso.
Sembrava che Trump lo avesse mandato a quel paese, giustamente, ma adesso pare che abbia ripreso a fornirgli armi e supporto finanziario, in cambio, almeno, di minerali preziosi, ma in quantità tale da consentirgli di continuare una guerra che non andava neppure iniziata.
Ogni volta, poi, che si prospetta una possibilità di pace, ecco che Zelensky la spara grossa contro la Russia e Putin, chiedendo ancora più sanzioni, ancora più aggressività da parte dell'Occidente.
Fino all'ultimo ucraino.
Spiace che anche la Meloni si sia accodata al coro dei sostenitori e amici di Zelensky, personaggio che dovremmo evitare come la peste che è una guerra inutile.
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