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No alla deriva

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27 novembre 2005

La rivincita della Storia

Quello che segue è un intervento anonimo: l’ho trovato nella mail, senza firma e rispetto la volontà allì'anonimato..
Naturalmente riconoscerò la paternità a chi di dovere, se la reclamerà.
Ma poco importa di chi sia (anche se ho in mente almeno tre persone che potrebbero averlo scritto), quel che importa è che rappresenta una realtà coperta dalla propaganda di sinistra.
Il Fascismo fu anche questo e per valutare in modo obiettivo quei 20 anni della nostra Storia non possiamo limitarci all’agiografia resistenzialista degli ultimi due anni (con lo sbianchettamento dei ruolo Alleato) ma dobbiamo inquadrare il fenomeno nel periodo in cui è nato e per quello che ha realizzato.
La sudditanza psicologica alle parole d’ordine della sinistra ha fatto gridare al “Fascismo” nei confronti di chiunque osasse riportare anche gli aspetti positivi del Ventennio.
Non dimentichiamo quel che fu il Fascismo in termini di lutti e di oscuramento della libertà, ma di ciò debordano le librerie.
Una società libera ed evoluta è anche una società nella quale si collochi nella giusta dimensione un fenomeno storico, concluso come è il Fascismo, rappresentando alle giovani generazioni luci ed ombre.
E’ la rivincita della Storia che grazie alla Rete può affermarsi anche in Italia dove, a 60 anni dalla fine della guerra, alcuni argomenti restano tabù: squarciare la cappa di omertà è dare impulso alla libertà.

Nel merito dell’intervento – che ho lasciato tale e quale mi è pervenuto – c’è solo da aggiungere che personalmente non condivido al 100% la conclusione, perché il periodo “nero” della Repubblica Italiana non è per intero quello che va dal 25/4/1945 ad oggi, ma lo individuerei in quello, iniziato nel 1963, con il primo centrosinistra organico e l’ingresso dei socialisti al governo e che termina – con due brevi parentesi nel 1972 e nel 1994 con i governi Andreotti/Malagodi e Berlusconi – il 13 maggio del 2001.

Oggi viviamo un’altra storia, con le riforme messe in campo dal Governo Berlusconi che stanno togliendo le ingessature di uno stato assistenzialista e sprecone, per restituire all’Italia smalto, affidabilità e credibilità internazionale.


*****L’INTERVENTO*****

Quando l’aratro tracciava il solco


In un periodo in cui si parla di realizzare grandi opere, ma difficilmente se ne vedono di concluse, è giusto ricordare il periodo e gli uomini che ne seppero erigere di grandiose, perchè non tutti i mali vengono per nuocere.

Dopo che a Milano in galleria ed alla stazione centrale delle ferrovie erano state allestite, a cura di Palazzo Marino, analoghe manifestazioni, nel 1984 a Roma fu aperta al pubblico una mostra per illustrare i più svariati aspetti dell'economia italiana tra le due guerre mondiali nel periodo coincidente con il ventennio fascista. Sedi migliori non avrebbero potuto essere scelte se si pensa che ad accogliere gigantografie, pannelli e vetrine traboccanti di testimonianze merceologiche, oggetti e mezzi profusi in quell'epoca furono utilizzate due metropoli e, nella Capitale, uno dei più tipici esempi della romanità tanto cara al Regime: il Colosseo.
La partecipazione del pubblico fu ben superiore al previsto e se l'intento era quello di far sorridere per il divario tra i prodotti di sessanta anni fa e lo sviluppo tecnologico di oggi, fu invece unanime la sorpresa, sia nei più giovani sia negli anziani che avevano dimenticato, nel constatare una realtà che ci aveva resi giustamente orgogliosi allora di essere Italiani.

Di fronte ad un campione così eclatante di oscuramento della memoria giova quindi ricordare alcune delle più significative opere del Regime, a riprova di un periodo ove accanto alla retorica si realizzavano programmi che sono ancora sotto gli occhi di tutti; accenniamo a queste opere e ci riferiamo a città, borghi e villaggi creati dal nulla in pochi anni che già nel 1939 furono oggetto di una pubblicazione del giornalista sardo Stanis Ruinas "Viaggio attraverso le città di Mussolini".

Vediamole ora rapidamente, una per una, queste "città", anche se non tutte - lo ripeto arrivarono a tale livello di strutture, di sviluppo e di popolazione per le loro differenziate vocazioni.

Ovviamente la maggior parte ebbe proiezione agricola, susseguente per lo più a bonifica del suolo da acquitrini e paludi, data la lotta alla piaga dell'urbanesimo che veniva combattuto anche nelle scuole con il cosiddetto ruralismo magnificante in tutti i possibili modi e con tutti i mezzi di propaganda a disposizione, le virtù di un ritorno alla terra e la più naturale esistenza in campagna, di contro al crescente e minaccioso inurbamento, purtroppo vincente alla fine.

E cominciamo con la dolente nota di chi è venuto via, esule in Patria, o all'estero (e furono 350.000 persone!) e di ciò che è rimasto nelle zone perdute ormai fuori dai confini politici orientali.

FELICIA, ora la croata Cepie o slovena Cvic, edificata nella piana prosciugata dell'Arsa in provincia di Fiume all'altezza di Bersezio sul Quarnero, seguita, a partire dal 1936, da FERTILIA (chiamata temporaneamente FERTILIA JULIA) in Sardegna presso l'aeroporto della catalana Alghero dove, intorno agli anni Cinquanta, vennero "dirottate" perché ingombranti, aliquote di profughi della Venezia Giulia e della Terza Sponda adriatica, affinché vi... dimenticassero l'Istria e la Dalmazia natìe perdute.

Si tratta in entrambi i casi di piccolissimi abitati colonici restati tali, a parte qualche successiva appendice turistico-balneare.

TORVISCOSA in mezzo ad un autosufficiente comprensorio friulano di bonifica, dove all'agricoltura si unisce l'allevamento del bestiame ed una ricca produzione lattierocasearia.

Avrebbe dovuto forse chiamarsi FRIULIA, nata con l'investimento di capitali dell'industriale Marinotti. Invece prevalse, fissata nel suo nome, la memoria di fibre tessili (la viscosa della SNIA appunto) sperimentali, donde il Lanital, la lana artificiale italiana derivata dal latte.

Per rimanere in tema ecco in una incalzante sequenza le più famose città dell'Agro Pontino redento, costruite tutte nell'arco di appena otto anni:
LITTORIA (oggi LATINA) fondata il 30 giugno ed inaugurata il 18 dicembre 1932 divenuta capoluogo dell'allora più giovane provincia italiana il 18 dicembre 1934. Essa è tuttora alla testa di un comprensorio industriale oltre che agricolo in dinamico equilibrio di efficiente produzione economica.
SABAUDIA fondata in omaggio alla dinastia di Savoia allora regnante il 5 agosto 1933 ed inaugurata il 15 aprile 1935.
PONTINIA fondata il 19 dicembre 1934 ed inaugurata il 18 dicembre 1935, Giornata della Fede.
APRILIA fondata il 25 aprile 1935 ed inaugurata il 29 ottobre 1937 anno XV dell'Era Fascista.
POMEZIA fondata in ricordo di un'antichissima città laziale mai rintracciata, il 22 aprile 1938 ed inaugurata il 28 ottobre 1940, capodanno dei XVIII E.F.

Ma assai prima di esse il 28 ottobre 1928 era stata fondata nell'Oristanese MUSSOLINIA DI SARDEGNA eretta a Comune nel 1930 e divenuta ARBOREA nel 1944, sul terreno della bonifica di Terralba dove fra l'altro si produce il rinomato vino di Torrevecchia.

Nasce nella grossetana bonifica prossima alla foce dei Fiume Albegna, in Toscana, ALBINIA che rimane un gruppo di case vicino alla ferrovia con il silos dell'acqua e la chiesa, come del resto MUSSOLINIA Di SICILIA inaugurata nel 1939 quasi alla vigilia della guerra, ed oggi frazionata tra Botteghelle e Mazzarrone e contratta nel nome troppo semplicisticamente camuffato di CASE MOLINIA a sud di Caltagirone, in vista della piana di Gela e Comiso che, al di là dei mare, guarda lontanissima la Quarta Sponda africana.

In Puglia a sud di Foggia abbiamo borgo SEGEZIA con il vicino Ovile Nazionale e quindi centro agro-zootecnico e nella Basilicata, allora Lucania, non lontano da Pisticci MARCONIA.

Presso Fano alla foce dei Metauro, nelle Marche, ecco ancora nel 1938 sull'Adriatico sorgere a cura dell'Opera Nazionale Combattenti METAURILIA. Essa unisce nel suono del nome del vicino storico fiume quello dei "suovetaurilia" il cruento sacrificio agli dèi pagani dell'Urbe di un majale (sus) una pecora (ovis) ed un toro (taurus) per propiziarne la prosperità e la sorte.

Infine VOLANIA prossima al Po di Volano, nel Ferrarese, presso Comacchio, nascerà con una grossa fattoria cinta da un muro che la fa apparire quasi un centro fortificato più che agricolo. Forse avrebbe potuto meglio chiamarsi BALBIA dedicata al Trasvolatore dell'Atlantico e Governatore della Libia, Italo Balbo, caduto nel 1940.

Per tutti questi abitati e per le fertili e variegate coltivazioni circostanti ben si addice l'espressione mussoliniana dell'epoca "Questa è la guerra che noi preferiamo" vincolata all'altra. "E' l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende", alludenti alla sfida insita in una più che pacifica attività contadina abbinata alla tenace volontà di difendere, contro chiunque, la sorgente autarchia cerealicola. E ciò nonostante le inique Sanzioni economiche, applicate inutilmente da 52 nazioni all'Italia, per soffocare la conquista del nostro posto al sole in Abissinia. Qui, nel Galla e Sidamo, ed in altre plaghe interne etiopiche, alcune aree di messa a coltura, tra le diverse realizzazioni di civiltà, che ebbero vita effimera ma ugualmente indicativa: una "Romagna d'Etiopia", una "Puglia d'Etiopia" ed un"Veneto d'Etiopia", dissodate per lo spazio di appena un lustro coi sudore dei coloni provenienti dalle omonime regioni nazionali!

Ed ancora, alla periferia dell'Urbe, oltre l'EUR (allora detta Eur '42) verso quello che fu chiamato Lido di Roma (ex ed attuale Lido di Ostia) ecco VITINIA ed ACILIA del 1939, centri satelliti. Oggi quartieri estremi della Città Eterna.

Nel 1938 andarono in Libia, antico granaio dell'Italia romana, 20.000 agricoltori per redimere, alla fecondità, la Gefara e l'altipiano tripolino nonché il Gebel cirenaico, un tempo verde .

E lì, i nostri coloni hanno trovato pronti 25 villaggi agricoli: OLIVETTI, BIANCHI, GIORDANI, MICCA, TAZZOLI, BREVIGLIERI, MARCONI, GARABULLI, CRISPI, CORRADINI, GARIBALDI, LITTORIANO, CASTEL BENITO, FILZI, BARACCA, MADDALENA, SAURO, OBERDAN, D'ANNUNZIO, RAZZA, MAMELI, BATTISTI, BERTA, LUIGI DI SAVOIA, GIODA.

Intanto, fianco a fianco, Arabi e Berberi indigeni imparavano a lavorare e a far fruttare la loro terra in altre in altre dieci località nuove dai poetici nomi di EL FAGER (Alba), NAHIMA (Deliziosa), AZIZIA (Profumata), NAHIBA (Risorta), MANSURA (Vittoriosa), CHADRA (Verde), ZAHRA (Fiorita), GEDIDA (Nuova) e MAMHURA (Fiorente) nonché l'odierna EL BEIDA già BEDA LITTORIA (la Bianca) che Idris el Senussi, nel dopoguerra fatto Re dagli Inglesi, volle sua residenza. Arabi e Berberi concorrevano così inoltre a contenere e bloccare mediante le colture agricole ed arboree l'espansione della sabbia avanzante del Sahara.

Sempre nelle quattro Province metropolitane della Libia (Tripoli, Misurata, Bengàsi e Derna) si ebbe la modernizzazine di 17 centri abitati costieri e dell'entroterra: APOLLONIA, TOLMETTA (Tolemaide), LEPTIS MAGNA (ar. Homs Lebda) etc.

Né può essere tralasciato, anche se dovuto esclusivamente alla personale, solitaria iniziativa fiorente degli anni Venti del Duca degli Abruzzi (che vi volle esser sepolto) il nascere ed il prosperare di una enorme Azienda agricola modello per quei tempi, centro pilota di una esemplare pluricoltura nell'arida Somalia presso il fiume Uebi Scebeli, VILLABRUZZI (sintesi di VILLAGGIO DUCA DEGLI ABRUZZI) oggi Jawhar nel Corno d'Africa.

Ma torniamo in Italia per rintracciare sempre negli anni Trenta le città minerarie e carbonifere di ARSIA fondata il 27 ottobre 1936 ed inaugurata nel novembre 1937, oggi purtroppo la croata Rega, presso Albona, pardon Labin in croato, nell'Istria, e, fondata il 17 dicembre 1938 nel Sulcis (Iglesiente) della Sardegna CARBONIA che con alterne vicende ha superato ormai i 33.000 abitanti, come preconizzato dal Duce al momento della inaugurazione.

Abbiamo poi TIRRENIA presso Livorno, città cinematografica della fu "Pisorno" che accompagna e segue Cinecittà del 1936. GUIDONIA città aviatoria, anzi delle ali e della scienza dell'aria, sede di studi ed esperienze d'avanguardia della Forza Armata del cielo, consegnata il 31 ottobre 1937 all'Aeronautica ed inaugurata nel 1938 sotto Montecelio, verso Palombara Sabina. Ed infine, sorta nel 1936, CERVINIA, città sciatoria con Breglio (Breuil) in Val d'Aosta.

Fin qui si è elencato quanto è stato creato ex novo magari vicino ad altre sedi abitative lasciando al "libro dei sogni" le realtà in progetto ed allo studio rimaste in pectore nella Madrepatria ed Oltremare, abbandonate allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Non possono altresì essere passati sotto silenzio, anche se in parte accennati sopra, i centri monofunzionali inseriti organicamente nell'Urbe quali:
- la città sanitaria Ospedale del Fascio, poi San Camillo, Spallanzani e Forlanini nella cosiddetta "zona del silenzio", del 1929;
- la città dello sport Foro Mussolini oggi Foro Italico del 1932;
- la città militare Cecchignola con l'adiacente successivo Villaggio Giuliano-Dalmata;
- la città del cinema Cinecittà del 1936;
- la città dell'esposizione universale romana E. '42 (EUR del 1947)
.

Per concludere, secondo il buon senso che consigliava e consiglia, contro l'eccesso di campanile, il trovare ed incoraggiare motivi di unione e di fusione rispetto a ciò che troppo individualisticamente tende a dividere e separare, è bene enumerare, nelle nuove denominazioni allora assunte, Massa e Carrara in APUANIA, Intra e Pallanza in VERBANIA, Oneglia e Porto Maurizio in IMPERIA (dal torrente Impero che scorre tra esse), Anzio e Nettuno in NETTUNIA fino al 1946. E come elemento onomastico di proiezione al futuro ma ricavandolo dalla tradizione classica, CORRIDONIA in luogo di Pausula nelle Marche, tralasciando volutamente le "puristiche" italianizzazioni di nomi dal suono straniero come ad esempio in Val d'Aosta PORTA LITTORIA in luogo di La Thuile (fr. La Tegola), CUORMAIORE in luogo di Courmayeur dal lat. Curia Major, ed altre.

Il Fascismo tuttavia - è bene riaffermarlo , non compì certo solamente opere materiali murarie e d'asfalto quali le prime autostrade. Come dimenticare infatti l'Accademia d'Italia, il nuovo Codice Civile e Penale "Rocco", l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, l'Encilopedia Treccani, le Carte del Lavoro, dello Sport e della Scuola, le Colonie marine e montane per i figli del popolo, etc. esortando gli Italiani ad andare al mare ed a volare (Giornata dell'Ala)?

Quella che abbiamo presentato è senza dubbio una panoramica necessariamente non approfondita, ma tale da far conoscere l'entità gigantesca dello sforzo e dell'erculeo impegno affrontato in quegli anni, oltre alle innumerevoli iniziative ed attività eseguite nelle città italiane, ed in tutto il territorio nazionale, di qua e di là del Mare Nostrum in un amplissimo programma di realizzazioni che attinge l'universale.

Non vuole essere sterile e banale ironia, ma si avanza prepotente a questo punto il bisogno di un confronto tra il tanto deprecato Ventennio imperiale ed il mezzo secolo di repubblica democratica e tangentopolitana che ancora ci ammorba dall'inizio degli anni Novanta. Cos'è stato meglio?

Quell'Era "nera" detta fascista o questo cinquantennio di vergogna e di dissipazione?

Ogni ulteriore commento è evidentemente scontato!


Tuttavia lascio ai Lettori vecchi e giovani, memori, smemorati od ignoranti la risposta.

9 commenti:

Otimaster ha detto...

Splendida introduzione, il resto parla da se, fortunatamente non tutti gli anonimi vengono per nuocere: )

Massimo ha detto...

E' vero, ci sono anonimi e Anonimi ... ;-)

Sono curioso di vedere se ci saranno reazioni da parte di lettori superficiali ... :-D

Anonimo ha detto...

sai già come la penso in merito al fascismo. La mia condanna è TOTALE.

Ciò non toglie che se uno fa delle cose positive, bisogna dirlo.
Non significa riabilitare nessuno, significa solo fare un'analisi seria e non ideologica.

Per quanto posso su Torviscosa confermo tutto, anche che Friulia sarebbe stato un nome bellissimo ma poi noi limitrofi ne saremo stati gelosissimi!!

Massimo ha detto...

Freedom, qui nessuno vuole santificare il Fascismo.
Si vuole solo cercare di superare la sudditanza psicologica e le parole d'ordine di una sinistra che ha dipinto il Fascismo solo come Male, mentre il Fascismo fu anche altro.
Solo così si potranno fare i conti con la Storia, riappropriandoci del nostro passato, tutto, che appartiene a tutti noi.

Il Temporeggiatore ha detto...

Non sono io l'anonimo.
L'llustrazione delle realizzazioni del Ventennio è parziale.
Sono state omesse, ad esempio, tutte le leggi sociali e sul lavoro.
Ma lo spirito del post lo condivido in pieno.

il_Corsanico ha detto...

non intendo denegare i meriti del ventennio del governo Mussoini, nè dimenticarne anche le colpe.
i meriti s'inquadrano in una chiara ottica d'impegno statale di tipo keynesiano, tipico di quell'epoca di recessione o post recessione mondiale, anche se il ruralismo mi è sempre sembrato velleitario e superato.
Sulle colpe, esse sono evidenti, la mancanza di libertà, sebbene molto meno grave che nei regimi comunisti, il partito unico, la follia di seguire il reich nelle leggi razziali.

Lo PseudoSauro ha detto...

Gli errori li sappiamo tutti a memoria in quanto ci siamo cresciuti dentro. resta il fatto che l'alleanza con la Germania fu la vera fregatura. Anche le leggi razziali ne furono una conseguenza e rappresentarono un inversione di tendenza favorevole all'alleato. Infatti nel '33 Mussolini parifico' tutti i cittadini italiani di fede ebraica e risolse un contenzioso che durava secoli, suscitando anche un certo entusiasmo nella comunita' ebraica che contava circa 55 mila individui. Il fatto che le leggi razziali fossero state promulgate proprio nel '38 dovrebbe convincere anche chi dice, come il prof. Israel, che l'antisemitismo era una caratteristica insita nel fascismo. Considerata l'esiguita', e la scarsa influenza economica, delle comunita' ebraiche in Italia, cio' non e' raginevolmente sostenibile. Rimangono dunque le ataviche questioni religiose inerenti il cristianesimo aggravate dalle teorie razziali importate dal nazismo. Quanto la questione razziale fosse poco presente nel fascismo delle origini lo si puo' dedurre dalla politica coloniale e dalla concessione della cittadinanza italiana a individui delle diverse etnie africane. In realta', la prospettiva di "socialistizzare" il mondo grazie all'aiuto del potente alleato tedesco, suggeri' la disgraziata idea che la piccola comunita' ebraica fosse sacrificabile. In ogni caso, nonostante le leggi razziali, molti ebrei fuggivano ancora in Italia, come si legge da N. Ginzburg a proposito di Torino, e le vere e proprie persecuzioni e gli internamenti coincisero, con rarissime eccezioni, con la perdita della sovranita' sul territorio. Comunque, dove non vi era uno stretto controllo tedesco l'autorita' incoraggiava il boicottaggio e si limitava a questo. Per quanto sgradevole, anche questa e' la verita', senza con questo voler giustificare lo sterminio che in Italia si conobbe solo a guerra finita.

Abr ha detto...

Dall'elenco manca ( o me lo sono perso io?)IMPERIA, fusione di Oneglia e Porto Maurizio. Nonostante quel nome politically uncorrect, essite tutt'ora ed è capoluogo di provincia.
ciao, Abr

Massimo ha detto...

Manca.
A conferma che l'elenco non è esaustivo ... ;-)