Non ho fatto in tempo a compilare l’elenco di quelle che, a mio sindacabilissimo giudizio, sono le caratteristiche della Destra che mi piacerebbe vedere, che la sinistra mi fornisce l’occasione per ribadire uno dei miei punti: il nr. 27 “repressione del fenomeno droga punendo drogati e spacciatori (l'ordine non è casuale) il cui posto è la galera (per gli italiani) e l'espulsione verso il loro paese di origine (per gli extracomunitari)”.
Uno dei tanti ministri,vice,sottosegretari (il suo incasellamento si perde nel numero) Livia Turco, comunista DS, ha innalzato con decreto il limite di droga posseduta per “uso personale”.
Ora.
La droga o è un bene o è un male.
Non è indifferente.
Ma se anche fosse indifferente, i sostenitori della liberalizzazione dovrebbero spiegare per quale motivo se ne consente l’uso personale, mentre si puniscono gli spacciatori.
Se la droga fosse un bene o fosse indifferente, non ci dovrebbe essere nulla a vietare la sua vendita.
Un po’ come la vendita di bignè e pizzette, insomma.
Sappiamo tutti che a mangiarne troppi stiamo male, ma non viene punito il pasticcere che ne vende a quantità smodate alla stessa persona: basta che paghi.
Idem per la droga.
Se non è male, la vendita sia lecita e leciti (e tassati) siano i guadagni.
Le “modiche quantità” sembrano la classica foglia di fico di chi vorrebbe accattivarsi le simpatie dei drogati e dei drogandi/drogaturi, pur essendo perfettamente conscio che è un male.
Quindi da un lato insorge con filippiche moralisticheggianti contro gli spacciatori, la cui esistenza, poi, legittima consentendo l’uso personale in “modiche quantità”.
Credo, invece, sia necessario, per poter vivere in una società forte, proiettata verso il futuro e con l’obiettivo di creare benessere e sicurezza per i suoi associati/cittadini, avere ben chiaro che la droga è male.
E’ una fuga dalla realtà che serve solo ai deboli per ingannare se stessi e gli altri.
E’ un fenomeno che deve essere represso se vogliamo vivere bene.
Perché il drogato è un pericolo per il prossimo (oltre che per se stesso).
Un pericolo per l’incolumità fisica dei cittadini onesti e per la proprietà.
Ammettere una sia pur ridotta “modica quantità” è già un ammiccare della serie “fa male, ma guardo da un’altra parte”.
Aumentare i limiti di tale “modica quantità” significa aumentare progressivamente la platea di chi ne può far uso, dando l’erronea percezione che poi male non sia e non faccia.
Diciamolo chiaramente: se un drogato facesse male solo a se stesso, non me ne fregherebbe nulla.
Ma così non è.
Il drogato quando non ruba o non agisce con violenza per procacciarsi il denaro necessario al suo vizio, comunque sia è un peso e danneggia il prossimo.
Pensate solo nel mondo del lavoro.
Un drogato, con le sue alterazioni di umore, con la sua preoccupazione fissa del recuperare la droga, quanto poco possa produrre e quel che non produce lui, si carica necessariamente sul collega.
Per non parlare del drogato che svolge una professione alla quale si rivolgono cittadini per ottenere giustizia, cure, per realizzare costruzioni.
E’ quindi dovere dello stato, se ha ancora un senso far parte della stessa organizzazione statuale, reprimere il fenomeno droga, cominciando da chi, con il suo consumo, attira gli spacciatori.
Cioè il drogato stesso.
Un governo che ampli la possibilità di drogarsi, senza alcuna repressione, è un governo che non fa l’interesse dei cittadini e, anzi, cerca di stordirli, forse perché non riflettano sulle sue azioni.
Non a caso il provvedimento del ministro comunista arriva in un periodo in cui la sinistra è allo sbando sul provvedimento più importante di un governo: la finanziaria.
E questa sinistra oltre ad imporre nuove tasse e ad aumentare quelle già esistenti, non avendo null’altro da dire si riduce a ... vendere fumo.
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Uno dei tanti ministri,vice,sottosegretari (il suo incasellamento si perde nel numero) Livia Turco, comunista DS, ha innalzato con decreto il limite di droga posseduta per “uso personale”.
Ora.
La droga o è un bene o è un male.
Non è indifferente.
Ma se anche fosse indifferente, i sostenitori della liberalizzazione dovrebbero spiegare per quale motivo se ne consente l’uso personale, mentre si puniscono gli spacciatori.
Se la droga fosse un bene o fosse indifferente, non ci dovrebbe essere nulla a vietare la sua vendita.
Un po’ come la vendita di bignè e pizzette, insomma.
Sappiamo tutti che a mangiarne troppi stiamo male, ma non viene punito il pasticcere che ne vende a quantità smodate alla stessa persona: basta che paghi.
Idem per la droga.
Se non è male, la vendita sia lecita e leciti (e tassati) siano i guadagni.
Le “modiche quantità” sembrano la classica foglia di fico di chi vorrebbe accattivarsi le simpatie dei drogati e dei drogandi/drogaturi, pur essendo perfettamente conscio che è un male.
Quindi da un lato insorge con filippiche moralisticheggianti contro gli spacciatori, la cui esistenza, poi, legittima consentendo l’uso personale in “modiche quantità”.
Credo, invece, sia necessario, per poter vivere in una società forte, proiettata verso il futuro e con l’obiettivo di creare benessere e sicurezza per i suoi associati/cittadini, avere ben chiaro che la droga è male.
E’ una fuga dalla realtà che serve solo ai deboli per ingannare se stessi e gli altri.
E’ un fenomeno che deve essere represso se vogliamo vivere bene.
Perché il drogato è un pericolo per il prossimo (oltre che per se stesso).
Un pericolo per l’incolumità fisica dei cittadini onesti e per la proprietà.
Ammettere una sia pur ridotta “modica quantità” è già un ammiccare della serie “fa male, ma guardo da un’altra parte”.
Aumentare i limiti di tale “modica quantità” significa aumentare progressivamente la platea di chi ne può far uso, dando l’erronea percezione che poi male non sia e non faccia.
Diciamolo chiaramente: se un drogato facesse male solo a se stesso, non me ne fregherebbe nulla.
Ma così non è.
Il drogato quando non ruba o non agisce con violenza per procacciarsi il denaro necessario al suo vizio, comunque sia è un peso e danneggia il prossimo.
Pensate solo nel mondo del lavoro.
Un drogato, con le sue alterazioni di umore, con la sua preoccupazione fissa del recuperare la droga, quanto poco possa produrre e quel che non produce lui, si carica necessariamente sul collega.
Per non parlare del drogato che svolge una professione alla quale si rivolgono cittadini per ottenere giustizia, cure, per realizzare costruzioni.
E’ quindi dovere dello stato, se ha ancora un senso far parte della stessa organizzazione statuale, reprimere il fenomeno droga, cominciando da chi, con il suo consumo, attira gli spacciatori.
Cioè il drogato stesso.
Un governo che ampli la possibilità di drogarsi, senza alcuna repressione, è un governo che non fa l’interesse dei cittadini e, anzi, cerca di stordirli, forse perché non riflettano sulle sue azioni.
Non a caso il provvedimento del ministro comunista arriva in un periodo in cui la sinistra è allo sbando sul provvedimento più importante di un governo: la finanziaria.
E questa sinistra oltre ad imporre nuove tasse e ad aumentare quelle già esistenti, non avendo null’altro da dire si riduce a ... vendere fumo.
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7 commenti:
Purtroppo con un parlamento dove la droga è una realtà anche tra gli stessi deputati, siamo ormai la vergogna d'Europa,che facciamo sghignazzare anche con i Grillini e Luxuria .
Io vado un po' contro corrente... in uno Stato di Diritto in cui venissero perseguiti e punti severamente i reati derivanti dall'alterazione della personalita' indotta da sostanze chimiche o altro, il problema si ridimensionerebbe da se' anche ove esistesse un mercato libero per tali schifezze. Ma cosi' non e'. Il mercato degli stupefacienti e' praticamente una multinazionale, e come tale prolifera sempre in un regime globalizzato. I "bisogni" vengono a loro volta indotti da modelli sociali e individuali sui quali non si ha alcun controllo per il motivo di cui sopra... quindi, temo che l'unica soluzione stia nel ripristino delle realta' nazionali e nell'introduzione di una specie di etica di stato. Solo in tale contesto avrebbe senso la tua proposta, in quanto in un regime liberale e libertario cio' non sarebbe possibile per ovvii motivi. Allora, sarebbe bene definire qual'e' il modello di "destra" che attualmente s'intende in Italia, ma anche altrove... perche' temo che sia un po' diverso da quello che intendiamo noi. Limitatamente a queste cose erano assai meglio i vecchi DC. :-)
Bravo!!!! Sono d'accordo al 100% con te. Ormai siamo giunti ad uno stato di cose, che solo mettendo dei paletti seri, si può provocare un' inversione di tendenza che nel tempo modifichi anche quei modelli sociali che inducono all'uso di sostanza stupefacenti.
La droga fa male, tanto o poca che sia, bisogna dirlo, e non minimizzarne gli effetti con la foglia di fico "dell'uso personale".
Ciao mary
Questa sinistra ormai non sa piu' a chi appogiarsi avendo perso il consenso di tutti. Ormai spara le sue ultime cartucce grazie a drogati e clandestini. Auguri.
Credo per l'appunto che la droga faccia male comunque e poichè il danno è non solo nei confrotni di chi ne fa uso, ma anche del prossimo, non richiamo uno stato etico, ma il normalissimo stato che mi deve proteggere da chi minaccia la mia sicurezza e dil mio benessere. Sennò, lo stato non serve.
Io la penso molto diversamente sulla questione droghe, ma anche per me l'innalzamento della dose personale è il solito rimedio all'italiana - inutile se non dannoso.
Governo sinistro e marchettaro, come una vecchia battona, che promette sconti a cani e porci pur di raccattare qualcuno a cui attaccare le sue malattie.
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